Stampa 3D: nasce Aita, l’associazione italiana per le tecnologie additive

di Marco de’ Francesco ♦︎ Guidata dal presidente Luigi Galdabini, vede la partecipazione di Hp Italia, Prima Additive, Renishaw, Additive Italia, 3DnA, Am Solutions, Aqm, Enginsoft, Rina, Stratasys, Tec Eurolab e Zare

Si sta formando in Aita – l’associazione italiana tecnologie additive guidata dal presidente Luigi Galdabini e dal segretario generale Alfredo Mariotti – il gruppo di lavoro per le applicazioni biomedicali. Ne fanno già parte due atenei, il Politecnico di Milano e l’Università di Brescia, nonché aziende anche molto importanti: Hp ItaliaPrima Additive (divisione del Gruppo Prima Industrie), RenishawAdditive Italia3DnAAm SolutionsAqmEnginsoftRinaStratasysTec Eurolab, e Zare. Sono attese nuove e importanti adesioni.

I TESSUTI CELLULARI SI POSSONO STAMPARE: NUOVI ORIZZONTI PER LA FARMACEUTICA E LA COSMETICA?

«La stampa 3D si è occupata per lungo tempo di metalli e plastiche, soprattutto per realizzare componenti per la manifattura – ha affermato Enrico Annacondia, coordinatore delle attività di Aita -: ma ci sono altre applicazioni ancora poco esplorate. Ad esempio, ci sono tecniche per realizzare tessuti cellulari, sui quali si possono svolgere sperimentazioni e test farmaceutici e cosmetici. Anzi, caricando con cellule umane matrici compatibili, si può dar vita a cartilagini destinate ai trapianti, senza correre il rischio del rigetto». Nel gruppo per le applicazioni biomedicali si stanno anche valutando possibili business model legati a queste attività.







UNO SGUARDO AD AITA

Aita, sostenuta operativamente da Ucimu-Sistemi per produrre (l’associazione italiana dei produttori di macchine utensili), è nata per rappresentare gli interessi di tutti i player del settore del 3D printing: aziende produttrici ed utilizzatrici, fornitori di tecnologie abilitanti, centri di servizio, università e centri di ricerca. Si tratta anche di favorire il dialogo di questo comparto con enti, istituzioni ed altre associazioni industriali.  Il fine è quello di fare conoscere e sviluppare le tecnologie additive e la stampa 3D.

Tra i fondatori di Aita, anche Marposs e Omera

Tra gli oltre cento soci, anche Fca (ora confluita in Stellantis), il Fablab di Bergamo, Friuli Innovazione, l’Istituto italiano della Saldatura, il Politecnico di Torino, la filiale italiana di SiemensStreparava,  Trentino Sviluppo e Uninfo.

«Aita, peraltro – ha continuato Annacondia – organizza eventi di carattere culturale, per diffondere la conoscenza della stampa additiva, e altri più verticali, relativi cioè a tematiche specifiche connesse con questa modalità di produzione; infine, Aita dà vita a manifestazioni per realizzare il matching fra la domanda e l’offerta del settore, visto che non sempre si conoscono».

Un altro gruppo che si sta consolidando in Aita è quello sulla salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Si valutano gli accorgimenti da prendere per essere in linea con il decreto legislativo in materia, l’81 del 2008, e con le successive integrazioni derivanti dal recepimento di direttive europee, che segnano i valori massimi di esposizioni a determinate sostanze usate anche nei processi di stampa 3D. «Si vuole aiutare gli imprenditori ad operare nel campo della manifattura additiva senza incorrere in problematiche amministrative» – ha terminato Annacondia.














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