Agenda 2023. Obiettivo: crescita e sviluppo sostenibile

Parte oggi, e durerà sino al 18 febbraio, il lavoro, che Giuseppe Conte vuole celere, per far “correre" il Paese. Ciascuno tavolo affronterà un tema, per mettere punti fermi tra gli alleati di governo e prendere decisioni comuni

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

A partire dalle 17,30 di oggi si apre, a Palazzo Chigi, uno dei tavoli più attesi di Agenda 2023: Crescita e sviluppo sostenibile (che è stato preceduto lunedì 10 da quello incentrato su Occupazione e politiche di welfare).

Con l’Agenda 2023  Conte vuole uscire uscire da una azione di governo emergenziale per entrare in una fase di rinascita a una guida politica forte che spinga il Paese fuori dallo stallo entro il 2023, anno in cui l’attuale governo auspica di terminare il suo percorso naturale. Il premier, intervenendo il 1° Febbraio al decennale di ItaliaCamp (un’organizzazione che sviluppa processi di innovazione sociale ad impatto positivo per il Paese, creando connessioni tra Istituzioni, Aziende, Associazioni e Università) ha già dichiarato quale sarà il cuore dell’Agenda 2023: “innovazione, incentivi alle imprese” per “creare le condizioni per un più virtuoso incontro pubblico privato, per rilanciare la crescita” nel segno dello “sviluppo sostenibile”.







L’Agenda si costruirà in tavoli chiusi (non ci saranno interlocuzioni pubbliche, dunque, prevedendo la sola presenza della maggioranza di governo). Alla sessione odierna seguiranno gli approfondimenti voce per voce. Venerdì 14 Semplificazione normativa e burocratica, Riforma fiscale; Lunedì 17 Sicurezza e immigrazione, Salute, Scuola, Università, Ricerca e Innovazione digitale; Martedì 18 Europa e Riforme, Riforme Giustizia.

Sui tavoli atterreranno questioni quali lavoro, infrastrutture, innovazione e startup, energia, auto elettrica, edilizia, governance delle crisi di impresa, aliquote del credito di imposta per gli investimenti in ricerca, semplificazioni, e molto altro come rivela il timing degli incontri. La questione che si porrà è come ciascun ambito, una volta sciolto il nodo dell’unità d’azione nella maggioranza, si trasformerà in azioni concrete ed efficaci.














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