Uno degli obiettivi più importanti e critici dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua in tutto il mondo. Come stiamo andando? Quanto c’è ancora da fare? In Italia, la questione dell’acqua è un tema imprescindibile, soprattutto dopo la siccità che ha colpito quest’estate tutta la penisola.
Abb, multinazionale svizzero-svedese dell’automazione e dell’energia, ha dedicato un podcast (che potete ascoltare qui) con sei esperti del settore: Valentina Gornati e Ugo Simioni di Abb Italia; Andrea Crosta, country manager Dhi Italia; Manuela Antonelli, professoressa del Politecnico di Milano; Beatrice Cantoni, ricercatrice del Politecnico di Milano; Francesco Maffini, responsabile acquedotto per l’Emilia e Dirigente Hera .
Questa puntata fa parte della serie di sei podcast “Switch, Cambiamo oggi per un domani più sostenibile”.
Per ascoltare il podcast clicca qui.
L’uso non consapevole delle risorse idriche e il cambiamento climatico hanno portato risultati che solo negli ultimi anni abbiamo imparato a vedere a occhio nudo. Secondo i dati del Cnr, il 2022 è stato per l’Italia l’anno più bollente della storia registrata, con precipitazioni diminuite del 30% rispetto alla media storica che va dal 1991 al 2020.
«La nostra società ha un fabbisogno idrico ingente per soddisfare le necessità di fornitura di acqua potabile e anche l’esigenza dell’agricoltura – commenta Manuela Antonelli – il cambiamento climatico riduce questa disponibilità».
Le conseguenze, come abbassamento dei livelli di laghi e fiumi, le conosciamo. Ma ci sono anche altre conseguenze, meno note ma che possono impattare sulla produzione e utilizzo di acqua potabile? «Un acqua più ricca di contaminanti, o più salina, richiede molte più sforzi per essere utilizzata per scopi potabili – chiosa Beatrice Cantoni – ma anche impatta sul fabbisogno energetico e sul bilancio economico del processo di potabilizzazione. È un problema di carenza, ma anche di qualità peggiore in partenza».