Marsiaj (UiT): «Un’occasione come il Recovery Fund non tornerà mai più»

di Chiara Volontè ♦︎ I fondi che arriveranno dall’Unione Europea dovranno velocizzare il percorso di trasformazione tecnologica delle imprese. L'intervento durante la presentazione dell'Academy del Competence Center Cim 4.0

Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino
Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriale di Torino

«La pandemia ha anche messo a nudo le difficoltà delle filiere troppo lunghe: è il caso, su tutte, dell’automotive, che aveva già iniziato a intraprendere un percorso di trasformazione tecnologica e che ora, a maggior ragione, dovrà proseguire su questa strada». Il presidente dell’Unione Industriali di Torino, Giorgio Marsiaj, spiega in che modo il Coronavirus abbia cambiato le esigenze e le priorità delle più importanti catene manifatturiere. L’occasione è la presentazione dell’Academy del Cim 4.0 (il competence center piemontese), costituito da Politecnico e Università di Torino unitamente a 23 partner industriali (4d Engineering; Agilent Technologies Italia; Aizoon Consulting; Avio Aero; Cemas Elettra; Consoft Sistemi; Eni; Fca Italy; Fev Italia; Gm Global Propulsion Systems; Illogic; Iren; Italdesign Giugiaro; Leonardo; Merlo; Michelin Italiana; Prima Industrie; Reply; Siemens; SKF Industrie; Stmicroelectronics; Thales Alenia Space Italia; Tim), dedicata all’upskilling e al reskilling dei lavoratori per guidare e gestire la trasformazione digitale delle imprese italiane.

Per Marsiaj un competence center come il Cim è la struttura deputata alla creazione delle condizioni migliori per il proliferare delle imprese manifatturiere del territorio (e non solo) in un’ottica di accrescimento della competitività aziendale. «Una academy che punta tutto sulle competenze – prosegue il presidente degli industriali torinesi – avrà un occhio di riguardo sulla managerialità e su quelle altre skill che sono ormai un bagaglio esperienziale di qualsiasi lavoratore. Dobbiamo fare in modo che queste competenze vengano travasate verso le nostre pmi, perché a chiedercelo è la sfida tecnologica stessa, che impone la corretta gestione di questi fattori».







Solo in questo modo, per Marsiaj, si riuscirà a creare un territorio veramente attrattivo. In primis, a livello locale e, in seconda battuta, anche a livello nazionale, fungendo in sostanza da catalizzatore per lo sviluppo dell’intero sistema Paese. I competence center, in tandem con le università, possono quindi svolgere un ruolo fondamentale sia sulle aziende esistenti, sia sugli imprenditori e sui manager di domani.

«Un’occasione come quella del Recovery Fund – ha concluso il suo intervento Marsiaj – non ricapiterà più. Per questo dobbiamo “sfruttarla” in ogni modo. E, rimanendo ancora sul tema delle competenze, serve una spinta forte verso una tematica che è trasversale e non rivolta esclusivamente a determinati settori o tipologie di aziende. Le grandi imprese fanno continuamente “il tagliando” alle peculiarità dei propri lavoratori, per cercare di proseguire in quel trasferimento di competenze che è il vero motore dell’innovazione. Nelle pmi, invece, questo processo avviene in modo meno automatico e in maniera ancora troppo sporadica. Eppure sarebbe fondamentale che proprio i cosiddetti piccoli facessero un investimento significativo sulle competenze. Per questo motivo, ho deciso, in collaborazione con l’Università di Torino, di istituire 50 borse di studio in materie Stem per rendere queste discipline ancora più attrattive».














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