Nuova strategia digitale per Ima

Ima, leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè, presenta Digital, progetto che si pone l’obiettivo di rendere Ima una Smart Factory 4.0.

«Abbiamo creato Ima Digital per introdurre nuove tecnologie all’interno dell’azienda e proseguire in quel percorso di innovazione che ha sempre contraddistinto il Gruppo nel tradizionale settore manufacturing – spiega Alberto Vacchi, presidente e ad della società – L’innovazione tecnologica risiede nel nostro dna fin dalle prime applicazioni al mondo della meccanica. Tuttavia oggi viene richiesto un passo in più. Abbiamo dato avvio a una serie di iniziative volte a integrare tecnologie digitali all’interno dei flussi produttivi, instaurando nel contempo un dibattito costruttivo con il mondo del lavoro per comprendere al meglio le forze della quarta rivoluzione industriale».







Il processo di innovazione avviato dall’azienda ha visto implementati una ventina di progetti digitali che trovano spazio all’interno di diversi ambiti. Quattro le direttrici principali: prodotti, servizi, processi, persone.

 

Smart Machines, Smart Factory, Smart Services, Smart Organization

Fulcro principale di tutti i progetti digitali di Ima rimane il dato: la possibilità di raccoglierli e analizzarli è la premessa principale per ricavare informazioni utili che incrementino le performance di produzione. Dunque, dati e analisi predittiva diventano uno degli ambiti di sviluppo in cui Ima sta concentrando le proprie forze.

«Grazie alla conoscenza approfondita che Ima ha del prodotto – afferma Dario Rea, responsabile ricerca & innovazione – è possibile interpretare dati complessi ottenuti durante la produzione, migliorare i punti di forza e lavorare sulle debolezze. Rendere i prodotti più smart e interconnessi alle moderne piattaforme tecnologiche è senza dubbio il modo per offrire un servizio superiore ai nostri clienti».

Grazie alle conoscenze acquisite e a innovative tecniche di machine learning, il Gruppo sta dando vita a nuove Smart Machines, macchine facilmente adattabili alle condizioni circostanti e in grado di suggerire miglioramenti o regolazioni durante l’utilizzo.

«Il naturale passo successivo – prosegue Rea – ci vede concentrati nella realizzazione di Autonomous Machinese nell’introduzione della robotica collaborativa nei processi per svolgere funzioni ripetitive di alimentazione e ripristino. Obiettivo: la riduzione delle operazioni di basso valore non pianificabili».

Tuttavia rendere sempre più interconnesse macchine e piattaforme digitali è solo uno degli ambiti di sviluppo del progetto Ima Digital. Secondo Pier Luigi Vanti, direttore Itc, fondamentale è la digitalizzazione e l’ottimizzazione dei processi di assistenza tecnica. Oggi i tecnici delle prime divisioni pilota, quando si recano dai clienti per interventi di service, dispongono di un tablet che contiene tutte le informazioni di back-office comprensive della storia del prodotto, manuali d’uso e di troubleshooting. Gli operatori hanno pieno accesso alla documentazione in formato 3D, grazie alla quale, spiega Vanti «è in grado di esplorare tutta la componentistica prima di interagire manualmente con i sistemi. Il tecnico non solo utilizza informazioni, ma è in grado di trarne beneficio: inserendo a sistema tutte le implementazioni contribuisce a costruire la storia della macchina e a realizzare improvement tecnologici e ingegneristici».

Per migliorare lo scambio di informazioni e gestire al meglio la qualità e il ciclo di vita del prodotto Ima ha lavorato su integrazione e innovazione: «Abbiamo lanciato Plm, una piattaforma collaborativa Worldwide, accessibile a tutti i nostri stakeholder: clienti, partner, dipartimenti tecnici e altri –  continua Pier Luigi Vanti – Ognuno collabora per la parte di propria competenza: i fornitori possono accedere ai disegni tecnici con la garanzia di disporre sempre di una documentazione aggiornata, mentre le società del Gruppo, che cooperano alla realizzazione di un impianto di un cliente, possono condividere gli esiti dei collaudi». L’obiettivo è sempre quello di monitorare la vita del prodotto, e non solo se questo rappresenta un nuovo modello. La piattaforma gestionale consente di registrare le modifiche apportate, «operazione quanto mai importante per un gruppo come il nostro, che realizza macchine estremamente personalizzate in base alle richieste del cliente».

Non ha senso tuttavia rendere più efficienti e digitali i sistemi se non si valorizza anche la componente umana. Due i progetti principali in ambito Human Resources.

Il primo ha visto qualche mese fa il lancio di MyIma, la rete intranet globale aperta a tutti i 5.500 dipendenti del gruppo e ai collaboratori. «Uno spazio digitale al cui interno tutti condividono informazioni – afferma Vanti – Ciò consente la creazione di nuove modalità organizzative e una più stretta collaborazione tra uffici e società del gruppo, dall’Argentina alla Cina agli Stati Uniti».

La tematica di trasformazione digitale della comunicazione interna all’azienda, che deve essere rifocalizzata nella sua funzione ridefinendo gli strumenti attraverso cui vengono diffuse le informazioni, è infatti al centro del processo di sviluppo digitale. Da qui, secondo Monica Cervellati, responsabile della comunicazione digital «si sviluppano esperienze e competenze professionali: MyIma è quindi il workplace del futuro, una sintesi di nuove tecnologie e fattori umani».

Il secondo progetto, Human Capital Management (Hcm), è stato introdotto per migliorare e contribuire alla crescita dei lavoratori. Secondo Massimo Ferioli, direttore organizzazione e coordinatore Ima Digital, «Hcm è il Plm delle risorse umane, una piattaforma globale che monitora la vita lavorativa del dipendente, dal momento del suo ingresso in organico sino al retirement; si evidenziano i vari aspetti della carriera e la capacità del singolo di ricoprire ruoli diversi; nonché la retribuzione e la crescita professionale legata alla formazione e alle esperienze acquisite on the job». L’Hcm è un elemento fondamentale per investire sulla cultura del personale. Senza questo passaggio, l’innovazione digitale non può garantire all’azienda i traguardi a cui il Gruppo mira.

 

 














Articolo precedenteTutto pronto per il lancio della prima Ferrari ibrida
Articolo successivoAlleantia approda a Sps con l’evoluzione della manutenzione predittiva






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui