Ribolla: il manifatturiero crescerà ancora

Panzeri

di Filippo Astone e Paolo Del Forno ♦ Intervista con il Presidente di Confindustria Lombardia. Grazie al manifatturiero l’economia regionale punta al 4%. L’importanza del capitale umano e della formazione per Industry 4.0. Piano Calenda: al via il Digital Innovation Hub regionale, ma gli incentivi vanno prolungati

«Ricordo un convegno di tanti anni fa in cui si diceva “il settore manifatturiero è un morto che cammina, la finanza, che forza!” Poi nel 2008 abbiamo visto tutti come è andata a finire: stiamo pagando ancora oggi, a dieci anni di distanza, le conseguenze. La finanza non genera stabilità sociale e non lo farà mai. La stabilità sociale la generano le fabbriche.» Traspare soddisfazione dalle parole di Alberto Ribolla, classe 1957, alla guida di Confindustria Lombardia da quattro anni e da quasi 30 attivo nelle organizzazioni imprenditoriali.







La sede in cui ci rilascia la dichiarazione, e l’ intervista a seguire, rappresenta in un qualche modo la consacrazione della sua considerazione: è il World Manufacturing Forum di Cernobbio, dove la manifattura, soprattutto quella lombarda, oggi, ha raccolto i frutti di una legittimazione mondiale. «Qui abbiamo riunito un pool di riferimento di esperti, di policy makers, di grandi aziende e mini aziende, di associazioni che siano in grado di indicare il futuro del manifatturiero. Quello che ci interessa è non solo la riuscita dell’evento qui a Villa Erba di Cernobbio, ma è la produzione – in Europa, in Italia, in Lombardia -, ci interessa indicare la strada per stabilirne le strategie, farne parte attiva.»

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Alberto Ribolla, Presidente Confindustria Lombardia

L’economia lombarda tira, grazie alle fabbriche

Già, la produzione: ma come sta andando il manifatturiero in Lombardia? « Devo dire piuttosto bene: la Lombardia in questo 2017 ha consolidato una crescita del + 1,7 per cento per quello che riguarda il primo trimestre, e probabilmente punta, stando alle statistiche, a un 4 per cento nell’ anno ( per maggiori dettagli vedi Industria Italiana ndr.).»E tutto questo, chiosa Ribolla « grazie soprattutto al manifatturiero.»

Ribolla, lombardo doc (è nato a Venegono Superiore), è titolare della Sices, società che opera nel settore dell’impiantistica con un giro d’affari superiore a 300 milioni di euro. Tramite le collegate, Sices controlla diverse società all’ estero, anche nel settore elicotteristico. Da sempre impegnato nell’associazionismo imprenditoriale, nel 1988 era già Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’ Unione degli industriali della Provincia di Varese. Ha poi ricoperto ruoli nella giunta di Confindustria nel 2003, dal 2007 poi nel consiglio direttivo, nel 2015 nel Consiglio generale. Dal 2013 è Presidente di Confindustria Lombardia.

Torniamo a bomba sulle prospettive economiche della regione. Il manifatturiero può crescere ancora? «Non c’è dubbio: la Lombardia ha delle capacità di crescita importanti. Pensiamo alla competitività che le imprese lombarde hanno all’ interno di un contesto di infrastrutture che non è ideale a livello europeo e a livello mondiale. La Lombardia insieme al Veneto, insieme al Piemonte, insieme a tutte le altre regioni crescerà, nella misura in cui il Paese,  come sembra e si spera, uscirà presto dalla sua palude che è durata 25 anni.»

Paesaggio e industria: l'area delle fabbriche vicino a Como
Fabbriche nei pressi di Como

Con il governo regionale si può fare di più

Le infrastrutture sono un tema dolente. Se al World Manufacturing Forum la ribalta mondiale è stata garantita anche da una strategia d’ intesa con la Regione Lombardia, l’ associazione degli imprenditori si aspetta che il rapporto possa essere ulteriormente migliorato, tenendo conto delle disponibilità e dei settori specifici d’intervento. «La Regione ha un budget che è estremamente rigido: quindi sanità, trasporti sono le voci che assorbono più risorse. La parte rimanente dedicabile a ricerca e innovazione è una parte minoritaria. Quello che chiediamo è intanto di spendere meglio, anche con il nostro contributo strategico, i soldi che già vengono spesi, di efficientare il sistema e di trovare ulteriori risorse per spingere il settore manifatturiero che è trainante .»

Tra gli ambiti su cui investire risorse, materiali e non, Ribolla indica “la formazione e il capitale umano“. Temi cari al Presidente, tra i fondatori e componente del consiglio d’amministrazione della Università Carlo Cattaneo, LIUC, dal 2000. Con la Regione Lombardia alcune iniziative sono già avviate. Ad esempio il progetto A.S.S.I.S.T. (Azioni di Sistema per lo Sviluppo dell’Istruzione Tecnica), realizzato e finanziato nell’ambito delle attività previste dall’Accordo quadro triennale sottoscritto da Confindustria Lombardia e Fondazione Cariplo e attuato in collaborazione con le Associazioni territoriali di Confindustria Lombardia.

La valorizazione delle competenze e le necessità formative. Dal Piano strategico #Lombardia2030

La valorizzazione del capitale umano

Il progetto si inserisce nel quadro delle azioni avviate nel Piano strategico #Lombardia2030, per favorire il raccordo tra sistema formativo e mondo delle imprese e lo sviluppo delle competenze strategiche all’interno del mercato del lavoro. Le parole chiave sono alternanza scuola-lavoro, matching tra domanda e offerta, istruzione tecnica: «L’impatto di Industria 4.0 sull’occupazione – dice Ribolla- sarà notevole, avremo figure professionali e mansioni che scompariranno e verranno sostituite da nuove professionalità e mansioni più specializzate. Le aziende dovranno poter contare su capitale umano qualificato e competente e questo comporterà una metamorfosi epocale del mondo della formazione».

Anche se sarebbero necessarie scelte politicamente difficili per selezionare e qualificare gli ambiti in cui  si compie la formazione:  «Quando fondammo l’Università a Varese, nel 1989, era la quarantesima in Italia. Oggi sono 83, sono troppe. La proliferazione ha disperso le risorse».

Tornando ad “A.S.S.I.S.T. – Azioni di Sistema per lo Sviluppo dell’Istruzione Tecnica”, il progetto comporta l’individuazione di 10 profili tecnico-strategici (progettista, tecnico di produzione, manutentore, tecnico assistenza/installazione, tecnico import/export, tecnico della comunicazione e del marketing digitale, tecnico della supply chain, sviluppatore software, tecnico di rete e sicurezza informatica, contabile esperto di sistemi ERP) richiesti dal mercato del lavoro, analizzati e validati attraverso cinque focus group con scuole e imprese del territori. Il tutto in collaborazione con 12 Istituti Tecnici e quattro esperti formatori che hanno progettato – in collaborazione con aziende partner – percorsi di alternanza scuola-lavoro che hanno coinvolgenti un totale di 331 studenti e 156 imprese di tutto il territorio lombardo.

L’idea di fondo è quella di restituire all’istruzione tecnica centralità, centralità opacizzata oggi nel sentire comune dei giovani e delle loro famiglie, restituendole quella appetibilità che nel passato è stata determinante per lo sviluppo del manifatturiero. Dice Ribolla: «Dobbiamo ricordarlo tutti: la grande rivoluzione industriale degli anni ’50 e ’60 fu fatta dai periti e credo che l’alternanza scuola lavoro, diventata pienamente operativa, sarà un grande strumento per generare una nuova classe intermedia alla quale il futuro offrirà una buona impiegabilità. Ci sarà grande richiesta da parte del mercato del lavoro.»

L’alternanza scuola lavoro

Ribolla sottolinea che: «L’alternanza scuola lavoro non solo è positiva, ma è soprattutto necessaria. Un’affermazione non retorica: l’azienda del Presidente di Confindustria Lombardia aderisce al programma: «Ovviamente all’inizio ai ragazzi facciamo eseguire compiti relativamente banali -spiega Ribolla- ma una volta capita l’aria dell’azienda facciamo sperimentare loro diversi ambiti: un po’ di amministrazione, un po’ di personale, un po’ di officina. Insegniamo loro cosa sia davvero la vita in fabbrica. Così, quando si laureano o si diplomano, già conoscono l’andamento aziendale e possiamo portarli più facilmente nel nostro perimetro. Ci interessa che capiscano precocemente che nel mondo del manifatturiero c’è possibilità di fare carriera. E una carriera stabile».

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Le misure fiscali previste dal Piano Calenda

Piano Calenda: prolungare gli incentivi

La questione della formazione è un tema di prospettiva importante, nel momento dell’avvio della cosiddetta seconda fase del Piano Calenda. Prima di spiegarci come si sta attrezzando l’Associazione imprenditoriale lombarda, Ribolla ci tiene a precisare il suo punto di vista sui provvedimenti fiscali che hanno caratterizzato la prima fase del piano stesso: «Il fatto di avere delle misure fiscali assai vantaggiose e dotate di appeal, è di per sé un fatto importante che genera economia»dice Ribolla, che però va oltre:«La rivoluzione che stiamo vivendo non è la Sabatini, non si tratta di puro e semplice ammodernamento del patrimonio di macchinari. Siamo all’inizio di un lungo periodo, almeno 5/8 anni, di trasformazione radicale, durante il quale la fabbrica cambierò totalmente il suo modello di produrre e di interfacciarsi con fornitori e clienti. Un processo che dovrà investire non questa o quella fabbrica ma tutte. Per questo, dal mio punto di vista, gli incentivi devono proseguire, devono avere una certa profondità nel tempo in funzione della durata del periodo della rivoluzione 4.0». Senza perdere e di vista l’education:«Io devo incentivare da un lato il cambiamento tecnologico, e dall’altro la generazione di competenze che mi possano gestire il cambiamento tecnologico.»

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Industry 4.0.Necessaria la generazione di competenze per gestire il cambiamento tecnologico

Il Digital Innovation Hub regionale

Proprio pochi giorni fa Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia ha annunciato la creazione del Digital Innovation Hub regionale. Il DIH, in linea con le linee guida di Confindustria e con quanto previsto dal Piano nazionale Industria 4.0 del governo, sarà a trazione regionale e avrà delle antenne territoriali. Giocherà quindi un ruolo fondamentale l’attività di trait d’union che sarà svolta dalle Associazioni territoriali, soci fondatori del DIH, con le imprese associate. Compito del Digital Innovation Hub lombardo – creato sul modello europeo come ‘one stop shop’ – sarà quindi quello di fare da regia, essere elemento catalizzatore, dare visione strategica, oltre a coordinare e valorizzare le specificità locali evitando così duplicazioni e sovrapposizioni a livello regionale.

«La nascita del Digital Innovation Hub Lombardia sul modello europeo è l’ennesimo passo in avanti per la competitività del nostro settore manifatturiero e per l’intero sistema economico regionale, sempre più guida nazionale su questi temi.- dice Ribolla – Il DIH regionale diventerà un punto di riferimento, un amico per le imprese, al fine di aiutarle a comprendere, orientarsi nella complessità del mercato e delle tecnologie, e attuare Industria 4.0.»

Gli obiettivi del DIH Lombardo

Gli obiettivi del DIH Lombardia saranno: rafforzare il livello di conoscenza e consapevolezza delle imprese rispetto alle opportunità offerte dalla trasformazione digitale, anche nell’ambito del Piano Nazionale Industria 4.0, della strategia europea per la digitalizzazione dell’industria e del programma I4MS, stimolare la domanda delle imprese, coordinare e supportare eventuali altri enti con finalità e scopi analoghi costituiti sui territori dai Soci di Confindustria Lombardia e/o da altre Associazioni del Sistema Confindustria. «Il DIH creato da Confindustria Lombardia sarà un modello inclusivo, a disposizione quindi anche delle altre realtà extra confindustriali presenti sui territori, dalle categorie settoriali agli altri sistemi associativi » conclude Ribolla.

L’hub regionale, attraverso le antenne territoriali, fornirà quindi alle imprese servizi legati a Industria 4.0 utilizzando le elevate competenze complementari già presenti nel sistema confindustriale lombardo, al fine di aiutare le imprese, in particolare le PMI, a orientarsi nella complessità del mercato e delle tecnologie, indipendentemente da dimensione e settore di appartenenza. Tra i servizi previsti vi sono: Assessment, Tecnologie e Digital Transformation, Capitale Umano 4.0, accesso alla finanza per l’innovazione, Consulenza strategica, Cyber Security, Intelligenza artificiale e Big Data, Produzione 4.0, Supply chain e Go-to-market, Infrastrutture materiali, Infrastrutture immateriali.

Fondamentale sarà poi la capacità del Digital Innovation Hub lombardo di avviare collaborazioni e fare rete sia a livello territoriale che nazionale e sovranazionale con i principali attori istituzionali oltre che con i soggetti dell’ecosistema dell’innovazione. La formalizzazione di queste collaborazioni avverrà attraverso la firma dell’Accordo preliminare, secondo un format comune già definito a livello regionale, la cui sottoscrizione sarà la base per poter realizzare azioni di awareness congiunte.

 

 

 

 














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