Fabio Storchi (Federmeccanica): pronti a Industria 4.0

|Previsioni secondo trimestre 2019.
Fabio Storchi

di Laura Magna ♦ Sono pronte le imprese italiane a Industria 4.0?Industria Italiana lo ha chiesto a Fabio Storchi, il presidente di Federmeccanica.







Industria 4.0 diventerà attuativa con la prossima legge finanziaria. E per le imprese italiane saranno immediatamente disponibili un set di strumenti per investire e innovare in maniera agevole e snella. Ma sono davvero pronte, le nostre imprese, ad affrontare la sfida? In particolare nei settori maturi, come la metalmeccanica, dove il passaggio al digitale è particolarmente importante per restare competitivi e forse anche per sopravvivere? Industria Italiana lo ha chiesto a Fabio Storchi, il presidente di Federmeccanica. A che punto siamo? “Intanto, secondo un’analisi che abbiamo condotto di recente (la versione integrale qui). Il 64% delle nostre imprese metalmeccaniche è un adopter, cioè ha adottato almeno una tecnologia abilitante, ma il 36% a oggi non ne ha adottata alcuna. Il ritardo delle imprese italiane sul tema Industry 4.0 resta significativo, soprattutto perché le intenzioni di investimento nei prossimi anni sono mediamente basse, in particolare tra le aziende prive di tecnologie abilitanti. In assenza di azioni correttive il divario tra le imprese più avanzate e quelle più arretrate è destinato quindi ad accentuarsi”, dice Storchi.

Domanda. Dunque, cosa dobbiamo aspettarci? C’è disponibilità a innovare in senso 4.0 e consapevolezza che si tratti di una strada obbligata per le imprese del settore che Federmeccanica rappresenta?

Risposta. Innovare e recuperare competitività è una esigenza indipendente da Industry 4.0 che è un mezzo, non il fine. La nostra Indagine dice che la giusta informazione, il giusto annuncio della buona novella è fondamentale. Ed è fondamentale parlare di un approccio graduale senza che si debbano rottamare asset o organizzazioni relativamente recenti. Noi diciamo: iniziare in piccolo già da domani, pensando in grande. Se il sistema Italia assumerà questa consapevolezza, anche l’industria reagirà bene.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Suo il provvedimento la Buona Scuola
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi

D. Tuttavia arriviamo buoni ultimi su questo tema della trasformazione digitale dell’industria: sarà un problema per gli sviluppi futuri?

R. Non credo l’impatto sarà così drammatico. Le tecnologie già a disposizione consentono, anche con investimenti limitati, di cominciare a fare passi importanti nella direzione 4.0. Con recuperi di produttività non trascurabili. Ovviamente ci aspettiamo che la digitalizzazione, non solo nel settore privato, prenda la velocità giusta e funzionale ai progetti annunciati dal Governo.

D. Che cosa si può fare per incentivare gli investimenti ora? Voi come associazione di categoria quali iniziative realizzerete per spingere l’industria meccanica a innovare?

R. La cosa più importante da fare, ribadisco, è invitare le aziende a pensare ad un approccio graduale con relativo piano di investimenti. Ovviamente avendo in mente quale può e deve essere il punto di arrivo. Il circuito è relativamente semplice: investire per recuperare competitività e produttività e con la generazione degli utili creare cassa per gli ulteriori investimenti. Noi, come associazione, ci focalizzeremo molto sulla comunicazione e sulla esposizione di buone pratiche, ossia di aziende che hanno già intrapreso questo percorso con successo.

D. Il programma del governo su Industria 4.0 è una buona notizia di per sé perché colma un vuoto importante. I livelli di investimento previsti sono ambiziosi (più che in Germania e Usa): quei 13 miliardi nel 2017 rappresentano un target realistico?

R. Sono numeri appena annunciati e quindi hanno bisogno di essere analizzati nel dettaglio. Si tratta di cifre importanti che indicano la volontà di definire una seria politica industriale ma adesso dobbiamo entrare nel dettaglio per capire l’esecuzione. Le imprese giocheranno un ruolo centrale e quindi aspettiamo una loro riflessione su come utilizzare al meglio le leve indicate. Arriviamo da un periodo di crisi profonda in cui molte aziende hanno dovuto immettere liquidità per garantire la sopravvivenza.

Automatizzazione in fabbrica
Automatizzazione in fabbrica

D. Che cosa in questo piano la soddisfa di più e cosa ritiene che sia migliorabile?

R. Mi soddisfa il segnale forte. Si indica in maniera netta la direzione che si vuole percorrere e questo è molto importante per gli imprenditori. Un punto di attenzione, invece, è quello della conoscenza e dello sviluppo delle competenze. La nostra indagine di Federmeccanica sullo stato dell’Industria 4.0 in Italia ha fatto emergere una serie di criticità. Al di là dei convegni e delle discussioni sul tema, gli imprenditori ne sanno ancora troppo poco. Non c’è ancora la giusta penetrazione e, anzi, spesso risultano spaventati da quello che tutti chiamano rivoluzione ma che a noi piace pensare come evoluzione di sistema. Fatta questa premessa, ritengo molto utile entrare nel merito del funzionamento degli Innovation hub e Competence center 4.0. La loro mission mi sembra chiara, il modello di business un po’ meno.

D. Dove questo piano governativo può fare corto circuito e fallire? 

R. È un piano ambizioso e complesso e come tutti i sistemi complessi, funziona bene quando ogni singolo componente funziona correttamente e in maniera coordinata. Governo, aziende, Università e tutti gli attori coinvolti dovranno avere ruoli comprimari definendo rapporti franchi e trasparenti. E con aspettative reciproche chiaramente espresse. Se così sarà, non vedo rischi di fallimento. 

D. Si è parlato anche di formazione e professionalità adeguate all’ industria 4.0. Può dare un giudizio su questo aspetto?

R. Il tema delle competenze e della formazione rappresenta un punto fondamentale. L’innovazione dei sistemi produttivi passa soprattutto dalle persone e dalle loro competenze. Questa è la vera infrastruttura portante del cambiamento, il fattore distintivo e competitivo. Sono pertanto necessari investimenti formativi qualificati ed è indispensabile che questi si sviluppino anche all’interno dei luoghi di lavoro, in continua connessione con le scuole, le Università e i centri di ricerca. Abbiamo molto apprezzato il piano presentato dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, al nostro Convegno, che si svolgeva contemporaneamente alla presentazione di Industria 4.0; è un progetto ambizioso ma molto interessante. Noi siamo pronti ad offrire la nostra collaborazione e la nostre competenze perché il piano abbia una sua concreta attuazione.

Il ministro all'Istruzione, Stefania Giannini
Il ministro all’Istruzione, Stefania Giannini

D. Che cosa direbbe alle imprese metalmeccanica non-adapters?

R. Che in questo scenario la Fabbrica Intelligente non è un fattore meramente congiunturale bensì strutturale. Il ruolo di Federmeccanica è quello di agire come “nodo intelligente”, promuovere e diffondere la cultura dell’innovazione, come indispensabile driver di competitività e crescita dell’Industria italiana. L’economia della conoscenza e la digitalizzazione ormai permeano ogni fase del processo produttivo, rendono interconnesso l’intero ciclo e ridefiniscono le catene del valore e i modelli di business. È di cruciale importanza che le imprese siano consapevoli di questa ineluttabile trasformazione e agiscano per volgerla a proprio favore, per trasformare le minacce in opportunità di crescita e sviluppo. 














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