Webuild: in arrivo 9.500 nuove assunzioni in Italia nei prossimi tre anni

«Il reclutamento e la formazione di personale sono strategici perché il piano di sviluppo infrastrutturale in Italia prosegua a ritmi serrati», ha dichiarato l'ad Pietro Salini

Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild
Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild

Webuild è attiva su più fronti in tema di formazione: dalla Scuola di Mestieri, un percorso professionalizzante che combina teoria ed esperienza in cantiere a fianco dei manager del Gruppo – anche ricorrendo a nuove modalità di addestramento “immersivo” dei lavoratori grazie a simulatori 3D in realtà virtuale –, a programmi di formazione manageriale, borse di studio e talent attraction per i giovani. Il Gruppo promuove anche partnership collaborative in tema di Ricerca e Innovazione, in un’ottica di Open Innovation, come l’esperienza genovese di UniWebLab. Attività che si aggiungono ai protocolli d’intesa firmati di recente con l’Arma dei Carabinieri, in tema di security aziendale e legalità, e con il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, che punta ad occupare ed ampliare le opportunità di impiego dei detenuti.

«Il reclutamento e la formazione di personale sono strategici perché il piano di sviluppo infrastrutturale in Italia prosegua a ritmi serrati. Il Gruppo Webuild sta lavorando in 31 principali progetti nel paese, con circa 16.300 persone già all’opera e con la previsione di assumerne altre 9.500 nel triennio 2024-2026, tra operai e staff. Solo nel 2022, abbiamo assunto 15.000 persone, di cui circa il 40% under 30. È uno sforzo titanico, sia sotto il profilo del reperimento delle risorse sia di quello della loro formazione, ma fondamentale per modernizzare e rendere più sostenibili le infrastrutture in Italia. E per cogliere le migliori opportunità di mercato, il Gruppo sta avviando un roadshow con gli investitori per valutare l’emissione di bond per rifinanziare il debito».







È quanto dichiarato da Pietro Salini, amministratore delegato Webuild, intervenuto al convegno “Un’immigrazione dignitosa dall’Africa per il lavoro e il futuro dell’Italia”, organizzato da Università Cattolica del Sacro Cuore ed E4Impact Foundation, di cui è presidente Letizia Moratti. Il Gruppo, presente in Africa da quasi 70 anni, è tra i fondatori di E4Impact, che ha l’obiettivo di formare e sviluppare imprenditori africani a forte impatto sociale, in grado di creare posti di lavoro e fornire soluzioni alle sfide del proprio paese, promuovere un’alleanza di Università africane e generare partnership e relazioni commerciali tra imprese africane ed europee.

«La Webuild che si presenta al mercato per rinnovare le scadenze è profondamente differente da quella dei precedenti anni. Negli ultimi tre anni il portafoglio ordini è raddoppiato in volume e migliorato in qualità, anche grazie al coinvolgimento di una filiera d’eccellenza che solo in Italia conta 10.500 imprese da inizio lavori. Webuild è prossima a raggiungere i €10 miliardi di ricavi, mantenendo contestualmente una solida posizione di cassa netta. Abbiamo migliorato i rating a BB Stable, abbiamo conseguito il de-risking del portafoglio ordini che oggi per l’80% è situato in paesi sviluppati. Abbiamo un portafoglio ordini ben diversificato, non dipendiamo da un singolo cliente e, per esempio, al Pnrr sono riconducibili solo €9 miliardi del nostro portafoglio ordini, pari al 15% del totale. Abbiamo ri-contrattualizzato alcuni dei maggiori progetti, garantendo un buon livello di profittabilità. Il mercato è in forte espansione in tutto il mondo, e noi stiamo adottando criteri sempre più selettivi nella scelta dei progetti. Abbiamo spazio per migliorare ulteriormente la marginalità grazie ad economie di scala ed efficientamenti operativi».

«Le imprese – ha proseguito Salini – cercano nel paese oltre 530 mila persone e quasi la metà non è facile da reperire. In ambito infrastrutturale serve manodopera sempre più specializzata, per questo Webuild investe da anni in formazione professionale, in cultura della sicurezza e innovazione, per tutti coloro che vogliono lavorare in un settore in grande crescita: le nuove generazioni, i non occupati e chi si vuole riposizionare sul mercato del lavoro, inclusi immigrati, rifugiati e detenuti. Dal 2018 al 2022, in 5 anni abbiamo erogato oltre 2,8 milioni di ore di formazione».

Salini ha poi posto l’attenzione sulla trasformazione epocale che sta vivendo l’Africa. «Il continente ha superato l’Asia come principale origine della crescita demografica globale. Sono africani quattro degli otto paesi che rappresenteranno più della metà della crescita demografica fino al 2050. Tra questi, la Nigeria dal 2058 potrebbe contare più abitanti dell’intera UE. Per questo è necessaria una gestione dell’immigrazione efficiente e condivisa tra Europa e Stati Membri. È indispensabile supportare le imprese nella formazione degli stranieri, per fornire a tutti – non solo ai lavoratori già inseriti – una conoscenza di base fondamentale anche per garantire la sicurezza nei cantieri».

In parallelo alle azioni intraprese nei paesi di destinazione dell’immigrazione, «è necessario fare formazione per creare competenze negli stati di origine, stimolando crescita duratura e stabilizzando i flussi migratori», ha concluso Salini.














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