Arriva Vodafone Industrial Connect: il gestore telefonico britannico, Cisco e Alleantia insieme per vincere le Olimpiadi dell’Industrial IoT Plug&Play

di Renzo Zonin ♦︎ La soluzione si basa su un gateway Iiot di Cisco, sul quale viene pre-installato il software di Alleantia, che sfrutta la connettività sicura di Vodafone. E può essere installata e resa operativa in poche ore, senza bisogno di competenze informatiche

Vodafone headquarters building a Milano

Non esistono due aziende che abbiano la stessa configurazione in fatto di linee produttive, macchinari installati, sistemi di gestione, e software di business. Così, quando bisogna disegnare un percorso di trasformazione digitale, si lavora in genere sulla base di soluzioni su misura, create tramite l’intervento di system integrator e altre terze parti, che cercano di venire a capo della complessità dei problemi in gioco con soluzioni ad hoc. Questo almeno fino a qualche tempo fa, visto che ora tre primarie aziende hanno messo a fattor comune il proprio know-how per costruire una soluzione al problema più semplice e universale. Le tre aziende in questione sono Alleantia, Cisco e Vodafone, e il risultato di questa partnership si chiama VicVodafone Industrial Connect. Si tratta di una soluzione completa chiavi in mano che consente a un’azienda di iniziare in poche ore a raccogliere i dati dalle sue macchine, a trasmetterli a una piattaforma cloud e ad elaborarli per trasformarli in informazioni utili al business.

Tutto questo senza doversi occupare di selezionare software e protocolli di comunicazione dei macchinari, senza dover gestire le linee di comunicazione, senza dover creare una piattaforma cloud, e senza dover scrivere il software per l’elaborazione dei dati e la visualizzazione delle dashboard: in una parola, senza doversi improvvisare esperti di data science o di Information&Communication Technology. La soluzione Vic, che è acquistabile anche in forma “as a service”, sfrutta la competenza dei tre partner che l’hanno realizzata per spostare la complessità digitale fuori dal radar del cliente, lasciando quest’ultimo libero di concentrarsi sul suo core business. Dal punto di vista pratico, la soluzione si basa sull’utilizzo di un gateway IioT di Cisco, progettato appositamente per l’uso in ambienti industriali (quindi estremamente resistente e robusto) sul quale viene preinstallato il software di Alleantia, il quale lo rende istantaneamente capace di comunicare con la stragrande maggioranza dei macchinari e sensori presenti sul mercato, grazie a una libreria che contiene oltre 5000 driver ed è in continuo aggiornamento.







Il gateway si collega, usando la connettività sicura di Vodafone, con una piattaforma cloud (Vodafone o Microsoft Azure) dove Vodafone ha creato un apposito portale, e trasmette a essa i dati preelaborati in locale. Sulla piattaforma cloud risiedono le applicazioni di Vodafone per l’elaborazione, l’analisi la visualizzazione dei dati, che consentono all’utilizzatore di accedere rapidamente a tutta una serie di dashboard che gli permetteranno di sfruttare i dati per migliorare la gestione dei propri processi di produzione. L’aspetto forse più interessante della cosa è che si tratta, per la prima volta, di una soluzione standard e accessibile a qualsiasi azienda (anche le Pmi, visto che non sono richiesti forti investimenti iniziali), che può essere acquistata alla stregua di un abbonamento telefonico (presso i punti Vodafone Business) e che può essere installata e resa operativa in poche ore, senza che il cliente debba acquisire competenze informatiche che probabilmente non ha e non vuole avere. Della soluzione Vic si è parlato recentemente in un webinar dal titolo “Industrial IoT: una mission non più impossibile”, al quale hanno partecipato esponenti delle tre aziende promotrici della soluzione. Vediamo come le tre aziende hanno vissuto l’esperienza di partnership, e qual è stato il contributo di ciascuna alla soluzione complessiva.

Perché serve una soluzione IioT plug&play

L’approccio di Cisco Systems

Michele Dalmazzoni, sales leader di Cisco Italia

Cisco Systems è uno specialista degli apparati di rete, tanto che è fra i maggiori fornitori mondiali per le aziende di telecomunicazioni. Ma da alcuni anni opera anche nell’ambito industriale e IoT. «Da 5 anni Cisco Systems lavora con le aziende del nostro Paese per realizzare una via italiana al 4.0 – spiega Michele Dalmazzoni, Collaboration&IoT Industry Leader, Cisco – Per questo abbiamo avviato il programma Impresa 4.0, che ci ha visti al lavoro con tante tipologie di azienda in svariati settori. Da questa esperienza sono nati prima un customer club e poi una customer community, che si incontra regolarmente per confrontare le best practice e così via». Fra le cose che sono emerse da questo progetto Cisco c’è la diffusa mancanza di know-how specifico sulla trasformazione digitale. «Sono soprattutto le piccole aziende che hanno scarsità di competenze e visione per industria 4.0».

Per questo, la creazione di soluzioni 4.0 per l’industria manifatturiera è sempre stata complicata. «Un conto è offrire una soluzione integrata ad hoc, a progetto, ogni volta diversa; e un conto è fornire, come abbiamo fatto stavolta, una soluzione IioT chiavi in mano industrializzata, che vede lavorare assieme un grande operatore come Vodafone insieme con un’azienda leader come Cisco e una startup innovativa come Alleantia. E quando parliamo di una soluzione chiavi in mano intendiamo una soluzione che include tutti i dati, le viste e le dashboard utili per analizzare i propri dati. Fin dall’inizio ci dicevamo sempre che vista la complessità dei temi bisognava lavorare sempre a progetto. Invece siamo riusciti ad andare oltre, proprio con questa partnership».

Soprattutto in questa fase di transizione e ripartenza post covid, il ruolo dell’ecosistema è centrale, così come quello delle alleanze che mettano a fattor comune il know-how dei partner per metterlo a disposizione di ogni azienda. «Questa è la vera sfida principale da cogliere per l’Italia, dove il tessuto economico è fatto di piccole e medie imprese che rendono difficili le grandi transizioni tecnologiche. E qui grazie al cloud, che consente di attivare l’offerta “as a service”, quindi senza fare costosi investimenti iniziali in data center privati, nasce questo bridge che colma il gap di conoscenze. È importante parlarne perché molte imprese ne hanno bisogno e non sanno che questa possibilità esiste. Le prime a trarre vantaggio dalla piattaforma saranno le Pmi, ma essendo essa flessibile possiamo anche andare incontro a customizzazioni e progetti più ricchi. Nulla vieta poi di andare insieme ai partner in una logica di progetto, ma senz’altro il punto di forza è la capacità di avere la soluzione chiavi in mano, plug & play, as a service da proporre a tutte le aziende medio piccole, perché è lì che si gioca la sfida della transizione al digitale delle imprese italiane».

Le sfide della digitalizzazione

Anatomia di Vic, secondo Cisco

Il ceo mondiale di Cisco Chuck Robbins, e Agostino Santoni, Vice President Sud Europa con Chuck Robbins

L’obiettivo della soluzione Vic è ovviamente risolvere i problemi che le aziende impegnate nella transizione tecnologica stanno affrontando. E possiamo dire che Vic rappresenta il punto di congiunzione fra le competenze delle tre aziende che formano la partnership. «Ci si sta sempre più rendendo conto di quanto riuscire a gestire in maniera efficace le informazioni che vengono generate dai propri macchinari possa essere utile per ottimizzare la produzione – dice Marco Stangalino, sales specialist IoT di Cisco – quindi il concetto di digitalizzazione è riuscire a sfruttare al meglio i dati che sono presenti lungo le linee delle aziende per riuscire a migliorare i processi e tutto quello che è l’aspetto produttivo».

La tecnologia IoT è sicuramente la chiave che permette di trasformare le informazioni in azioni. Tuttavia, questo tipo di attività di raccolta ed elaborazione delle informazioni non è facile da implementare e pone gli imprenditori di fronte ad alcune sfide. «Prima di tutto la sfida della sicurezza. Poi c’è la sfida della scalabilità, perché deve essere facilmente integrabile in ogni macchinario, impianto e sistema in azienda, che possono essere molto diversi. Ci sono impianti che hanno cicli di vita di decenni, quindi bisogna essere in grado di integrarsi sia con le macchine di ultima generazione, sia con linee che hanno qualche anno sulle spalle. E poi soprattutto bisogna essere sicuri di raccogliere tutte le informazioni. La parte di raccolta dei dati e di elaborazione deve essere fatta con cura e soprattutto deve essere disponibile in maniera facile all’imprenditore che vuole lavorare su questi dati. Per fare questo non è sufficiente la competenza della singola azienda, ma è fondamentale riuscire a lavorare in collaborazione con diversi sistemi».

Vodafone Industrial Connect mette a disposizione una piattaforma hardware che può essere integrata in modo sicuro nella rete dell’azienda di produzione, e tramite il software di Alleantia si integra con i macchinari e parla la loro lingua, raccogliendo tutti i dati necessari. «I dati vengono pre-elaborati localmente e poi inviati alle piattaforme IoT per essere lavorati, riducendo la complessità totale che si creerebbe per sviluppare un’applicazione che partendo dalla macchina arrivi fino al cloud». Questa fondamentalmente è la forza di Vodafone Industrial Connect: tutta la complessità, e l’onere di fare una system integration di questo tipo sono stati presi in carico dalle tre aziende preventivamente, e la soluzione viene messa a disposizione sotto forma di servizio ai clienti interessati.

Schema a blocchi di un’installazione di Vic

Gli elementi costitutivi di Vodafone Industrial Connect

Ma da cosa è composta in concreto la soluzione Vic? A quanto pare, non è costituita esclusivamente da software e servizi. «Quello che l’imprenditore deve mettersi in casa è un apparato Cisco, un router gateway IioT modello IR1101. Si tratta di un apparato robusto, in grado di operare in ambienti difficili, con alte temperature, pensato per l’ambito produttivo. Esso viene gestito da una piattaforma Cisco in modo totalmente indipendente da Vodafone, con la garanzia di essere costantemente aggiornato e allineato a livello software. Tutti i dati raccolti vengono inviati tramite la capillare rete di Vodafone a una soluzione cloud che si occupa di elaborarli e di mostrare i risultati sul portale. Della raccolta dei dati dai macchinari si occupa l’applicazione Alleantia, che è precaricata sul router Cisco e quindi non ha bisogno di ulteriori oggetti per poter funzionare».

Schema di principio di Vic

Vantaggi e punti di forza

Quali sono dunque i vantaggi promessi da questa soluzione dal punto di vista di Cisco? «I vantaggi della soluzione sostanzialmente sono da una parte un’estrema robustezza sia fisica che logica del device – considerate che per essere approvato da Vodafone ha dovuto superare una serie di test e validazioni che il centro ricerche Vodafone ha condotto, specifiche nell’ambito della sicurezza. Dall’altra parte ha una serie di funzionalità portate dalla soluzione Alleantia che gli permettono di essere molto duttile e flessibile nell’integrarsi nella rete dei clienti; e per finire sfrutta come connettività una rete pervasiva come quella di Vodafone per fornire i dati al portale. Quindi con un unico box riesco a risolvere le sfide che avevamo annunciato all’inizio: ho un apparato sicuro, facilmente integrabile nelle reti dei clienti,e in grado di fornire delle risposte alle necessità di organizzazione che gli imprenditori hanno. Da questo punto di vista riteniamo che questa collaborazione abbia messo insieme le tre migliori competenze delle nostre tre aziende: l’esperienza nelle telecomunicazioni e sicurezza di Cisco, la flessibilità di Alleantia e la capacità di creare un servizio garantito da Vodafone».

I punti di forza della soluzione Vic

Vodafone, la trasformazione di una telecom company

Aldo Bisio, ceo di Vodafone Italia

Nata come azienda di telecomunicazioni, Vodafone sta attraversando una fase di cambiamento che sta allargando i suoi orizzonti di business. Secondo Giusy Di Lorenzo, lead of digital products-IoT&analytics Vodafone Business, «Vodafone in questi ultimi anni ha iniziato una trasformazione, da telco a techno company. Questo significa che non vogliamo soltanto fornire connettività, ma vogliamo accompagnare il cliente in tutta la fase di trasformazione digitale con una soluzione end to end, che partendo dalla connettività fornisca un servizio che permetta di acquisire i dati dagli impianti o dai sensori, e inviarli su un’infrastruttura cloud dove poterli processare, analizzare, visualizzare. Vogliamo aprire questa “scatola nera” e rendere qualsiasi nostro cliente capace di analizzare i dati forniti dai suoi impianti e di fruirne».

Proprio l’IoT infatti è uno dei settori nei quali da qualche tempo opera con successo. «Abbiamo 112 milioni di oggetti connessi alla nostra piattaforma nel mondo, dei quali 11 milioni solo in Italia – afferma Raffaella Nargi, lead of strategic partnership management Vodafone Business – quindi Vodafone ha maturato una solida esperienza nel settore IoT, e gestiamo la Vodafone Global Data Service Platform, una delle più grandi piattaforme IoT al mondo». Ma qual è, dal punto di vista di Vodafone, il maggiore ostacolo con il quale si scontrano i clienti impegnati nella digital transformation?

Vodafone Industrial Connect si basa su un gateway industrial internet of things della multinazionale americana – sul quale viene preinstallato il software della pmi italiana – che sfrutta la connettività sicura della Telco. E può essere installata e resa operativa in poche ore, senza che il cliente debba acquisire competenze informatiche

«Il punto nodale dei progetti di trasformazione digitale è di solito rappresentato dalla complessità, a livello di ideazione, di esecuzione, di gestione, e questo anche per mancanza di competenze e risorse. Per questo motivo Vodafone Business ha deciso di prendere in carico questa complessità, di non trasferirla al cliente, e di non fornire semplicemente servizi, ma una soluzione end to end. Per questo, uno degli aspetti più importanti attorno al quale si è sviluppata una strategia di creazione di un ecosistema di terze parti è stato un approccio ispirato soprattutto alla semplicità delle soluzioni. Quindi unire la connettività di ultima generazione, gli oggetti digitali, gli oggetti connessi, tutto in un’unica soluzione che permetta a ogni organizzazione di entrare a pieno titolo nella digital society. Per farlo abbiamo deciso di metterci al centro di un ecosistema di partnership strategiche, con aziende leader nei loro settori, in una combinazione sinergica di competenze tali da permetterci di trasmettere un valore reale al cliente». L’integrazione dei prodotti dei partner con i servizi di Vodafone di fatto mette a disposizione delle aziende un asset fondamentale per accelerare la propria trasformazione digitale. Ed è stato proprio frutto di questa strategia, di questa visione, anche il Vodafone Industrial Connect. «È grazie alla partnership strategica con Alleantia e Cisco che abbiamo sviluppato un’innovativa soluzione plug&play per l’industria 4.0, che ci permette non solo di accompagnare le aziende italiane nel percorso di trasformazione digitale, che era l’ambizione prima di questa strategia, ma anche di valorizzare una realtà tutta italiana quale quella di Alleantia, che è espressione delle competenze e potenzialità che il nostro territorio può esprimere. Questo eccellente risultato, questo modo del tutto nuovo di approcciare la digitalizzazione dell’industria, è stato reso possibile solo con una stretta collaborazione con i nostri partner Alleantia e Cisco».

La soluzione Vic schematizzata da Vodafone

Alleantia, un nome che è una vocazione

Stefano Linari, fondatore e ceo di Alleantia

Capita sempre più spesso negli ultimi mesi di trovare il nome di Alleantia al fianco di quelli di aziende ben più grandi e conosciute. In effetti, la piccola software house di Pisa deve il suo successo soprattutto ai numerosi accordi di partnership che ha saputo creare negli ultimi mesi, al centro dei quali c’è una componente software fondamentale, il gateway IioT che l’azienda ha sviluppato in anni di lavoro. Questo software, molto leggero per cui in molti casi può girare tranquillamente a bordo macchina, utilizza una libreria di “driver” (concettualmente simili a quelli usati da Windows per parlare con le periferiche) per dialogare con macchinari e sensori di ogni marca, attraverso tutti i più diffusi protocolli, e spedire i dati raccolti e organizzati ai sistemi It che controllano il business tramite una serie di traduttori software chiamati “connettori” (al momento circa una quarantina). Un concetto dunque apparentemente semplice, solo che nessuno lo aveva mai tradotto in pratica. «Siamo una software house italiana, una piccola azienda nata con l’idea di rendere l’IioT semplice e plug&play, ma ci eravamo fermati al software – spiega Stefano Linari, fondatore e ceo di Alleantia – Abbiamo sviluppato un software che permette di collegare dispositivi industriali in modo semplice, plug&play, senza scrivere una riga di codice grazie alla libreria di driver industriali più grande del mondo.

La nostra soluzione da anni è nominata da Gartner come vendor di riferimento nel settore per la facilità e per aver abbattuto le barriere fra Ot e It. Noi abbiamo sempre creduto che potesse esistere una soluzione software che potesse rendere semplice l’integrazione di dispositivi industriali. Quello che abbiamo fatto con questa attività di co-creation, è di dare una “casa” al software. Un dispositivo che si attacca alle proprie macchine, qualunque esse siano, e che permette immediatamente di fare qualcosa con i dati che esse generano». La mission di Alleantia è quella di uniformare i dati provenienti dai dispositivi industriali, perché questi possano essere integrati all’interno dei processi di business in maniera uniforme, senza doversi preoccupare del vendor del macchinario che li ha generati o doversi avventurare fra dettagli come protocolli e informazioni per addetti ai lavori, difficili da tenere in considerazione in una progettualità IoT, soprattutto parlando di piccole imprese. «Quello che vogliamo fare, integrandoci all’interno di Vic, è far lavorare i dati. Le macchine una volta che vengono interconnesse tramite Alleantia diventano sorprendentemente loquaci e queste informazioni devono essere prima di tutto raccolte, e questo viene fatto da una piattaforma cloud in bundle con Vic, dopodiché da lì l’imprenditore può vedere finalmente cosa le sue macchine volevano dirgli e che per anni aveva trascurato».

La tecnologia Alleantia è concepita come piattaforma di gestione grazie alle funzioni di configurazione, supervisione, attivazione, backup e restore, tutte portate in un unico punto da cui si può scegliere la modalità di fruizione della soluzione, come licenza pura o sottoscrizione as-a-service

E quali potrebbero essere i tipici ambiti di impiego della piattaforma, dal punto di vista di Alleantia? «Mi allaccerei a un recente comunicato di Ucimu, che dice che le macchine utensili in Italia stanno invecchiando. Nonostante gli incentivi fiscali, gli imprenditori non vedono più nella macchina il limite alla loro produttività, perché riducendosi il numero dei pezzi per singolo lotto, probabilmente il collo di bottiglia non è più il macchinario, ma la gestione del back-end aziendale. Quindi gli investimenti si stanno spostando verso l’interconnessione di macchinari esistenti, perché anche se datati è possibile comunicare con loro. E hanno molto da dire per ottimizzare flussi di lavoro, pianificare i fermi macchina, ridurre le manutenzioni o solo prevedere con maggiore precisione quando verrà consegnato un pezzo alla lavorazione successiva o al cliente. Questa è una necessità che molte piccole e medie aziende hanno, perché sanno di avere nel monitoraggio e supervisione dei loro processi un buco nero. Con Vic stiamo cercando di aprirlo, dando profondità alle loro conoscenze». Un secondo caso d’uso interessante è quello dell’industria agroalimentare, nella quale troviamo molto spesso strutture di produzione basate su impianti distribuiti geograficamente, e dove collegare tutti i sistemi per avere una visione d’insieme è un lavoro estremamente complesso, che diventa molto più semplice potendo contare su una soluzione pacchettizzata come Vic, dove ogni macchinario ha il suo gateway IioT e tutti i dati sono consolidati a livello del proprio account in cloud.

Un ultimo esempio riguarda i costruttori di macchinari, che magari vogliono dotare le macchine che costruiscono di tecnologie IioT che permettano ai loro clienti di migliorare i processi nel tempo eccetera, ma non hanno intenzione di diventare dall’oggi al domani esperti di informatica, gestori di sistemi cloud, e via di questo passo. «Questi costruttori possono dunque anch’essi rivolgersi a chi ha già una soluzione pacchettizzata per ottenere questi stessi risultati, in modo da potersi concentrare sul proprio core business». «Vic è una soluzione pensata e creata per abilitare qualsiasi impresa italiana nel processo di digitalizzazione – ha affermato Di Lorenzo di Vodafone Business – Ci ha guidato l’esigenza di semplicità. Vogliamo liberare il nostro cliente dalla gestione dell’IioT, dalla manutenzione, dagli aggiornamenti, da tutto. Vogliamo fornire un servizio chiavi in mano che il cliente possa ricevere a casa, installare, configurare e in poche ore accedere ai suoi dati e cominciare a capire cosa succede nel suo mondo industriale».

I target di Vic secondo Vodafone Business













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