Cobotica, sistemi di visione, intralogistica… che cosa c’è nel futuro del 5G di Vodafone Business?

di Piero Macrì ♦︎ Con il 5G la multinazionale delle tlc dà vita a infrastrutture logistiche e crea plant pronti in pochi mesi, senza costi di cablaggio. Mobile private network: tempi di risposta inferiori ai 10 millisecondi. Smart Label: etichette intelligenti per monitoraggio prodotti. Vodafone Industrial Connect: black box per la digitalizzazione di fabbrica in collaborazione con Alleantia, Cisco e Sas. Ne parliamo con Stefania Gilli

Robotica collaborativa, sistemi di visione, realtà aumentata e assistenza da remoto. Sono questi gli ambiti su cui si focalizzano i progetti “mobile industry di Vodafone Business, che si incrociano con quelli della logistica e dell’intralogistica. Le potenzialità sono enormi. Con il 5G la multinazionale delle telecomunicazioni può dare vita a infrastrutture per porti, aeroporti e interporti, e consentire la creazione di instant o temporary factory, ovvero plant che possono essere “ready to run” nel giro di pochi mesi, senza dover sostenere alcun costo di cablaggio. La mobile network porta innovazione anche nelle supply chain. E’ il caso di Smart Label, la soluzione basata su etichette intelligenti: consente tracciamento, monitoraggio e controllo di temperatura e umidità di prodotti che non possono subire alcuna alterazione in fase di trasporto. Una tecnologia che viene oggi sperimentata soprattutto da aziende farmaceutiche e alimentari. Nel manifatturiero la tecnologia a radio frequenza porta flessibilità: permette di riconvertire e riconfigurare linee e aree di lavoro con tempi di attrezzaggio veloci. 5G è la rete di nuova generazione che risponde alle esigenze di una produzione just in time, diversificata, discontinua e personalizzata.

Il punto di forza sta nella capacità di controllare i processi in tempo reale e nella capacità di supportare motori di intelligenza artificiale basati sul potere algoritmico del machine learning. Come afferma Stefania Gilli, country manager Iot di Vodafone Business, sono due i fattori che incentivano l’utilizzo del 5G in ambienti di produzione: bassa latenza, con tempi di risposta compresi nell’ordine dei millisecondi, e alta velocità di trasferimento dati. Funzionalità fuori dall’ordinario che sono per esempio servite a realizzare una mobile private network (mpn) a supporto di un sistema di controllo qualità per una linea di produzione di un’importante azienda manifatturiera: garantisce un throughput di 480 megabit secondo in upload e tempi di risposta inferiori ai 10 millisecondi. E’ stata progettata in architettura edge, con server di prossimità dove risiede la piattaforma per analisi dati e machine learning.







E’ solo una dei tanti use case con cui Vodafone sta avviando il suo percorso mobile factory. La next generation network può essere l’infrastruttura di un intero sito produttivo o una bolla di una singola area di lavoro o linea di produzione. Il nodo edge può risiedere on premise o su “mobile edge cloud (mec)”, micro data center di prossimità che Vodafone sta realizzando su tutto il territorio italiano. E per quanto riguarda la possibilità di connettere un numero massivo di dispositivi, ricordiamo che il 5G supporta 1 milione di prodotti connessi per km quadrato, una caratteristica importante soprattutto in porti e aeroporti e soluzioni smart city. «Per le aziende del manifatturiero, Vodafone si propone sia come provider di infrastruttura sia come fornitore di soluzioni, con un’offerta customizzata 4G-5G per la grande impresa e una as a service per le piccole e medie imprese», spiega Gilli. E’ il caso di Vic o Vodafone Industrial Connect, la soluzione prêt-à-porter dell’industrial IoT nata dalla collaborazione con Alleantia, Cisco e Sas. Una black box per la digitalizzazione di fabbrica la cui semplicità d’installazione è pari a quella di una comune Vodafone Station: permette di avere dati in tempo reale sul funzionamento degli impianti e delle macchine con un monitoraggio di ogni fase del ciclo produttivo.

 

Vedere le applicazioni dalla parte della connettività

Stefania Gilli, country manager Iot di Vodafone Business

5G è la rete wireless in assoluto più performante. Tuttavia, come dice Gilli, «mai dimenticare che l’infrastruttura di comunicazione va scelta in funzione delle esigenze applicative e in ottica di price-performance». Quale, dunque, il vettore migliore per supportare al meglio la mobile factory? 4G, 5G, Wi-Fi, rete cablata? Ebbene, così come utilizziamo Google Maps per capire quale possa essere il percorso più idoneo per arrivare alla meta, possiamo immaginare di poter comprendere quale sia la tecnologia migliore su cui far viaggiare i dati attraverso una valutazione di tutta una serie di parametri: caratteristiche volumetriche e ambientali dell’area da interconnettere, tempi di risposta e volume di dati da movimentare. «La tecnologia abilitante è funzione dello scenario applicativo, osserva Gilli. Noi ci preoccupiamo che il dato arrivi dove serve e quando serve. Può servire il 5g, ma può bastare il wi-fi o il 4G o un ibrido di queste».

La tecnologia a radio frequenza può essere estesa all’intero sito produttivo includendo sia aree indoor che outdoor. In ambito intralogistico e logistico supporta applicazioni wms e tms con la possibilità di gestire la movimentazione interna ed esterna della merce. Vodafone punta sulla creazione di mobile private network in grandi e grandissime aziende e sulla creazione di soluzioni fruibili as a service, che sono quelle più allineate alle esigenze delle pmi. «Abbiamo le capacità di realizzare soluzioni integrate che includono applicazioni e connettività. Nelle grandi aziende, il nostro ruolo si concentra soprattutto nella progettazione e implementazione della connettività. In questo caso personalizziamo e adattiamo la rete allo specifico caso, interagendo con il personale It dell’azienda e con software house e system integrator che fanno riferimento all’ecosistema aziendale. Tuttavia, nostra intenzione è essere un interlocutore a 360 gradi, con un’offerta che include sia la componente infrastrutturale sia quella applicativa, che deve essere espressa attraverso fortissime competenze verticali».

 

Ready to Run, l’Instant Factory in 5G

Vodafone Industrial Connect, la soluzione prêt-à-porter dell’industrial IoT nata dalla collaborazione con Alleantia, Cisco e Sas. Una black box per la digitalizzazione di fabbrica la cui semplicità d’installazione è pari a quella di una comune Vodafone Station: permette di avere dati in tempo reale sul funzionamento degli impianti e delle macchine con un monitoraggio di ogni fase del ciclo produttivo

Imprese con capacità produttiva distribuita possono sfruttare il 5G come elemento abilitante l’instant production. E’ il caso di un cliente tedesco di Vodafone. Come racconta Gilli, «Nel momento in cui deve mettere in produzione un nuovo prodotto seleziona il miglior candidato in base alla velocità con cui i plant manager affermano di poter approntare la nuova linea di produzione. Ecco, in un caso come questo, il 5G può fare la differenza poiché consente di ridurre i tempi di setup e attrezzaggio. Un vantaggio enorme rispetto alle tradizionali linee cablate». Il wireless è poi garanzia di flessibilità nella disposizione dei macchinari: consente una riconfigurabilità semplificata del layout di fabbrica. Possiamo anche immaginare, ipotesi del tutto fattibile, che all’interno dei plant possano esistere delle temporary factory: durano per il tempo necessario per sostenere un certo tipo di produzione e vengono poi riconvertite con la possibilità di riposizionare i macchinari a seconda del bisogno. Insomma, il 5G è l’opzione per tutte quelle aziende che vogliono passare una visione “statica” della fabbrica a una “dinamica”: una network resiliente che si presta a una molteplicità di varianti di produzione, riducendo i costi di adattamento.

 

Lavoratori connessi e comunicazione vehicle to vehicle

Manutenzione collaborativa e assistenza remota. E’ una delle applicazioni più promettenti del 5G. L’esempio è quello della metropolitana di Siviglia dove Vodafone ha realizzato una simulazione di una mobile private network che consente la comunicazione tra gli operatori addetti alla sicurezza e manutenzione. Sulla rete sono state condivise informazioni multimediali che riguardano guasti e malfunzionamenti di apparati e problemi di sicurezza. Una rete sperimentale che è stata concepita per avere il massimo della sicurezza, abilitante una comunicazione efficiente per prevenire disservizi. E’ uno dei tanti vertical IoT di che vengono resi disponibili in tutti i paesi del mondo dove Vodafone è presente. In questo caso, la soluzione connected worker è stata sviluppata da una software house israeliana ed è finalizzata ad assistenza remota con ausilio di videocomunicazione. Un altro progetto riguarda la copertura outdoor di un’area molto ampia, un circuito dove si effettuano test di comunicazione vehicle to vehicle e vehicle to infrastructure. L’ha voluto un’azienda dell’automotive.

 

5G come tecnologia abilitante il porto intelligente

Robotica collaborativa, sistemi di visione, realtà aumentata e assistenza da remoto. Sono questi gli ambiti su cui si focalizzano i progetti “mobile industry di Vodafone Business, che si incrociano con quelli della logistica e dell’intralogistica. Le potenzialità sono enormi. Con il 5G la multinazionale delle telecomunicazioni può dare vita a infrastrutture per porti, aeroporti e interporti, e consentire la creazione di instant o temporary factory, ovvero plant che possono essere “ready to run” nel giro di pochi mesi, senza dover sostenere alcun costo di cablaggio

Si pensi a una gru utilizzata in carico-scarico container in aree portuali. Costano cifre prossime ai 4 milioni di euro e la loro attività è pianificata e gestita dal terminal operating system, l’analogo del mes in ambiente portuali. «In queste aree, la tempistica è tutto, dice Gilli. Quando una nave arriva le operazioni di carico-scarico devono avvenire nei tempi programmati e concordati. Se non si rispettano le penali sono altissime, sia nei confronti dell’autorità portuale che degli armatori». E’ in casi come questi che il 5G rivela tutte le sue potenzialità. Un caso è quello del porto del Pireo, prima 4G ora 5G. Vodafone ha realizzato la rete privata del porto greco in soli tre mesi: copre tutti i terminal container e i moli, offrendo una capacità di rete garantita di 2,7 Gbps e un controllo real time dell’intera operatività: movimentazione container, carico-scarico, stoccaggio e distribuzione merci.

 

Smart label per monitorare la logistica

Nella logistica sarà presto disponibile anche in Italia un’applicazione di transport management system (tms) per il tracciamento e monitoraggio dei pacchi. Un modulo che contiene un chipset con integrata una sim e un’antenna con etichette intelligenti o smart label dotate di sensori per rilevare accelerazioni, temperatura e umidità per un tracciamento automatizzato in ogni fase del viaggio: dalla produzione, al transito, allo stoccaggio fino alla consegna ultimo miglio. Inizialmente utilizzata in ambito farmaceutico, dove la movimentazione dei prodotti deve essere strettamente controllata dal punto di vista della temperatura, evidenzia le alterazioni subite e permette agli operatori di risolvere condizioni critiche. E’ la smart logistic che si può sviluppare con l’Industrial IoT. Una soluzione di grande utilità, basti pensare che il valore dei danni delle merci in transito è valutato nell’ordine di 4 miliardi di euro l’anno. Prevenirli sarebbe un bel risparmio.

 

Costi dispositivi 5G e gap digitale, quello che frena il mercato

Quali gli ostacoli che possono ostacolare l’implementazione di mobile private network 5G e soluzioni as a service? «La diffusione di soluzioni 5G sono in parte limitate da una situazione contingente, spiega Gilli. Ci si aspettava una discesa dei costi di modem e apparati più veloce, ma la scarsità di materie prime non ha giocato a nostro favore. A volte gli investimenti vengono posticipati in attesa di un clima economico più favorevole. E poi incide il gap di competenze. Molti imprenditori non hanno consapevolezza del valore delle soluzioni. Certo, anche da parte nostra, e qui riguarda soprattutto il mercato pmi, dobbiamo fare uno sforzo per dotare la forza vendita delle competenze necessarie. Insomma, serve formazione, poiché le soluzioni, per quanto integrate e pronte all’uso, vedi Vic, non si vendono come un qualsiasi prodotto commodity, quanto meno in questo momento. Ed è in questo senso che ci stiamo impegnando».














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