Abbasso la mini-Ires, evviva l’Ace (Aiuto alla crescita economica). Il Documento programmatico di bilancio (Dpb) – che indica i cardini della legge di bilancio e attende il via dalla Commissione europea – è scritto. Nel testo, in cui legge di Bilancio e decreto fiscale si incrociano, si trova tra l’altro il ritorno a una disposizioni del 2011 (Governo Monti): l’Ace, appunto. L’idea alla base di questa agevolazione era, ed è, quella di equilibrare il trattamento tra imprese che si finanziano con debito (prestiti) e imprese che si finanziano con capitale proprio.
L’Ace è una deduzione, dal reddito imponibile netto, di un importo che corrisponde al rendimento figurativo degli incrementi di capitale proprio realizzati.
A chi è utile Ace
La deduzione è rivolta alle società di capitali, gli enti commerciali, gli imprenditori individuali, le società in nome collettivo e in accomandita semplice in regime di contabilità ordinaria. Il bonus è cresciuto sino al 2017, quando ha iniziato il crollo, fissandosi all’1,5% del 2018, per essere cancellato dalla legge di Bilancio dello scorso anno (a sostituirlo la mini-Ires). Gli ultimi dati relativi al 2017 indicano in 622mila imprese, tra ditte individuali e società di persone e capitali, i soggetti che hanno usufruito dell’Ace.