Tortoriello (Industriali Lazio): per la ripresa serve progettualità vera. Un piano c’è, di Visco

Il presidente di Unindustria a 360° su politica industriale e Decreto Rilancio, in un’intervista rilasciata all’Ansa. Preoccupazione per l’occupazione

«Chiamarli Stati Generali è eccessivo, forse è più corretto dire ‘brain storming’, qualcuno l’ha definita passerella ma io direi brain storming: ognuno va là e espone». Il leader degli industriali del Lazio, Filippo Tortoriello, intervistato dall’Ansa, quindi si domanda: «Ci si rende conto di quale drammaticità sta vivendo il nostro Paese? Servirebbe “un colpo di remi, forte, per ripartire”, avverte, ma “il tempo passa, i problemi si acuiscono, e non ci sono soluzioni adeguate».

In attesa da anni di riforme, oggi, con il Covid-19 «siamo arrivati al 2020 in una situazione drammatica ed il premier dice che forse ad agosto… ‘forse’. Ma è normale? Per misure sulle infrastrutture parla di luglio, di agosto, di settembre… Ci si rende conto di quale drammaticità sta vivendo il nostro Paese? Ci si rende conto di quale sarà la caduta del Pil nel 2020? Ci si rende conto che recuperare sarà uno sforzo sovrumano? È uno sforzo che richiede determinazione, una volontà politica forte, chiara, trasparente».







Il ruolo degli industriali? Il pressing del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sul Governo? Confindustria «non è alla ricerca dello scontro. Non è un problema di scontro – dice il leader degli industriali del Lazio – Il problema è che bisogna evidenziare con chiarezza i fatti, senza nascondersi, che serve un confronto franco, aperto e costruttivo. Questo è l’obiettivo. Noi abbiamo un obiettivo forte, che è quello di far crescere il nostro Paese, farlo ritornare ai fasti che merita».

Serve «una capacità di governance politica che sia all’altezza di questi obiettivi, che ci sia una visione del Paese e che ci sia progettualità vera, che si affrontino i problemi veri». È allarme anche per l’occupazione: «Il rischio è per settembre quando verranno sbloccati i licenziamenti». L’azione del Governo? Gli Stati generali. «Anche per il ‘piano Colao‘ nonerano stati dati indirizzi per sviluppare proposte. Ha fatto un elenco di cose assolutamente condivisibili».

Ma un piano per il Paese c’è, indica Tortoriello: «Credo che la traccia importante, significativa, forte, vera, l’abbia data il Governatore della Banca d’Italia: è una base su cui partire e su cui impostare una progettualità vera, forte, severa, da presentare anche all’Europa per dire ‘noi faremo questo, lo faremo in questi tempi e con queste necessità economiche, pronti di volta involta ad informarvi su come stanno procedendo le riforme”. Intanto, avverte, “a settembre avremo uno scenario fortemente preoccupante e ci troviamo di fronte a delle dichiarazioni di buona volontà» del governo: «Gli obiettivi dei decreti leggi erano condivisibili ma l’attuazione assolutamente inadeguata».

Come per “l’ultimo decreto, chiamato ‘rilancio‘. Rilancio non so di cosa. Solo sismabonus ed ecobonus possono essere considerati di stimolo all’economia ma anche là dovranno esserci i decreti attuativi. Vogliono che definire anche i materiali da utilizzare, diventa ancora una volta un percorso complicato, farraginoso. Si parte sempre da un’assioma: che c’è uncomportamento non corretto dei cittadini italiani. Dobbiamo cambiare questa logica. Siamo in uno scenario in cui dobbiamo sempre dimostrare di essere innocenti, e questo non va assolutamente bene». E «servono norme chiare. Il Dl rilancio fa riferimento a novanta leggi, anche a un regio decreto del 1910. Lo apri, lo leggi, ci capisci qualcosa? Abbiamo un senso di frustrazione incredibile».

Viste dal mondo delle imprese, indica Tortoriello, “queste dinamiche che stanno caratterizzando questa fase governativa si muovono tutte sulla base di grandi dichiarazioni poi nella realtà non si bene conto delle problematiche. Ci si muove senza tener conto di tutto quanto può ostacolare il raggiungimento degli obiettivi. Vediamo difficoltà di accesso a quelle forme difinanziamento per l’emergenza liquidità, che poi è indebitamento. La Cig ha difficoltà ad essere elargita. E ascoltiamo anche dichiarazioni del presidente dell’Inps che sono imbarazzanti rispetto al sistema delle imprese». (Ansa).














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