Droni, elicotteri, robot: i lavori sotto tensione super high-tech di Terna

di Marco De' Francesco ♦︎ L’azienda guidata da Stefano Donnarumma incrementerà il numero di tecnici e operatori specializzati abilitati per gli Lts: da 150 a 200 unità. E utilizzerà nuove tecnologie: cestelli isolanti, tute più leggere, elicotteri. Il centro di addestramento specifico, i laboratori elettrici e la fiera Icolim. Ne parliamo con Alessandro Trebbi

Tecnici di Terna impegnati in attività di manutenzione linee

lavori sotto tensione (Lts) sono cruciali per Terna, la società quotata in Borsa che – presieduta da Valentina Bosetti e guidata dal Ceo Stefano Donnarumma – gestisce la rete elettrica nazionale “high voltage”. Infatti, a differenza di quelle “convenzionali”, queste attività consentono di effettuare il monitoraggio e la manutenzione delle linee senza interrompere il flusso elettrico, garantendo quindi la continuità del servizio con evidenti benefici per il sistema Paese. Pertanto, Terna ha messo in pratica, in materia, una precisa strategia che evolverà nei prossimi anni per rendere queste attività ancor più funzionali ed efficienti per la gestione in piena sicurezza del sistema elettrico nazionale.

I lavori sotto tensione saranno attività sempre più quotidiane per Terna che incrementerà il numero dei tecnici e degli operatori specializzati abilitati per questi lavori, portandolo dalle attuali 150 alle 200 unità. Questo consentirà di poter eseguire più interventi – attualmente Terna ne conduce tra i 1.800 e i 3mila ogni anno sui circa 75mila km di rete che l’azienda gestisce sul territorio nazionale – soprattutto sulle linee di trasmissione più importanti.







In secondo luogo, molto aiuterà anche l’introduzione di nuove tecnologie per rendere più efficaci e tempestive tali attività. Tra queste, l’utilizzo di droni dotati di un braccio isolante; robot in grado di controllare un’intera campata; elicotteri capaci di intervenire in loco, sul conduttore, con un cesto isolato che ospita personale formato. Ne abbiamo parlato con Alessandro Trebbi, Head of Asset Management di Terna.

 

I lavori “convenzionali” e quelli sotto tensione

1)      Due metodologie diverse

Stefano Donnarumma e Valentina Bosetti

Quando parliamo della rete gestita da Terna, facciamo riferimento a valori di tensione pari a 380mila volt. Ma la manutenzione delle infrastrutture e gli interventi sulle reti elettriche sono necessari e a volte non differibili. Dunque, si parla di “lavori convenzionali” quando l’asset oggetto di attività viene isolato dalla rete. «A quel punto, su quel tratto di linea non passano più gli elettroni; il problema è risolto a monte, e si opera su un impianto messo in sicurezza» – chiarisce Trebbi. Si parla, invece, di “lavori sotto tensione” (Lst) quando «i tecnici operano con gli impianti in pieno funzionamento; gli elettroni circolano e pertanto la situazione va gestita con metodologie e competenze diverse, per evitare il concretizzarsi di qualsiasi rischio» – afferma Trebbi. Per questo genere di attività, Terna ottiene una autorizzazione triennale da parte del Ministero del Lavoro. La materia è regolamentata da diverse normative, ad esempio la UNI CEI EN ISO/IEC 17025 del 2018.

 

2)      Quando si procede con i lavori convenzionali e quando con gli Lst

Dal momento che con i lavori convenzionali il problema è congelato e non c’è rischio, perché non si adotta sempre questa metodologia? «Si pensi a un impianto industriale che, connesso alla rete da un solo collegamento, consuma o produce energia: se “si stacca la spina”, resta completamente isolato, con danni economici per l’azienda in questione e per Terna. Si tratta di garantire la continuità operativa. Con i lavori sotto tensione l’azienda può continuare le sue attività mentre Terna effettua le proprie verifiche di manutenzione e monitoraggio della rete. Si stima che gli Lst consentano un risparmio per il sistema elettrico italiano compreso tra i 60 e i 90 milioni di euro all’anno». E allora, ragionando al contrario, perché non si adottano sempre i lavori sotto tensione? «Perché non tutte le operazioni possono essere svolte con questa modalità. Certo non è possibile sostituire, ad esempio, un conduttore con la linea attiva» – chiarisce Trebbi. Di fatto gli Lst si utilizzano solo per il monitoraggio e per la manutenzione.

 

3)      Diversi anche nell’abbigliamento tecnico

A seconda della tipologia di intervento, si predispone un team di operatori Lst più o meno numeroso. Una parte della squadra di lavoro opera in quota, sul traliccio a diversi metri di altezza; un’altra (che comprende il caposquadra) segue i lavori da terra. I tecnici dei lavori convenzionali vestono in genere una tuta blu e indossano un elmetto bianco; quelli dei Lst hanno un’uniforme arancione e un caschetto giallo (quello del caposquadra è rosso).

 

Tre parole chiave e tre obiettivi da raggiungere

Tecnici di Terna impegnati in Lavori Sotto Tensione

Anzitutto la sicurezza, «che nel caso dei lavori sotto tensione si compone di più elementi: la formazione dedicata, l’osservanza di procedure rigorose e l’utilizzo di strumenti continuamente testati in laboratorio» – specifica Trebbi.

In secondo luogo, l’efficienza, «perché si adotta la metodologia dei lavori sotto tensione quando ci sono i presupposti per generare un beneficio non solo per la rete elettrica, ma, come detto, per il sistema Paese in generale. Terna adotta i lavori sotto tensione dopo un’attenta analisi dei costi, per Terna stessa (che peraltro è partecipata al 29,85% da Cdp Reti, principale azionista, ndr) ma anche per i fruitori del servizio» – continua Trebbi. Infine, la sostenibilità, perché solo un’infrastruttura ben strutturata e manutenuta «può garantire la massima integrazione delle fonti green, dai pannelli solari alle pale eoliche» – termina Trebbi.

 

Nuove tecnologie sperimentali per gli lst

1)      Il cestello isolante

Alessandro Trebbi, Head of Asset Management di Terna

«Abbiamo realizzato un cestello isolante, che consente di svolgere i lavori sotto tensione in piena sicurezza» – afferma Trebbi. Il cestello è la parte più alta della piattaforma mobile che consente ai tecnici specializzati di lavorare in quota: la platform comprende, oltre al veicolo, anche un braccio meccanico isolante e degli stabilizzatori. Sul cestello possono salire due operatori. La morfologia, chiaramente, rende più difficile l’utilizzo della piattaforma in zone di montagna o nei boschi.

2)      Tute molto più leggere

Contrariamente a ciò che si potrebbe immaginare, le tute degli operatori Lst quando devono lavorare a diretto contatto con la linea in tensione (lavoro a potenziale) non sono in materiale isolante, ma di metallo, che è un conduttore. Il tecnico specializzato aggancia la tuta al conduttore in più punti, in modo tale da mantenere la stessa differenza di voltaggio e, quindi, da non creare un passaggio di corrente. Se la tensione è la stessa, infatti, non passano gli elettroni. «Un tempo, queste tute pesavano molto, negli anni c’è stata un’evoluzione di prodotto e oggi il peso si è ridotto a due – tre kg» – afferma Trebbi.

3)       I droni con braccio isolante

C’è un duplice vantaggio nell’utilizzo dei droni per il monitoraggio e la manutenzione della rete. Anzitutto, la possibilità di portarsi (e con tutta sicurezza) a una distanza davvero ravvicinata dal punto di interesse, e poi la riduzione dei tempi di intervento. Che si tratti di controllare lo stato di avanzamento di un cantiere o di prevenire un guasto, diventa tutto più facile, veloce ed economico. Il drone peraltro permette di rilevare dettagli microscopici; e quindi migliora la quantità e la qualità dei dati raccolti. «Se il drone si avvicina troppo a un conduttore a 380mila Volt fino a toccarlo rischia di danneggiare i circuiti interni e l’aeromobile a pilotaggio remoto potrebbe non essere più operativo» – afferma Trebbi. Di qui l’idea di dotare il drone con un braccio isolante, in modo da poter operare senza correre questo rischio. In particolare, il drone con braccio isolante è destinato a monitorare i giunti, che sono un elemento essenziale della rete, dal momento che svolgono un lavoro sia meccanico che elettrico. «Ne controlleranno la resistenza elettrica, un parametro molto rilevante» – afferma Trebbi.

4)      I robot e gli Lst

Terna sta ingegnerizzando un robot capace di percorrere un intero conduttore e, quindi, di ispezionare tutta la campata, che normalmente è lunga tra i 300 e i 400 metri. «Questo robot funziona bene nel caso di lavori convenzionali, ma la sua operatività negli Lst, con la linea in tensione, è oggetto di approfondimento» – commenta Trebbi.

5)      Gli elicotteri

«Siamo in contatto con una società francese, che utilizza gli elicotteri per i lavori sotto tensione. Noi pensiamo che gli operatori possano “scendere” sul conduttore con un cestello isolato da funi isolanti che lo mantengono agganciato all’elicottero in volo» – afferma Trebbi. Ma non sarebbe una pratica un po’ costosa? «Ci sono situazioni in cui l’indisponibilità di linee elettriche critiche può comportare danni ingenti: la soluzione migliore potrebbe essere proprio quella dell’utilizzo di un elicottero» – commenta Trebbi.

 

La formazione

Centro Nazionale di Controllo

In questi anni Terna ha acquisito un livello di expertise tra i più accreditati in Europa e figura tra i leader mondiali nel settore per competenza e professionalità. L’azienda, inoltre, è tra le poche società in Europa a essersi dotata di un centro di addestramento specifico per i lavori sotto tensione e tra le prime al mondo ad aver istituito un proprio laboratorio accreditato per eseguire le prove di verifica sulle attrezzature e sui Personal Protective Equipment. Nella sede di Terna a Viverone (Biella) si trova il centro di addestramento tecnico dedicato ai Lavori Sotto Tensione. Un centro unico in Italia, tecnologicamente avanzato e professionale, una vera e propria scuola di elevata formazione. Per ricevere la qualificazione di Operatore Lst, il personale selezionato deve fare un percorso formativo i cui contenuti sono concordati e validati dal Ministero del Lavoro. «Il corso base dura 14 settimane: ogni giorno si fa sia teoria che pratica. Ad esempio, salita su palo, manovre di emergenza e altro» – afferma Trebbi.

 

I laboratori

Sempre la sede Terna di Viverone (Biella) ospita uno dei tre laboratori elettrici (gli altri due sono a Civitavecchia, nel Comune di Roma, e a Frattamaggiore, nel Comune di Napoli). «In questi centri – afferma Trebbi – vengono controllate in laboratorio circa 10mila attrezzature per Lst. Aste isolanti sono sottoposte ad alta tensione per più di un minuto, per vedere come reagiscono».

 

Icolim, la fiera internazionale dei lavori sotto tensione

Icolim al Lingotto

Dal 15 al 17 giugno 2022, Terna ha organizzato e coordinato la tredicesima edizione di Icolim, la principale manifestazione internazionale dedicata ai Lavori Sotto Tensione (LST) che si è tenuta quest’anno presso il Lingotto Fiere di Torino. Per l’evento, che ha riunito i maggiori esperti mondiali dei metodi operativi per intervenire sulle linee elettriche senza interrompere il flusso di energia, Terna ha assunto la presidenza di turno della LWA (Live Working Association), l’associazione europea che dal 1992 organizza il forum. Presenti più di 500 persone e oltre 50 delle principali aziende del settore elettrico, rappresentative di circa 20 Paesi, tra cui gestori di rete, società di distribuzione, e ancora tecnici e ingegneri del mondo accademico e della ricerca.

La tre giorni di incontri e conferenze, che ha ricevuto il patrocinio dalla Regione Piemonte e dal Politecnico di Torino, si è posta come obiettivo quello di tracciare lo stato dell’arte nell’ambito dei lavori sotto tensione, condividendo le rispettive esperienze e le best practices nonché i nuovi strumenti, le attrezzature, i materiali, le normative e le procedure, la formazione e le innovazioni applicate agli interventi di manutenzione e monitoraggio delle linee elettriche e delle stazioni, per una sempre maggiore sicurezza, efficienza e sostenibilità delle infrastrutture. Inoltre, una giornata è stata dedicata esclusivamente alle dimostrazioni pratiche, presso la stazione elettrica di Terna a Rondissone, in provincia di Torino.














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