Adriatic Link: il collegamento sottomarino di Terna che unisce Nord e Sud Italia. Ecco come

di Laura Magna ♦︎ Investimento da un miliardo per l'elettrodo invisibile che collega Abruzzo e Marche. Lungo complessivamente circa 250 km, sarà costituito da due cavi sottomarini di circa 210 km e due cavi terrestri di circa 40 km. Obiettivo: rafforzamento della sicurezza e dell’affidabilità energetica del Paese. Ne parliamo con Davide Salzano ed Enrico Maria Carlini

Se il Tyrrhenian Link di Terna, il Transmission System Operator italiano, è il più importante progetto al mondo per la trasmissione di energia elettrica sotto il mare, anche l’Adriatic Link primeggia nella graduatoria delle più grandi opere industriali a livello nazionale degli ultimi anni. Si tratta di un intervento fondamentale per la rete elettrica che l’azienda guidata da Giuseppina Di Foggia sta costruendo per rendere il nostro Paese efficiente e indipendente sul fronte dell’energia, oltre che sempre più green e sostenibile. L’Adriatic Link è un nuovo elettrodotto sottomarino “invisibile” in corrente continua che collegherà Abruzzo e Marche, funzionale all’integrazione dell’energia prodotta dagli impianti eolici e fotovoltaici, presenti in gran parte nel Sud Italia, nonché al rafforzamento della sicurezza e dell’affidabilità tra Sud e Nord Italia. Per l’opera, Terna investirà oltre 1 miliardo di euro coinvolgendo circa 120 imprese tra quelle dirette e l’indotto.

A differenza del Tyrrhenian Link, che utilizza cavi a massa impregnata equipaggiati con una doppia armatura con livello di tensione 500 kV, i cavi dell’Adriatic Link sono realizzati in alluminio con isolamento in XLPE. Non cambia la capacità di trasporto (1000 MW) né la tecnologia HVDC (High Voltage Direct Current), che permette il trasporto su lunghissime distanze; sono le stesse anche le tecnologie VSC (Voltage Source Converter) impiegate per le stazioni elettriche di conversione da energia alternata a continua e viceversa. E anche quelle relative al software per il controllo da remoto e l’analisi dei dati dei sistemi di monitoraggio.







Per comprendere l’enorme valore industriale e le caratteristiche tecniche dell’Adriatic Link, abbiamo intervistato due manager di Terna: Enrico Maria Carlini, responsabile pianificazione del sistema elettrico e autorizzazioni, e Davide Salzano, responsabile project management competence center della direzione Grandi progetti e sviluppo internazionale.

Adriatic Link: l’opera che unisce elettricamente Nord e Sud Italia

Enrico Maria Carlini, responsabile pianificazione del sistema elettrico e autorizzazioni di Terna

Intanto, lo scorso dicembre, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) ha avviato il processo autorizzativo dell’opera, in largo anticipo sulla tabella di marcia. «Auspichiamo una partecipazione di mercato ampia – dice Carlini. Per progetti infrastrutturali così complessi, ricorriamo all’outsourcing con contratti di ingegneria, appalto e costruzione (Epc). Abbiamo emesso le richieste di acquisto e di offerta per i cavi a settembre 2022 mentre per le Stazioni di Conversione novembre 2022». In generale, «il progetto è il risultato di un lungo percorso di confronto e dialogo con il territorio che, da dicembre 2020 a oggi, si è concretizzato in oltre 100 incontri, svolti anche nell’ambito della Consultazione Pubblica con amministrazioni regionali e comunali, associazioni e cittadini, per raccogliere proposte utili a formulare le scelte progettuali», spiega Carlini. «Ipotizziamo di avere l’aggiudicazione del contratto di fornitura dei cavi entro il 2023 e l’aggiudicazione delle stazioni di conversione nel 2024; la piena operatività del nuovo elettrodotto sottomarino è prevista entro il 2028».

Riconoscendone l’importanza strategica, l’Autorità di regolazione per l’energia reti e ambiente (Arera) ha chiesto l’entrata in esercizio due anni in anticipo rispetto alle previsioni iniziali. L’Adriatic Link avrà un ruolo di primo piano nello sviluppo e nell’integrazione delle fonti rinnovabili contribuendo alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano e – coerentemente con gli obiettivi europei del pacchetto Fit-for-55 – rafforzerà ulteriormente il ruolo di Terna di regista e abilitatore della transizione ecologica, nonché quello dell’Italia di hub elettrico dell’Europa e dell’area mediterranea. «L’energia da fonti rinnovabili è localizzata principalmente nel sud Italia e nelle isole e, pertanto, dobbiamo prevedere un’importante capacità di trasporto – spiega Salzano. Una rete che consenta di raccogliere l’energia dove viene prodotta e di trasportarla nei centri di carico del Nord, dove c’è maggior presenza di persone ma anche di industrie. Questo vale nel contesto italiano, ma se allarghiamo lo sguardo all’Europa, i due maggiori bacini di rinnovabili sono l’eolico nel mare del Nord e il fotovoltaico nel Mediterraneo. Dobbiamo avere la possibilità di trasferire quest’energia da un bacino all’altro in base alla disponibilità delle fonti primarie e alle esigenze dei consumatori. L’Italia si trova al centro e la connessione con la Tunisia, attraverso la Sicilia, sarà cruciale per rafforzare il ruolo del Paese come hub energetico del Mediterraneo». Il riferimento è alla nuova interconnessione elettrica con la Tunisia, per cui lo scorso 9 dicembre il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha avviato il procedimento autorizzativo: il ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua – 200 km di lunghezza e una profondità massima di 800 metri – che collegherà le coste del Nord Africa all’Italia attraverso la Sicilia.

 

Il potenziamento della dorsale Adriatica passa anche da Hypergrid, la rete che abbraccia il Paese

Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna

Il corridoio adriatico della penisola è altrettanto importante di quello Tirrenico. Tanto che una delle nuove cinque dorsali che costituiscono Hypergrid, il fulcro del Piano di Sviluppo decennale da oltre 21 miliardi di euro di investimenti di Terna presentato nel mese di marzo, collega proprio la Puglia all’Emilia-Romagna, proseguendo e rafforzando il tragitto dell’Adriatic Link. Hypergrid «rappresenta una nuova visione strategica – ha commentato l’ad di Terna, Stefano Donnarumma, in occasione della presentazione del Piano. Si tratta di una rete che abbraccia la Penisola, più marina che continentale, in grado di raddoppiare la capacità di trasporto dell’energia tra Sud e Nord». «In pratica – sottolinea l’ingegner Carlini – la rete Hypergrid consiste in una serie di ammodernamenti e riconversioni di elettrodotti già esistenti sulle dorsali Tirrenica e Adriatica della penisola e verso le Isole. Sarà possibile raddoppiare la capacità di scambio tra zone di mercato, passando dagli attuali 16 GW a oltre 30 GW. In aggiunta, lo sviluppo delle dorsali in corrente continua consentirà di minimizzare il consumo di suolo e l’impatto sul territorio».

La Dorsale Adriatica, HVDC Foggia-Villanova-Fano-Forlì collegherà la parte settentrionale della Puglia fino all’Emilia Romagna, passando per l’Abruzzo e le Marche, con un collegamento complessivo di oltre 500 km. L’opera permetterà di ridurre le congestioni di rete in regioni caratterizzate da un’elevata produzione rinnovabile, come ad esempio la Puglia. L’intervento prevede lo sviluppo in due fasi: la prima consiste in un collegamento Hvdc aereo tra Foggia e Villanova (Pescara) e il raddoppio dell’Adriatic Link con un nuovo collegamento sottomarino; la seconda, invece, prevede la realizzazione di un collegamento Hvdc aereo tra Fano (Pesaro Urbino) e Forlì. Un grande progetto che si inserisce sinergicamente con gli interventi già pianificati per il trasporto di energia rinnovabile dalle regioni del Sud a quelle del Nord Est: il Veneto rappresenta, infatti, la seconda regione in Italia per domanda elettrica dopo la Lombardia. Per l’intervento saranno investiti complessivamente circa 2,4 miliardi di euro.

La Dorsale Adriatica, HVDC Foggia-Villanova-Fano-Forlì collegherà la parte settentrionale della Puglia fino all’Emilia Romagna, passando per l’Abruzzo e le Marche, con un collegamento complessivo di oltre 500 km. L’opera permetterà di ridurre le congestioni di rete in regioni caratterizzate da un’elevata produzione rinnovabile, come ad esempio la Puglia

 

I cavi dell’Adriatic Link: le caratteristiche dell’elettrodo invisibile

L’Adriatic Link consentirà di incrementare di circa 1000 MW la capacità di scambio tra le zone Centro-Sud e Centro-Nord del Paese, aumentando la sicurezza, l’efficienza e la resilienza dell’intera rete elettrica di trasmissione nazionale. L’opera, che era stata inserita da Terna nel Piano di Sviluppo del 2018, «permette di incrementare la capacità di trasporto tra Centro Sud e Centro Nord – continua Carlini. La rete elettrica italiana è, da un punto di vista operativo, estremamente complessa da gestire. Sulla nostra rete di trasmissione esistono infatti sezioni che hanno reso necessario identificare le cosiddette “zone di mercato” e fissarne i limiti di trasmissione. Eliminare questi “colli di bottiglia” fa parte dei compiti di Terna, grazie soprattutto allo sviluppo della rete. Per le zone Sud e Isole (Sicilia e Sardegna) le richieste di connessione presentano una potenza nominale fino a 5 volte superiore rispetto alla previsione della capacità installata al 2030. L’effettiva realizzazione delle richieste di connessione potrebbe determinare un importante incremento di congestioni su determinate porzioni di rete, con conseguente necessità di pianificare nuovi sviluppi infrastrutturali al fine di integrare i contingenti Fer previsti, garantendo un livello accettabile di overgeneration e un trasporto fluido dell’energia dal sud Italia verso le regioni del nord a maggior consumo».

 

Terna investirà circa 11 miliardi di euro per il progetto Hypergrid. cinque nuove dorsali elettriche che consentiranno di raddoppiare la capacità di scambio dell’energia da sud verso nord

L’Adriatic Link è un progetto all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e ambientale. L’elettrodotto ‘invisibile’, lungo complessivamente circa 250 km, sarà costituito da due cavi sottomarini di circa 210 km e due cavi terrestri di circa 40 km. La posa dei cavi in mare raggiungerà una profondità massima di 100 metri.– precisa Salzano. – La tecnologia di trasmissione è la stessa del Tyrrhenian Link ma utilizza l’XLPE (polietilene reticolato) e il conduttore è in alluminio , non in rame. Il collegamento è equipaggiato di fibre ottiche per fornire informazioni al centro di controllo nazionale di Roma e ai centri di controllo e conduzione territoriali dal quale si governa il sistema elettrico e tutti gli asset di Terna. Avere in tempo reale dati dal campo è fondamentale per gestire in scurezza un sistema elettrico che è sempre più complesso».

Le stazioni terminali per la conversione da energia alternata a continua

Le due stazioni di conversione saranno realizzate nelle vicinanze delle rispettive stazioni elettriche esistenti di Cepagatti (PE), per l’Abruzzo, e di Fano (PU), per le Marche, e avranno un impatto sul territorio molto ridotto. «Le due stazioni terminali, ad altissimo contenuto di tecnologia, per la conversione da energia alternata a continua sono le uniche parti visibili. Dove possibile vengono realizzate con soluzioni architettoniche che le integrano sul territorio».

Il cuore delle stazioni elettriche di conversione è il convertitore, che è anche la parte più complessa dal punto di vista tecnologico, prevalentemente costituito da componenti di elettronica di potenza, e che viene comandato dal sistema di controllo, il vero e proprio “cervello” dell’impianto. Infatti, tale sistema, che comanda e controlla il funzionamento dell’intero impianto, deve essere integrato nella porzione di rete già in esercizio, e sulla base di specifiche tecniche definite da Terna, viene sottoposto a severe sessioni di test per simulare in laboratorio le reali condizioni di esercizio e successivamente testato durante la fase di commissioning, un momento importante durante il quale si verifica in sito che il sistema soddisfa tutti i requisiti richiesti». 

La tecnologia italiana che protegge l’ambiente

Al fine di tutelare le coste in cui approderà il collegamento, il passaggio tra cavo marino e terrestre sarà realizzato facendo ricorso a tecniche avanzate come la trivellazione orizzontale controllata (Toc). «Questa tecnica permette di installare una tubazione per la posa dei cavi all’approdo annullando l’impatto dei lavori sul litorale e garantendo la necessaria protezione del collegamento elettrico – dice Carlini – In corrispondenza della battigia si raggiungerà una profondità dei cavi compresa tra 4 e 8 metri, mentre si prevede l’interro dei cavi marini e batimetriche superiori ai 10-15 metri, subito in uscita dalla tubazione del drilling».

 

Adriatic Link rafforzerà lo scambio di energia nella parte centrale della penisola italiana rispondendo alle esigenze di sicurezza e flessibilità del sistema elettrico nazionale e agli obiettivi di incremento di energia da fonti rinnovabili

«Parimenti – aggiunge Salzano – per il tracciato terrestre si utilizzerà per lo più la viabilità stradale esistente evitando così ulteriori impatti. Nell’ambito della survey marina, sono stati ispezionati circa 700 km² di Mare Adriatico certificando l’idoneità del fondale alla realizzazione del progetto. L’attività si è svolta in due fasi: durante la prima sono stati valutati gli aspetti geologici, sedimentologici, sismici, l’erosione costiera, la flora, la fauna e gli ecosistemi, mentre nella seconda sono stati analizzati rilievi batimetrici, morfologici e geofisici per predisporre il progetto definitivo da avviare in autorizzazione». «Impieghiamo tutte le risorse per minimizzare anche l’impatto sul territorio – dice Salzano. Per il tracciato dei cavi abbiamo 24 km terrestri lato Abruzzo definiti grazie alla Consultazione Pubblica fatta con il territorio, che ha consentito di utilizzare tutta la viabilità esistente. Per quanto riguarda le Marche si tratta di 17 km. Per definire il tracciato terrestre abbiamo realizzato una grande concertazione con tutti gli stakeholder».

La progettazione partecipata

Davide Salzano, responsabile project management competence center della direzione Grandi progetti e sviluppo internazionale di Terna

Un aspetto interessante del modo in cui si è arrivato ad anticipare l’iter autorizzativo è la progettazione partecipata. «A settembre 2021 si è aperta la fase di consultazione pubblica con il territorio in entrambe le Regioni coinvolte (Marche e Abruzzo) – dice Carlini – Terna ha organizzato un programma di incontri digitali, anche a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, con le Amministrazioni locali e i cittadini dei cinque Comuni interessati dall’opera. Terminati gli incontri, tutti i soggetti interessati hanno potuto presentare le loro osservazioni e richieste aggiuntive». Le ipotesi localizzative sono state studiate in modo tale da contenere per quanto possibile la lunghezza delle tratte in cavo (sia terrestri sia marine) per occupare la minor porzione possibile dei territori terrestri e marini; minimizzare l’interferenza con le zone di pregio ambientale, naturalistico, paesaggistico e archeologico; recare minor impatto possibile alle proprietà interessate; utilizzare per i tracciati terrestri quanto più possibile la viabilità esistente di  dimensioni tali da poter accogliere la nuova infrastruttura. «Durante la fase concertativa, Terna non si relaziona solo con istituzioni o associazioni ma è solita coinvolgere anche la cittadinanza, chiamandola ad esprimere i propri suggerimenti sulla localizzazione delle opere, in quella che può definirsi una vera e propria progettazione partecipata – continua Salzano – Le comunità locali interessate dalla realizzazione di nuove infrastrutture elettriche rappresentano, infatti, per Terna uno stakeholder importante».

Per questo dal 2015 Terna organizza una serie di incontri sul territorio che consentono di rapportarsi direttamente con chi vive all’interno delle aree destinate a ospitare le infrastrutture, permettendo di illustrare in modo chiaro i progetti, ma anche accogliendo pareri e suggerimenti da parte degli abitanti che vivono e conoscono il territorio. Gli incontri a partecipazione libera sono spesso organizzati in spazi pubblici messi a disposizione dai comuni interessati, con un allestimento a pannelli che descrivono nel dettaglio l’opera di sviluppo rete prevista in quella particolare zona. In questo contesto, tecnici e dirigenti di Terna sono a disposizione della popolazione per dialogare con modalità dirette e inclusive con i singoli cittadini in merito al futuro intervento. In particolare, durante gli incontri, i rappresentanti di Terna da una parte informano i cittadini sulle motivazioni e caratteristiche tecniche dell’opera e illustrano le modalità di realizzazione della stessa, dall’altra raccolgono quesiti, suggerimenti e osservazioni dei cittadini interessati. In questo percorso, per l’Adriatic Link, il Mase ha avviato ad ottobre 2022 la Conferenza di Servizio preliminare al fine di valutare gli esiti della consultazione svolta.

 

(ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 20 aprile 2023)














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