Così gli algoritmi di Targa Telematics promettono di dare vita alla smart mobility

di Piero Macrì ♦︎ L'azienda può contare su oltre un milione di veicoli connessi che mandano un miliardo di messaggi al giorno. Le informazioni vengono passate al setaccio con algoritmi per la creazione di una IoT Open Mobility Platform. La soluzione piace agli Oem (Stellantis e Piaggio), agli operatori del noleggio come Europcar, Hertz, Sixt, Leasys e Locauto, ma anche a grandi aziende come Poste, Eni, Lavazza, Luxottica, Unipol, Aon. Parla il cto Stefanelli

Smart car (HUD) , iot , Autonomous self-driving mode vehicle on metro city road iot concept with graphic sensor radar signal system and internet sensor connect.

«Abbiamo più di un milione di veicoli connessi che inviano tra gli 8 e i 12.000 messaggi al secondo per un totale di un miliardo di messaggi al giorno. Ogni messaggio viene arricchito da informazioni esterne supplementari contribuendo alla creazione di servizi a valore aggiunto. La qualità dei big data e degli algoritmi determina la correttezza dei risultati, che influenzano le scelte dei decision makers di costruttori di veicoli, società di noleggio, fleet manager o degli stessi driver». Intervista a Carlo Stefanelli, cto di Targa Telematics, la società che ha sviluppato l’IoT Open Mobility Platform, la piattaforma che rende possibile la smart mobility. Un mercato che ha messo il turbo. La società prevede di raddoppiare il fatturato in soli due anni, passando dagli attuali 50 milioni a 100 milioni nel 2023.

Tra i clienti case automobilistiche – Stellantis e Piaggio -, operatori a noleggio a breve termine – Europcar, Hertz, Sixt, Leasys, Locauto -, realtà con flotte di veicoli in gestione o in corporate car sharing – Poste Italiane, Enel, Lavazza, Luxottica, Engineering -, banche e assicurazioni – Fca Bank, Agco, Unipol, Aon e Verti. Il modello smart mobility è reso possibile dai microservizi che sono stati creati sulla piattaforma.







«Ce ne sono più di 200, ciascuno equipaggiato con un proprio algoritmo. Il cliente può selezionare il mix ideale e fornire un servizio unico e differenziante, dice Stefanelli. Abbiamo sviluppato competenze di data analytics e machine learning. Oltre 80 data scientist, ingegneri software e hardware, lavorano a stretto contatto con i product manager per soddisfare i problemi reali della smart mobility. Con il nostro know-how e le nostre tecnologie, diamo accesso a dati puliti e normalizzati, al monitoraggio dei veicoli connessi e dei relativi servizi digitali e alla possibilità di creare nuovi prodotti di mobilità per il mercato b2c e b2b».

Intelligenza artificiale per prevedere il degrado e il dimensionamento delle batterie di auto elettriche

Carlo Stefanelli, cto di Targa Telematics

La piattaforma di Targa Telematics è in grado di effettuare la raccolta e la trasmissione dei dati dai veicoli in modo preciso, veloce e affidabile. Grazie alla connessione in rete, i dati sono trasferiti alla piattaforma cloud dove vengono elaborati e messi a disposizione delle diverse applicazioni. Tra queste, quelle per prevedere il degrado delle batterie nell’auto elettrica. Grazie ai dati raccolti e analizzati dalla piattaforma su un campione di 150.000 driver, Targa Telematics ha aiutato uno dei più importanti car maker nazionali a definire le dimensioni del battery pack di un’auto elettrica.

«Un calcolo molto importante se si pensa che circa il 30% del valore di e-vehicle è associato alla batteria, osserva Stefanelli. Da un punto di vista economico un sovradimensionamento si tradurrebbe in un bagno di sangue. Questo caso evidenzia come big data e analytics in logica machine learning possano contribuire a fornire informazioni utili per una manutenzione predittiva ma anche per un’ottimizzazione della progettazione dei veicoli».

 

Con Stellantis, partnership tecnologica per il fleet management

La sede di Torino di Stellantis

Per Stellantis, l’iniziativa avviata con Targa Telematics è di importanza strategica nell’ambito del nuovo ecosistema riservato ai veicoli connessi. Tramite la soluzione My Fleet Manager basata sull’Open Mobility Platform, l’ex Fca offre tutta una serie di funzionalità rivolte al mondo dell’enterprise mobility, permettendo il monitoraggio real time delle flotte aziendali finalizzato a una riduzione del Tco complessivo. Stellantis ha ora a disposizione una vera e propria architettura tecnologica capace di dialogare con i singoli mezzi che le permette di integrare servizi e soluzioni per una gestione e manutenzione più efficace ed efficiente delle flotte. Il tutto con un’interfaccia semplice, intuitiva e totalmente accessibile da remoto. I fleet manager hanno pieno controllo in tempo reale sulle attività, lo stato di servizio, la manutenzione e l’assistenza di ogni veicolo. Inoltre, la soluzione prevede capacità specifiche per le vetture elettriche. Con My Fleet Manager è infatti possibile verificare il livello e lo stato di carica della batteria, far partire la sessione di ricarica da remoto, pianificare interventi di manutenzione, avendo una visione su tutta la flotta.

 

La scatola nera a bordo macchina e l’hybrid cloud

Targa Telematics è la società che ha sviluppato l’IoT Open Mobility Platform, la piattaforma che rende possibile la smart mobility

«Nessuno sa come sarà la mobilità del futuro, ma sappiamo che dovrà essere user friendly, integrata e iper-personalizzata, afferma il manager di Targa Telematics. Per realizzare tutto questo c’è bisogno di tanta tecnologia. Il modello? L’acquisizione e l’analisi dei dati macchina che viene realizzata dalla nostra Open Mobility Platform». A bordo veicolo una scatola nera, il front end della smart mobility che preleva i dati dal computer di macchina interfacciandosi via canbus (controller area network, il bus di campo delle auto) con le varie centraline: compie una prima normalizzazione dei dati – ogni veicolo ha un proprio dialetto, le informazioni non sono univoche – e li dirotta nel cloud dove vengono poi opportunamente elaborati e analizzati attraverso l’algoritmo che sovrintende la funzione specifica della piattaforma. L’infrastruttura che abilita i servizi erogati è in hybrid cloud. I dati operazionali, quelli che vengono acquisiti dal campo risiedono in un private cloud di Colt mentre la parte di data science, di analytics, è sul public cloud Azure di Microsoft. «L’abbiamo divisa in due perché il profilo di carico è diverso, spiega Stefanelli. Quello in private è altamente predicibile, perché dipende dal numero di veicoli connessi. E’ scalabile in modalità lineare, ma non è soggetta a picchi. Diverso il discorso per gli analytics, che richiedono potenza e storage elevatissimi, e quindi infrastrutture hyperscale come Azure».

 

Da mercato dei trasporti a smart mobility

Fino a qualche anno fa si ordinava un’auto, il car maker la produceva, la si comprava da una concessionaria, in cash o con finanziamento bancario, si faceva il contratto d’assicurazione e nel corso del ciclo di vita si pagava per i tagliandi di manutenzione. Le cose stanno cambiando. L’auto la si può avere da fornitori che hanno sviluppato un modello di business product as a a service. «Esiste una competizione senza precedenti, commenta Stefanelli. Da una parte i car maker che hanno diversificato la vendita associando finanziarie che propongono noleggio a lungo termine, dall’altra il mondo “pure rental” che propone una scelta molto flessibile, pay as you need, a breve e a lungo termine. E poi l’offerta dei player assicurativi e il car sharing in versione consumer o corporate». Uno scenario in cui si ribalta la logica di acquisto, non più basata sul concetto di proprietà, ma sull’utilizzo. La proposta commerciale è in funzione del bisogno e non del prodotto. E’ quella che in molti definiscono l’outcome economy: servizi digitali, abilitati da IoT e artificial intelligence per il monitoraggio dell’uso del prodotto e la relativa generazione di insight a valore aggiunto, con un costo di utilizzo vincolato all’outcome generato dal prodotto.

Per costruire uno schema all’interno del quale stimare il fatturato realizzabile lungo la filiera industriale della e-Mobility in Italia al 2030, sono stati sviluppati tre scenari alternativi della penetrazione elettrica in Italia al 2030 per tutte le forme di mobilità (auto elettriche, mezzi elettrici su due ruote, autobus elettrici, veicoli commerciali leggeri elettrici e camion elettrici): scenario base, scenario intermedio e scenario accelerato. L’analisi ha raggiunto i seguenti risultati: – auto elettriche: da 2 a 9 milioni di veicoli; – veicoli elettrici a due ruote: da 240.000 a 1,6 milioni di unità; – autobus elettrici: da 3.307 a 10.188 veicoli; – veicoli commerciali leggeri elettrici: da 202.763 a 630.478 veicoli; – camion elettrici: da 0 a 34.336 veicoli.

La smart mobility as a service

La trasformazione del mercato dei trasporti è ormai trasversale a tutti gli operatori che sono inclusi nell’ecosistema della mobilità. Con l’acquisizione dell’emiliana Car Server, Unipol ha per esempio creato Unipol Rental, società del Gruppo che propone noleggio a lungo termine full inclusive, con pagamento di una rata mensile che integra assicurazione, manutenzione, tagliando e controlli, cambio gomme e assistenza stradale. Sulla stessa linea d’onda, il broker assicurativo Aon, gruppo internazionale con un fatturato di 11,6 miliardi di dollari. In collaborazione con Ald Automotive ha lanciato una soluzione di noleggio a lungo termine a consumo che fornisce soluzioni di mobilità. Tutto cambia. La multinazionale francese dell’autonoleggio Europecar è diventata Europcar Mobility Group. In passato il business si basava sul noleggio giornaliero o settimanale, ma negli ultimi tempi le esigenze dei clienti sono cambiate: c’è più un utilizzo orario e mensile nella mobilità urbana, soprattutto nelle piccole e medie imprese, che ricercano un modello tariffario più flessibile.

 

La smart mobility è un caleidoscopio di innovazione

L’applicazione dell’IoT alle soluzioni digitali di Fleet Management di Hertz, oltre al valore rappresentato dall’incremento progressivo nel corso degli anni dell’indice di recupero delle vetture rubate, ha generato un importante ritorno sull’investimento pari al 70% nell’arco di un anno, ottimizzando i processi operativi della flotta e i costi assicurativi sostenuti

Lo scenario competitivo della smart mobility è multiforme. Alcuni fanno leva sul modello di pricing offrendo un’esperienza pay as you drive. Un esempio è Leasys, leader del noleggio a lungo termine in Italia. Invece che noleggiare l’auto con un canone mensile, prevede una quota fissa e una quota variabile che dipende dai chilometri percorsi. L’acquisto è in funzione dell’uso: dimmi il tuo profilo di driver e ti dirò quale è la migliore offerta di servizio. Ancora una volta, l’utilizzatore finale non compra l’auto ma il suo utilizzo. Sono i noleggiatori che investono nell’auto e, on top, creano un servizio abilitato da piattaforme digitali. Parafrasando il mondo di Internet, i player della smart mobility si potrebbero definire operatori Ott, Over The Top. Imprese che pur non avendo una propria piattaforma e infrastruttura digitale, agiscono al di sopra di essa, fornendo propri servizi.

 

Algoritmi antifurto. Il caso Hertz

La più grande società di autonoleggio al mondo, grazie alle soluzioni digitali di Targa Telematics, nel corso del 2020 è riuscita a recuperare il 95% dei veicoli rubati. Tutto questo è stato possibile implementando il microservizio Stolen Vehicle Recovery (svr) basato su machine learning. La società ha ridotto in maniera significativa il danno causato dal fenomeno dei furti, preservando il valore dei singoli veicoli. Insieme alla soluzione vengono forniti i servizi della centrale operativa, che interviene in caso di furto, analizza le informazioni e collabora con le forze dell’ordine per il tempestivo recupero del mezzo. L’applicazione dell’IoT alle soluzioni digitali di Fleet Management di Hertz, oltre al valore rappresentato dall’incremento progressivo nel corso degli anni dell’indice di recupero delle vetture rubate, ha generato un importante ritorno sull’investimento pari al 70% nell’arco di un anno, ottimizzando i processi operativi della flotta e i costi assicurativi sostenuti.

 

Intelligenza artificiale per la risoluzione degli incidenti

La piattaforma di Targa Telematics è in grado di effettuare la raccolta e la trasmissione dei dati dai veicoli in modo preciso, veloce e affidabile. Grazie alla connessione in rete, i dati sono trasferiti alla piattaforma cloud dove vengono elaborati e messi a disposizione delle diverse applicazioni.

L’algoritmo di crash detection sviluppato dai data scientist di Targa Telematics analizza le curve accelerometriche per individuare un possibile incidente. Nell’eventualità fa scattare un trigger e, in caso di incidenti gravi, dispone dell’intervento dell’assistenza stradale. «Tutto questo è molto importante poiché è la velocità dei soccorsi a garantire maggiori probabilità di sopravvivenza alle persone coinvolte in incidenti gravi», osserva Stefanelli. Informazioni generate da machine learning sono utili per gestire anche incidenti a basso impatto. Come spiega il cto di Targa Telematics, «Le società assicurative hanno la possibilità di telefonare al conducente per verificare le dinamiche del caso, fornendo assistenza per la compilazione del cid. Un servizio che si rivela utile per contrastare possibili frodi». Il machine learning sta quindi diventando sempre più centrale nella gestione delle flotte di veicoli connessi. Algoritmi altamente sofisticati permettono di individuare una serie di eventi, favorendo interazioni e azioni di business adeguate. Per esempio, come detto in precedenza, identificare pattern di un potenziale tentativo di furto o appropriazione indebita e pre-allertare la centrale operativa, oppure riconoscere un veicolo che necessita di manutenzione, suggerendo di contattare il driver per ripristinare la massima efficienza del mezzo.

 

Un ecosistema di partner per una smart mobility integrata

«Il cliente ha il pieno controllo dei modelli e dei microservizi. Decide lui se prendere quello che noi suggeriamo oppure procedere a una personalizzazione, dice Stefanelli. Ogni funzione che viene resa disponibile dalla piattaforma ha un suo microservizio. Per essere abilitato, il più delle volte servono collaborazioni con partner esterni, direttamente o indirettamente coinvolti nello sviluppo e gestione del servizio associato al prodotto connesso. Per poter erogare servizi di smart mobility ci si deve infatti connettere a società di assistenza stradale, a centrali operative per il recupero dei veicoli rubati, ad operatori car sharing addetti alla pulizia della macchina, al riempimento della benzina e al loro riposizionamento».

 

Il corporate sharing di LeasePlan

Tra i clienti di Targa Telematics: Tra i clienti case automobilistiche – Stellantis e Piaggio -, operatori a noleggio a breve termine – Europcar, Hertz, Sixt, Leasys, Locauto -, realtà con flotte di veicoli in gestione o in corporate car sharing – Poste Italiane, Enel, Lavazza, Luxottica, Engineering -, banche e assicurazioni – Fca Bank, Agco, Unipol, Aon e Verti. Il modello smart mobility è reso possibile dai microservizi che sono stati creati sulla piattaforma

Flessibilità per il corporate car sharing. La soluzione sviluppata per LeasePlan e basata sulla Open Mobility Platform, comprende un portale web e un’app dedicata al driver, attraverso cui è possibile prenotare il veicolo indicando ora, data e luogo per il ritiro, contattare l’help-desk disponibile H24 7/7 per risolvere eventuali problematiche, visualizzare i viaggi programmati, disporre dello storico delle prenotazioni effettuate e ricevere le notifiche. Semplifica la gestione delle attività della flotta, dalla verifica di disponibilità alla prenotazione dei veicoli, alla reportistica. Il Corporate Car Sharing è applicabile su qualsiasi flotta, incluse quelle dotate di veicoli elettrici. Mediamente, su una flotta di 100 mezzi, i risparmi si traducono in una riduzione del 15% del consumo di carburante e una riduzione del 20% dei chilometri medi percorsi.

 

Storia ed evoluzione di Targa Telematics

La storia di Targa Telematics inizia nel 2000, con la nascita di UbiEst, laboratorio di innovazione del gruppo Elda Ingegneria, che in quegli anni lavora pioneristicamente all’integrazione tra tecnologie mobile, hardware e sensori per lo sviluppo di applicazioni IoT, principalmente in ambito Internet of Cars, Smart City e Smart MobilityUbiEst grazie allo sviluppo di una serie di tecnologie proprietarie diventa leader nel settore del geomarketing, delle soluzioni per call center, della geolocalizzazione veicolare e personale, della navigazione e delle applicazioni per mobile. Nel 2006 la società acquisisce dal gruppo Fiat Targa Infomobility, che sviluppa e commercializza soluzioni per l’infomobilità e la telematica, quali servizi di informazione e assistenza a chi viaggia, rilevazione e diffusione di informazioni sul traffico, off-board navigation, antifurti satellitari, soluzioni di fleet management per privati ed aziende. E pian piano la controllante Elda si allarga ad altri ambiti: entra nel mondo assicurativo con Targa Drive, offrendo soluzioni ad hoc tramite l’utilizzo di scatole nere, nel 2012. Nello stesso anno, UbiEst realizza anche nuove soluzioni verticali per noleggiatori a breve e lungo termine e viene scelta da Sfr, il secondo più importante operatore di telefonia mobile francese, come partner per la propria piattaforma di servizi di Location Based Services, che forniscono all’utente delle informazioni in base alla posizione geografica in cui ci si trova. Negli anni successivi la società sviluppa nuove soluzioni verticali per la mobilità aziendale e la piattaforma proprietaria di Car Sharing. Nel 2015, Targa Infomobility e Targa Drive danno origine al nuovo brand Targa Telematics e infine nel 2019, Targa Telematics e UbiEst si fondono in un’unica società, che conserva il nome della prima.














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