Synthomer migliora l’automazione del suo stabilimento con l’adozione del Dcs di Rockwell Automation

L’azienda ha deciso di passare da un’ottica di controllo tramite Plc a un approccio più esteso, orientandosi verso una logica di controllo di processo distribuito

L'impianto di Sant’Albano Stura di Synthomer.

Synthomer è una multinazionale inglese che opera da più di un secolo nell’industria chimica con oltre 40 stabilimenti in tutto il mondo. Uno di questo è quello di Sant’Albano Stura, dove vengono prodotte le resine poliestere per verniciatura a polvere che costituiscono la materia prima, il cosiddetto blender, che viene poi venduto alle grandi aziende specializzate in vernici. Proprio in questo stabilimento Synthomer ha avviato un progetto di ammodernamento degli impianti, passando dai Plc locali a un più efficace sistema di controllo distribuito (Dcs).
A supportare l’azienda in questo progetti c’è Rockwell Automation, insieme al system integrator Progecta e a Stratus Technologies.

L’idea di base, in linea con il Dcs di Rockwell, prevedeva la concentrazione di tutta la gestione dello stabilimento su un’unica Cpu che, in prospettiva, sarebbe stata affiancate da altre ridondanti, vista la presenza di oltre duemila dispositivi collegati e al numero decisamente importante di I/O presenti. Al momento sono ancora presenti quattro/cinque Cpu diverse, ognuna delle quali dedicata a una parte del reparto o  alla gestione della centrale termica o ad altro ancora. L’implementazione del Dcs e, nello specifico del PlantPAx, parte dal nuovo reattore ed è destinata ad evolvere gradualmente fino a comprendere la gestione di tutti i vari impianti che, mano a mano, saranno migrati dagli attuali Plc che diventeranno nodi di I/O remoti di questa unica Cpu. L’obiettivo è arrivare a un controllo totale distribuito nel giro di tre anni, una scadenza dettata esclusivamente dal fatto che la produzione non si arresta mai e quindi è possibile sfruttare solo la finestra della chiusura estiva per poter effettuare importanti cambiamenti.







Per estendere la ridondanza anche all’infrastruttura PC è stata scelta la tecnologia di Stratus Technologies a cui è stato chiesto non solo di rispondere all’esigenza di avere un sistema totalmente ridondato ma che fosse anche fault tolerant al 99,999+%, per tutte le applicazioni utilizzate. A tal fine Stratus ha dato un contributo significativo al progetto fornendo la piattaforma tecnologica ftServer, un’infrastruttura che risponde alle esigenze di digitalizzazione dell’industria e contribuisce in maniera fondamentale alla modernizzazione dello stabilimento attraverso la virtualizzazione delle applicazioni utilizzate. Grazie alla tecnologia ftServer, le applicazioni sono sempre disponibili e ciò esclude la possibilità che si verifichino downtime indesiderati o perdite di dati. Inoltre, grazie alla sua semplicità di utilizzo, come un server singolo, la diagnostica sempre attiva e la manutenzione semplificata, la gestione della piattaforma ftServer, che non richiede competenze It, è affidata agli stessi manutentori di stabilimento.














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