Survey Oracle: per l’82% degli intervistati i robot lavorano meglio dei propri manager

Secondo la ricerca della multinazionale cresce la fiducia nei confronti dell'Ai. Che sta anche ridisegnando il ruolo che i team Hr e i dirigenti devono svolgere nel trattenere e sviluppare i talenti

Il 64% delle persone si fiderebbe più di un robot che del proprio manager, e ben il 65% dei lavoratori è entusiasta e grata di avere un robot per collega.

Questi sono solo alcuni dei risultati più eclatanti della seconda edizione dello studio annuale AI at Work (condotto su un panel di 8.370 dipendenti, manager e responsabili Risorse Umane in 10 Paesi), redatto da Oracle e Future Workplace (una società di ricerca che forma i leader a ripensare il posto di lavoro e le attività di assunzione, sviluppo e coinvolgimento dei dipendenti), che evidenziano come l’intelligenza artificiale abbia cambiato il rapporto tra persone e tecnologia sul lavoro.







 

L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il rapporto tra persone e tecnologia

Contrariamente alle comuni paure sull’impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione, dipendenti, manager e responsabili delle Risorse Umane di tutto il mondo stanno segnalando un aumento dell’adozione dell’AI sul posto di lavoro e molti la stanno accogliendo con positività e ottimismo fugando le paure sull’impatto di questa tecnologia in ambito lavorativo.

L’intelligenza artificiale si sta affermando sempre più: il 50% dei lavoratori attualmente utilizza una qualche forma di AI nello svolgimento del proprio impiego, superando di parecchi misure il 32% dell’anno scorso. I lavoratori in Cina (77%) e India (78%) hanno tassi di adozione oltre il doppio di quelli di Francia (32%) e Giappone (29%).

La maggioranza (65%) dei lavoratori è felice di avere colleghi robot e quasi un quarto riferisce di avere un rapporto molto positivo e gratificante con l’AI sul posto di lavoro. Gli intervistati in India (60%) e Cina (56%) sono i più entusiasti, seguiti da quelli degli Emirati Arabi Uniti (44%), Singapore (41%), Brasile (32%), Australia/Nuova Zelanda (26%), Giappone (25%), Stati Uniti (22%), Regno Unito (20%) e Francia (8%). Gli uomini, infine, hanno una visione più positiva dell’AI (32%) rispetto alle donne (23%).

I lavoratori si fidano dei robot più dei loro manager

La crescente adozione dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro sta avendo un impatto significativo sul modo in cui i dipendenti interagiscono con i loro manager, con una conseguente evoluzione del ruolo tradizionale dei team HR e del manager stesso. Ben la metà degli intervistati si è rivolta a un robot invece che al proprio manager per una consulenza.

I lavoratori in India (89%) e Cina (88%) hanno maggior fiducia nei robot rispetto ai loro manager, seguiti da Singapore (83%), Brasile (78%), Giappone (76%), Emirati Arabi Uniti (74%), Australia/Nuova Zelanda (58%), Stati Uniti (57%), Regno Unito (54%) e Francia (56%). Più uomini (56%) rispetto alle donne (44%) si sono rivolti all’AI invece che ai relativi manager. La maggior parte (82%) ritiene che i robot possano fare le cose meglio dei loro manager.

Alla domanda su cosa i robot possono fare meglio dei loro manager, gli intervistati hanno risposto che i robot sono più bravi a fornire informazioni imparziali (26%), rispettare i programmi di lavoro (34%), risolvere i problemi (29%) e gestire i budget (26%). Al contrario, interpellati su cosa i manager sono in grado di fare meglio dei robot, i lavoratori hanno elencato la comprensione dei loro sentimenti (45%), la formazione (33%) e la creazione di una cultura del lavoro (29%).

 

L’intelligenza artificiale ci accompagnerà per lungo tempo: le aziende devono semplificare e proteggere l’AI per rimanere competitive

L’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro è solo all’inizio e per sfruttare gli ultimi progressi in materia, le aziende devono concentrarsi sulla semplificazione e sulla sicurezza dell’AI sul posto di lavoro. Il rischio è di perdere terreno. Il 76% dei lavoratori (e l’81% dei responsabili delle risorse umane) trova difficile tenere il passo con i cambiamenti tecnologici sul posto di lavoro.

I lavoratori desiderano interagire in modo semplice con l’intelligenza artificiale al lavoro, infatti, richiedono una migliore interfaccia utente (34%), una formazione sulle migliori procedure (30%) e un’esperienza personalizzata in base al loro comportamento (30).

La sicurezza (31%) e la privacy (30%) sono le principali preoccupazioni che impediscono ai lavoratori di utilizzare l’AI a scopi professionali. I nativi digitali della Generazione Z (43%) e i Millennials (45%) sono più preoccupati per la privacy e la sicurezza sul lavoro rispetto a coloro che appartengono alla Generazione X (29%) e ai Baby Boomers (23%).














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