Stefano Firpo lascia il Mise e torna in Intesa SanPaolo (Mediocredito)

Stefano Firpo
Stefano Firpo

di Chiara Volontè ♦︎ Il banchiere abbandona il Ministero di Di Maio dove era direttore generale per la Politica industriale

Intesa Sanpaolo ha nominato il nuovo direttore generale per Mediocredito Italiano, la struttura dedicata alle imprese con un fatturato fino ai 350 milioni di euro. Si tratta di Stefano Firpo, che il 2 maggio scorso (dopo averlo annunciato con quasi due mesi di anticipo) ha lasciato la direzione generale per la Politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese del Ministero dello Sviluppo Economico per far ritorno al mondo del credito. Si apre così una caccia al successore, tema che non potrà far dormire sonni tranquilli a Luigi Di Maio, che subito dopo le europee dovrà aprire il dossier sul rimpasto dei ruoli chiave del suo dicastero.







Firpo, che aveva già lavorato a fianco di Corrado Passera per Intesa Sanpaolo tra il 2002 e il 2011, avrà ora il compito di sviluppare le iniziative dell’Istituto di credito nell’ambito dei finanziamenti a medio-lungo termine, del leasing, del factoring e del credito agevolato.

«Stefano Firpo porterà un rilevante contributo nelle iniziative della Banca a favore di un pilastro della nostra economia – precisa Stefano Barrese, numero uno della divisione Banca dei Territori di Mediocredito – un sistema imprenditoriale tra i più competitivi a livello internazionale. Vogliamo sostenere questo sistema affinché sia in grado di realizzare al meglio i progetti di crescita dimensionale, di espansione su nuovi mercati e di rafforzamento patrimoniale per investire nel campo del digitale e della formazione. Le aziende trovano in Intesa Sanpaolo il partner ideale: offriamo la rete più capillare nel Paese e, allo stesso tempo, un network internazionale di dimensioni globali».

Firpo era entrato al Mise a fine 2011, nel governo Monti, quando alla guida del dicastero c’era Corrado Passera, già amministratore delegato di Intesa. Da braccio destro dell’allora ministro “tecnico” era poi diventato direttore generale, lavorando con i governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte. Nell’ultimo caso, era nota l’assenza di sintonia con l’esecutivo leghista e pentastellato. Firpo si è occupato di “Destinazione Italia” e di varie iniziative legate alla trasformazione digitale delle imprese italiane: dal piano Industria 4.0 alla creazione dei Lighthouse Plant e dei Competence Center, fino agli incentivi fiscali – iperammortamento e bonus formazione.

Mediocredito Italiano, ad oggi uno dei principali operatori nel factoring non solo in Italia ma a livello internazionale, propone un’ampia gamma di soluzioni finanziarie e di servizi di consulenza, oltre a quelli di Corporate Finance a supporto delle necessità delle aziende di investimento, sviluppo e innovazione.

Ora che Firpo è tornato ad essere un “uomo di banca”, per sostituirlo il Mise ha proposto una candidatura interna, e tra le varie ipotesi ci sarebbe quella di un interim affidato a Salvatore Barca, segretario generale. Il tutto, nell’ambito di una possibile ulteriore riorganizzazione del dicastero.














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