Luigi Calori è il nuovo managing director per l’Italia di Ssi Schäfer: prende le consegne da Ermanno Rondi

Il manager guiderà lo sviluppo strategico dell’organizzazione sul mercato italiano. Ermanno Rondi, attuale presidente e amministratore delegato, sta collaborando alla transizione manageriale e nei prossimi mesi lascerà Incas, azienda che lui stesso aveva fondato

Ermanno Rondi e Luigi Calori, il nuovo Managing Director Italia di Ssi Schäfer

Novità per Ssi Schäfer, gruppo specializzato in soluzioni per l’automazione intralogistica attivo in 6 continenti: dal 1° febbraio c’è un nuovo managing director per l’Italia. Si tratta di Luigi Calori (proveniente da Swisslog, di cui guidava la filiale italiana), che avrà il compito di guidare lo sviluppo strategico dell’organizzazione sul mercato italiano e completare l’integrazione di Incas col gruppo. Incas era stata ceduta dai fondatori Ermanno Rondi (managing director e titolare di una quota di minoranza) e Paolo Piana (investitore finanziario, esponente di una nota dinastia biellese di industriali tessili, titolare della Sinterama) a Schäfer nel 2018. All’epoca, in Italia la biellese Incas aveva dimensioni notevolmente superiori a quelle della filiale italiana della multinazionale tedesca. Così, se nel mondo è Schäfer che ha incorporato Incas, in Italia è Incas che ha incorporato Schäfer.

Per breve tempo, Rondi rimarrà ancora in azienda per favore il passaggio di consegne, poi uscirà definitivamente.







Il cambio di vertice si spiega con il desiderio spontaneo di Rondi, 68 anni, di favorire il passaggio generazionale, avviando una nuova stagione dell’azienda da lui fondata, tra i pionieri di un settore vitale per l’industria 4.0 e l’automazione. Rondi è un personaggio molto noto, anche per la sua attività nel mondo confindustriale, come presidente di Confindustria Biella e responsabile nazionale sui temi dell’education, dell’università e della formazione.

Secondo Industria Italiana, la spontaneità di questo passaggio di consegne è veramente un caso di scuola, soprattutto in un mondo imprenditoriale come quello italiano ancora troppo caratterizzato da familismo, gerontocrazia e attaccamento alle poltrone. Col rischio che personaggi troppo legati al passato, col loro rimanere attaccati a posizioni di potere, danneggino le loro stesse creature. Nel 2009, il direttore di questa testata, Filippo Astone, scrisse per Longanesi un saggio intitolato Gli Affari di Famiglia – Fatti e misfatti della nuova generazione di padroni, in cui si raccontavano, appunto, anche gli effetti rovinosi di un mondo imprenditoriale familistico e gerontocrativo. Dopo oltre dieci anni, è cambiato ben poco. Con poche, piccole, eccezioni. Come quella di Incas.

 














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