Automazione e stampa 3D: le imprese italiane protagoniste di Sps e Formnext:. Con Messe Frankfurt

di Alberto Falchi ♦︎ L'Italia brilla sia per numero di espositori sia per visitatori alle fiere Sps e Formnext. Che nel 2023 vedranno crescere ulteriormente la partecipazione. Il focus di Formnext sui Paesi Nordici. Automazione e sostenibilità: il caso Gea. La stampa 3D per il fashion di Most Group

Sul manifatturiero, l’Italia va bene, meglio della media europea. E supera anche Germania, Spagna e Francia. Ed è l’unico Paese dell’eurozona che ha riportato la produzione industriale a livelli pre Covid. A trainare il settore è anche la sempre maggiore adozione di tecnologie di automazione, che alle imprese italiane piacciono eccome, tanto che l’interesse sul tema è fortissimo. Non è un caso che il Bel Paese sia risultato il secondo per numero di presenze alla fiera Sps di Norimberga, dietro solo all’Austria. Un risultato che potrebbe ripetersi a novembre, in occasione dell’edizione 2023 della manifestazione (11-16 novembre, sempre a Norimberga) per la quale si prevede un incremento del 30% circa di presenze, oltre a un maggior numero di espositori, anche italiani. Se nel 2022 erano 63, fra i quali spiccano nomi come Bonfiglioli, Gefran, Exor International, Endian, per il 2023 ne sono attesi circa 80.
A snocciolare i numeri è Sylke Schulz-Metzner, vice president di Sps, in occasione dell’evento di presentazione della prossima edizione della più importante fiera europea dedicata all’automazione industriale, che porterà alcune novità. Novità anche per la prossima edizione di Formnext, altra manifestazione promossa da Messe Frankfurt e incentrata sulla produzione additiva, che si terrà dal 7 al 10 novembre a Francoforte. I casi Gea e Most Group. L’analisi del mercato di Anie-Automazione.

Lo scenario economico

«Il 2023/2024 sarà un periodo all’insegna di una moderata crescita», secondo Marco Vecchio, segretario di Anie Automazione. I dati sull’andamento del Pil e dei consumi secondo Vecchio «non sono altisonanti, con un andamento piatto su tutte le voci». I dati di Ocse, Istat e del Centro Studi Confindustria mostrano tutti in quadro molto simile, con una previsione di crescita del Pil e dei consumi attorno all’1%. L’incremento dei prezzi al consumo segnerà il 2023 (sopra il 6% secondo Ocse e Confindustria, leggermente sotto secondo Istat) ma nel 2024 si prevede un rallentamento. Non ci saranno variazioni significative del tasso di disoccupazione, che si manterrà alto, attorno all’8%.







Marco Vecchio, segretario di Anie Automazione (Fonte: LinkedIn)

Spostando l’analisi sul manifatturiero, i dati del rapporto Prometeia mostrano come rispetto al 2019 l’Italia abbia recuperato tutto il terreno perso, ottenendo risultati superiori agli altri Paesi europei, Francia, Spagna e Germania inclusi. Se il Bel Paese è stato inizialmente lento nel cogliere le opportunità dell’Industria 4.0, col tempo il gap è stato ampiamento colmato. Come dimostrano gli investimenti sui macchinari, dove l’Italia ha staccato tutti: dal 2019 al 2023 sono cresciuti del 14,6%, contro il 3,3% del Regno Unito, il 2,2% degli Usa, l’1,3% della Francia.

Fra i settori più dinamici nel 2023-27 per fatturato deflazionato, i settori chiave nel percorso di transizione green e digitale: Autoveicoli e moto (con una crescita media annua del 2,8% nel 2023-27), Elettronica (+2,5%), Elettrotecnica (+2,2%) e Meccanica (+1,6%). Seguono i settori che meglio di altri saranno in grado di cogliere le opportunità di crescita sui mercati esteri: Farmaceutica e Largo consumo (+1,3% medio annuo nel 2023-27), Sistema moda (+0,9%), e Mobili (+0,8%). Deboli, invece, i settori legati alla filiera delle costruzioni.

Il comparto manifatturiero in Italia si è ripreso bene, meglio della media UE, con performance superiori a quelle di Spagna, Francia e Germania

Andando ad analizzare il fatturato del settore automazione, dopo l’inevitabile calo del 2020, dovuto alla pandemia, i ricavi sono cresciuti del 18% nel 2021, di un ulteriore 17% nel 2022 e si prevede una crescita del 5% nel 2023.

Sotto il profilo delle esportazioni, il Paese di destinazione principale è la Germania, che pesa per il 13,8%, seguito dagli Stati Uniti (10,7%) e dalla Francia (8,3%).

Prima di concludere l’analisi, Vecchio si concentra sui dati relativi alla disoccupazione, che evidenziano un fatto ben noto: l’invecchiamento della popolazione italiana. I lavoratori fra i 40 e i 64 anni rappresentano il 63,8% del totale, con i giovani al di sotto dei 39 anni che rappresentano solamente il 34,8%, il secondo valore più basso in Europa, dopo la Spagna.

Cosa aspettarsi da Sps 2023

Che l’Italia sull’automazione corra forte lo confermano i dati relativi alla fiera Sps di Norimberga tenutasi nel 2022: dei 43.813 visitatori, 1.180 provenivano dall’Italia, che si posiziona al 2° posto per numero di visitatori, dopo l’Austria (12%) e prima della Svizzera (8%). Per l’edizione 2023, Messe Frankfurt prevede un’affluenza ancora maggiore: 1.300 espositori, di cui 870 tedeschi, e un’area espositiva più ampia, di 120.000 mq contro i 112.000 del 2022. Gli espositori italiani previsti saranno circa 80, contro i 60 che hanno partecipato alla precedente edizione, fra cui aziende come Comepi, Bonfiglioli, Endian, Exor International, Gefran, Inxpect.

Per l’edizione 2023 di Sps Norimberga sono previsti più di 1300 espositori. Di questi, 80 saranno aziende italiane

Nel 2023 esordiranno due nuovi padiglioni. Il 3C, dedicato a fornitori di infrastrutture meccaniche, tecnologie di controllo e software & IT nella produzione. Tra questi vi sono aziende come Rittal, Rockwell Automation ed Eaton Electrical Systems. Il padiglione 8, invece, vedrà come protagonisti le tecnologie di controllo e le interfacce uomo-macchina. Qui esporranno le loro soluzioni aziende come LQ Mechatronik-Systeme, Rose Systemtechnik e Beijer Electronics. Sempre il padiglione 8 ospiterà uno spazio dedicato alle start-up internazionali.

Fra le novità dell’edizione 2023 un nuovo padigline, 3C, dedicato a fornitori di infrastrutture meccaniche, tecnologie di controllo e software & IT nella produzione

Novità per il padiglione 7, che ospiterà uno stand collettivo denominato Automation meets IT. Qui 24 espositori mostreranno le loro soluzioni IT per la produzione, le loro piattaforma cloud ed edge, sistemi di sicurezza informatica, soluzioni di Iot e intelligenza artificiale.

Nel 2023 debutterà anche Sps on air, la piattaforma digitale di Sps, che consentirà di rivedere forum, presentazioni e tavole rotonde in un secondo momento, e consentirà di partecipare virtualmente all’evento anche a chi non si può recare a Norimberga.

Formnext strizza l’occhio ai Paesi scandinavi

Messe Frankfurt è anche l’organizzatore di Formnext, manifestazione dedicata alla manifattura additiva. Un evento globale, che si terrà dal 7 al 10 novembre a Francoforte, precedendo di pochissimo Sps. Il format è nato nel 2015 ed ha continuato a crescere negli anni. Dai 203 espositori e quasi 9.000 visitatori della prima edizione si è passati a 802 espositori e oltre 28.500 visitatori nel 2022, diventando un evento di riferimento nel settore della stampa 3D. Anche qui, l’Italia è uno dei Paesi più rappresentati: i partecipanti provenienti dal Bel Paese rappresentano il 3,8% del pubblico, al terzo posto per numero di visitatori dopo Paesi Bassi (4.2%) e Francia (4%).

L’edizione 2023 di Formnext avrà come partner i Paesi nordici, dai quali provengono numerose aziende e start-up che operano nel settore della produzione additiva

«In Italia, Paese riconosciuto per il manifatturiero, si riscontra un gran numero di aziende utilizzatrici che hanno mostrato interesse per l’uso dell’AM e che applicano queste tecnologie in settori importanti, specialmente nell’ingegneria meccanica, nell’industria automobilistica e nell’industria in genere», spiega Sascha F. Wenzler. «Il grande dinamismo riguarda utilizzatori, ma anche produttori lungo la catena del processo AM».

Per il 2023, si sono già iscritti 665 espositori a Formnext, 33 dei quali provenienti dall’Italia e 228 dalla Germania. Fra le novità dell’edizione 2023. Fra i nomi già confermati, 3D Systems, Additive Industries, Arburg, BigRep, Carbon, DMG Mori, Dyemansion, Dyndrite, EOS, EPlus, Farsoon, Formlabs, GE Additive, GKN Sinter Metals Components, Hage 3D, Hexagon, HP, Keyence, Markforged, Massivit, Nexa3D, Open Mind, Prima Additive, Renishaw, Ricoh, Rösler, Sandvik Additive Manufacturing, Shining 3D, Siemens, Stratasys, Trumpf, Velo3D, Voxeljet e Xjet. Presenti anche gruppi internazionali come BASF, Bosch, Evonik, Henkel, Höganäs, Linde, Nikon, Oerlikon, Praxair e SMS Group. Fra le imprese italiane, presenti Roboze, WASP, DWS, Sisma.

Il focus di questa edizione, però, saranno i Paesi nordici, che saranno il Paese partner della manifestazione. Da Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia provengono alcuni dei principali produttori di attrezzature e materiali per la manifattura additiva, ed è presente un ricco sottobosco di start-up e pmi innovative con soluzioni per l’intera catena del valore e una grande attenzione per il tema della sostenibilità ambientale.

Fra le novità un palinsesto di conferenze riprogettato. Al posto di un singolo stage, ce ne saranno tre, dedicati ad altrettante tematiche: industria, applicazioni e tecnologia.  Debutterà il Service Provider Marketplace, dove Daimler Truck presenterà gli sviluppi attuali, le sfide e le opportunità per i fornitori di servizi additivi.

La stampa 3D nella fashion: il caso Most Group

Elisabetta Mucci, head of research and product development di Most

Uno dei mercati dove la manifattura riscuotendo grandi successi è quello della moda. Un ambito dove la personalizzazione e l’innovazione fanno da padroni, e dove si è sempre alla ricerca di soluzioni innovative. Se inizialmente la stampa 3D per la moda si limitava alla produzione di accessori per l’abbigliamento, ora ci si sta spostando rapidamente verso la realizzazione di capi completi. Fra i protagonisti in Italia Most Group, azienda di Pistoia che collabora con alcuni dei principali brand della moda per la personalizzazione dei capi. Inizialmente Most si limitava a realizzare etichette e accessori per conto di alcuni importanti marchi del settore, ma poi è entrata nel settore produttivo, cercando di distinguersi con soluzioni innovative.

Da qui nasce una collaborazione con Stratasys che ha portato a sviluppare circa 1000 progetti in due anni. «Abbiamo cercato di proporre soluzioni “producibili”: con le macchine per la stampa 3D puoi fare di tutto, ma rischi di fare oggetti che richiedono troppo tempo per essere stampati, o che sono poco resistenti. Ci siamo quindi concentrati su prodotti che avessero senso, testando differenti materiali», spiega Elisabetta Mucci, head of research and product development di Most.

Dopo molto esperimenti e un anno di test il primo risultato concreto: la produzione di 7.000 paia sneakers per un non meglio specificato marchio di alta gamma. Il risultato è stato positivo, tanto che la collaborazione si è estesa ad altri produttori, fra cui Dior, con quale sono state realizzate delle borse in edizione limitata. Che hanno ottenuto un buon riscontro di mercato, tanto che nel 2023 nel verranno prodotte altre sei. Un’altra collaborazione è quella con Stefano Ricci, per il quale Most ha prodotto delle magliette che integrano microsfere.

Mucci sottolinea che inizialmente non è stato facile convincere i produttori a sposare queste innovazioni, ma i risultati ottenuti stanno facendo alcuni marchi della moda a sperimentare con nuove tecnologie. «Rispetto a un anno fa, le aziende stanno capendo questa tecnologia, e ora sono loro che chiedono a noi di fare delle proposte per prodotti di abbigliamenti realizzati in additive», afferma Mucci.

Automazione e sostenibilità: il caso Gea

Un esempio concreto di collaborazione che ha dato i suoi frutti è la soluzione integrata sviluppata per il Pastificio Felicetti, una confezionatrice per la pasta che realizza packaging al 100% in carta

Quella della sostenibilità è una delle sfide più complesse che le aziende si trovano ad affrontare e l’automazione può essere una delle chiavi per abbattere i consumi e le emissioni di CO2. Ma secondo Massimo Lenti, chief engineering & innovation officer di Gea, azienda specializzata in soluzioni di automazione per il settore alimentare e quello sanitario, «per arrivare all’industry 5.0 [e quindi alla sostenibilità NdR] non basta usare gli strumenti di automazione, né le modalità adottate fin a ora». Secondo Lenti, è necessario puntare su soluzioni integrate per abbattere significativamente le emissioni, con l’obiettivo di arrivare a realizzare impianti “intelligenti”, che imparano dalle lavorazioni già effettuate e possono dare suggerimenti su come ottimizzare la successiva lavorazione. «Le fabbriche si stanno spostando non sul controllo di processo, ma sulla supervisione», afferma Lenti. «Ma per farlo servono pià competenze, ed è fondamentale fare networking con altre realtà. Abbiamo bisogno di una tecnologia di automazione più pervasiva. E per riuscirci dobbiamo parlare con le aziende, creare insieme a loro più standard». Che è uno dei vantaggi di partecipare a Sps, secondo Lenti: la possibilità di fare networking con le imprese del settore.  Uno dei problemi che solleva Lenti è quello dei dati: al contrario di quanto si possa pensare, non abbiamo bisogno di raccogliere più dati. Anzi, farlo è indice di scarsa sostenibilità. Secondo il manager «lo scopo dell’automazione è avere meno dati da gestire, e sfruttarli meglio. Ma anche renderli più accessibili: non solo le grandi imprese devono poter accedere all’automazione avanzati».

Un esempio concreto di collaborazione che ha dato i suoi frutti è la soluzione integrata sviluppata per il Pastificio Felicetti, una confezionatrice per la pasta che realizza packaging al 100% in carta. Carta speciale, ovviamente, che deve essere molto resistente per reggere il peso del prodotto, oltre che riciclabile al 100%.

(Ripubblicazione dell’articolo del 13 luglio 2023)














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