Siderweb: domanda di acciaio in crescita sino al 2022

A livello internazionale sarà la Cina il driver del mercato per i prossimi anni

Emanuele Norsa, editor e analista di Kallanish

Dopo un periodo difficile per il settore siderurgico, la domanda di acciaio torna a crescere. Secondo le previsioni di siderweb, quest’anno l’attività dei settori utilizzatori aumenterà dell’11% rispetto al 2020, con un ritorno sopra al livello del 2019 già alla fine del 2022. In particolare, le costruzioni e gli elettrodomestici nazionali avranno i tassi di sviluppo migliori, superando già nel 2021 i livelli del 2019.

«Le prospettive della domanda di acciaio appaiono positive, con i settori utilizzatori in Italia che nel 2022 dovrebbero tornare ai livelli del 2019. Dal punto di vista dell’industria siderurgica italiana si nota una dicotomia abbastanza curiosa: i prodotti lunghi recuperano dal punto di vista della produzione, ma sono i piani a mostrare i maggiori incrementi di prezzo», spiega Stefano Ferrari responsabile dell’Ufficio Studi siderweb. «Dal punto di vista della produzione siderurgica secondo Federacciai tra gennaio e marzo si è registrato un output in Italia di 6,286 milioni di tonnellate con un incremento del 18,9% rispetto al medesimo periodo del 2020, contro un +3,7% europeo».







In particolare, i lunghi hanno avuto performance nettamente migliori ai piani (+29,2% contro +3,1%). Questi ultimi, secondo le rilevazioni effettuate da siderweb, «fanno registrare un aumento delle vendite e degli stock nel primo trimestre, con i volumi delle consegne di marzo che sono superiori del 5% anche a quelli di marzo 2019».

A livello internazionale, anche per i prodotti lunghi in acciaio, «la Cina sarà il driver del mercato nei prossimi anni». Secondo l’analisi di Emanuele Norsa, editor di Kallanish e collaboratore di siderweb, da un lato perché, con l’obiettivo di aumentare la propria capacità produttiva con forno elettrico, il Paese è entrato a piedi pari nel mercato del rottame, dove prima aveva un ruolo di secondo piano. Dall’altro lato, la Cina «a inizio anno ha tolto i dazi sull’import di rottame. Al contempo, dal primo maggio ha eliminato le agevolazioni fiscali sull’export di quasi tutti i prodotti siderurgici, con l’obiettivo di riorganizzare e ridurre nel medio periodo la supply interna» ha spiegato Norsa.

«Il mondo della manifattura, rispetto ad altri settori, ha saputo assorbire l’urto della pandemia con una resistenza straordinaria e ora torna a crescere, ma dobbiamo sapere che si prospettano sfide urgenti in termini di sostenibilità», spiega Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi. «Sono infatti tre i pilastri della transizione ecologica nei quali ci giochiamo di fatto il nostro futuro, economia circolare – energia elettrica e abbattimento delle CO2. L’acciaio è al centro di catene di valore strategiche ed ha un ruolo determinante nel raggiungimento dei target Ue per decarbonizzazione e contrasto al cambiamento climatico. Nel Pnrr ci sono quasi 60 miliardi per queste finalità: ora spetta alle imprese mettere a terra progetti virtuosi che ci concedano di cogliere queste opportunità. Come sappiamo l’elettrosiderurgia è concretamente un modello di economia circolare, molto lontana da stereotipi ormai antichi che ci descrivevano come un settore brutto e sporco. Le aziende applicano oggi tecnologie evolutissime (compreso il 4.0 e l’intelligenza artificiale) ai loro processi produttivi e impiegano sempre più competenze evolute offrendo soprattutto ai giovani nuovi contesti nei quali misurarsi e crescere».














Articolo precedenteGellify e Azimut Digitech Fund investono su Contents
Articolo successivoTutto quello che c’è da sapere su Ia e Analytics al Sas Global Forum 2021 (25-26 maggio)






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui