Nasce Security Embedded, la start-up di Ateneo che protegge gli IoT

Al progetto hanno partecipato l’Università di Trento la Fondazione Hit, Atos e la società di consulenza e servizi digitali Santer Reply

Da sinistra Michele Grisafi, Bruno Crispo, Luca Degan, fondatori di Security Embedded

Grazie al supporto messo a disposizione da Fondazione Hit nell’ambito del progetto europeo Mcu Fortife, è nata Security Embedded, una nuova start-up di Ateneo che realizza soluzioni per la protezione dei dispositivi Internet of Things (IoT).
Security Embedded ha sviluppato Mcu Forfier, un software per la protezione dei device IoT. Al progetto hanno partecipato l’Università di Trento (in qualità di coordinatore), la Fondazione Hit, Atos e la società di consulenza e servizi digitali Santer Reply.

«La nostra idea di impresa nasce per valorizzare una tecnologia in grado di impattare molto sulle realtà aziendali odierne, aiutandole nella protezione dei dati e dei processi aziendali. Il nostro obiettivo è far approdare la cybersecurity anche laddove essa viene di norma trascurata, e l’industria digitale 4.0 ci sembra un buon punto di partenza. Siamo entusiasti di portare un prodotto da noi ideato in un mercato vivo, e vedere messi in pratica i frutti della nostra ricerca», spiega Michele Grisafi, amministratore delegato di Security Embedded.







La tecnologia è stata sviluppata interamente presso il Dipartimento dell’Università di Trento e testata dai partner tecnici Atos e Santer Reply. «È stata colta l’opportunità del progetto per partire da un’idea scientificamente rilevante, riconosciuta tale anche dalle istituzioni europee e arrivare al lancio di uno spin-off universitario fondato da personale dell’Ateneo e da dottorandi per valorizzare in senso commerciale i risultati della nostra attività di ricerca», spiega Bruno Crispo, professore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento.

La Fondazione Hit, insieme alla Divisione Valorizzazione e Impatto della Direzione Servizi alla Ricerca e Valorizzazione di UniTrento, si è occupata di favorire la creazione della società e il suo accreditamento come startup di Ateneo: ha supportato il team nella preparazione del business plan, ha facilitato l’accordo tra i partner di progetto in materia di proprietà intellettuale – che è rimasta totalmente in capo all’Università – e ha contribuito alla negoziazione per la concessione di una licenza da parte dell’Ateneo alla start-up per portare il prodotto sul mercato.

Tra le attività principali di Security Embedded c’è lo sviluppo e la commercializzazione di soluzioni software che includono tecniche e algoritmi per implementare la protezione della memoria RAM in dispositivi che non hanno alcun meccanismo integrato di difesa.
«Tra gli ambiti applicativi della nostra tecnologia – spiega Luca Degani, chief technology officer di Security Embedded – ci sono la cybersecurity e l’IoT security, due campi sempe più importanti al mondo d’oggi. Abbiamo progettato una soluzione tecnologica che ci consente di unire due mondi, la cybersecurity e l’industria 4.0, portando tecniche avanzate anche nei più piccoli sensori e micro processori. Il nostro motto è che anche i piccoli dispositivi, parte integrante dell’IoT, meritano di essere protetti».














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