I nuovi requisiti della logistica 4.0? Sostenibilità e resilienza. Le soluzioni di Sap

di Renzo Zonin ♦︎ Per avere una panoramica completa sul prodotto in transito è necessario ricevere i dati da chi lo sta effettivamente maneggiando: ecco perché serve uno scambio continuo delle informazioni lungo tutta la supply chain. Control tower: selezione degli insight e Ai per migliorare l’efficienza. I casi Syscons e project44. Ne parliamo con Giacomo Coppi a margine di un webinar organizzato da Sap in collaborazione con il Competence center Made

Image by © Arno Masse/cultura/Corbis

Negli ultimi due anni, il settore della logistica è stato messo sul banco degli imputati, accusato di non aver saputo svolgere il suo compito – quello di portare le merci dal produttore al cliente – durante il periodo pandemico. In realtà, la logistica sconta colpe in gran parte non sue, bensì di un intero sistema industriale globalizzato che è nato e si è sviluppato per decenni senza minimamente prevedere capacità di resilienza, puntando solo ad abbassare i costi e velocizzare le rotte. D’altro canto, è vero che rifondando il comparto logistico – tenendo presenti i nuovi requisiti di resilienza e sostenibilità – si potrebbe ottenere un’infrastruttura capace, se non di eliminare, almeno di mitigare in futuro i problemi creati da eventi inaspettati.

Alla base del nuovo concetto di logistica ci sono almeno due principi, strettamente collegati fra loro: il primo è quello della visibilità, per cui ogni attore della filiera logistica dovrebbe essere in grado di “vedere” in tempo reale tutte le informazioni che lo riguardano e che riguardano le sue merci in viaggio. Il secondo è quello dell’interconnessione, ovvero della possibilità di scambiare rapidamente e in modo certo fra i vari player tutte le informazioni all’interno della filiera; questo perché per avere visibilità completa sul prodotto in transito è necessario ricevere i dati da chi lo sta effettivamente maneggiando. Un sistema di questo tipo genera molti dati e interazioni, e ha quindi un alto grado di complessità, che rende quasi indispensabile, nelle fasi di creazione e messa a punto, l’intervento di partner con elevata competenza specifica e know-how di settore. Per governare al meglio le nuove reti logistiche si sta inoltre puntando sul concetto della “Control Tower“, un sistema capace di raccogliere, coordinare, selezionare i dati in arrivo, e di presentarli in modo da consentire il loro utilizzo per prendere decisioni in modo rapido. A seconda dei casi, una Control Tower potrà anche disporre di funzioni di intelligenza artificiale per consentirle di prendere decisioni in modo automatico, aumentando la sua efficienza complessiva e la velocità di risposta dell’azienda agli eventi. Ne abbiamo discusso con Giacomo Coppi, Head of Digital Supply Chain and Manufacturing Sap Italia e Grecia, ampliando e arricchendo quanto detto in due webinar organizzate dalla multinazionale tedesca del software in partnership con il Competence Center Made







La logistica non è il problema, ma può essere la soluzione

Giacomo Coppi, Head of Digital Supply Chain and Manufacturing Sap Italia e Grecia

C’è voluta una pandemia per mettere sotto i riflettori un tema che sta alla base di qualsiasi commercio, ma che sfugge generalmente ai radar dei media: quello della logistica. Essa è parte di ogni filiera, ma può essere vista come una filiera essa stessa, composta per di più da un numero altissimo di componenti, che devono collaborare in modo stretto per arrivare al loro obiettivo: trasportare merce dal punto A al punto B, minimizzando tempi e costi, e massimizzando sicurezza e qualità del trasporto. Con la pandemia abbiamo scoperto, per esempio, che se si interrompe il cordone ombelicale con la Cina, qui in Italia (ma anche in Europa) abbiamo grandi difficoltà a produrre qualsiasi cosa. E abbiamo scoperto che problematiche apparentemente “minori” (come la mancanza di container vuoti in Cina, o una nave che si incaglia ostruendo un canale) possono avere conseguenze che si ripercuotono su tutta la filiera.

Ma queste problematiche emerse di recente, e che rischiano di acutizzarsi per altri eventi geopolitici come la guerra Russia-Ucraina, sono davvero legate alla situazione contingente? Era davvero impossibile prevederle? E soprattutto, siamo sicuri che il problema sia la logistica e non un modello di industrializzazione globalizzata che è stato messo in atto senza chiedersi cosa sarebbe successo in caso di problemi? «I nodi sono venuti al pettine con la pandemia, ma è chiaro che c’è qualcosa a monte. Dei problemi della logistica si aveva evidenza anche prima della disruption creata dalla pandemia e, più recentemente, dalla guerra in Ucraina. Il mondo stava già cambiando, continuerà a cambiare e lo sta facendo con un’accelerazione inaspettata – afferma Coppi – legata ai cambiamenti nelle abitudini di acquisto, nella disponibilità delle materie prime, nella capacità del manufacturing di reagire alle richieste del mercato, e nella capacità tecnologica. Ed è legata anche ai trend che seguiamo, come quello della sostenibilità, un trend positivo perché cambierà le abitudini e il modo di pensare delle persone. Il fatto è che è difficile controllare tutti questi cambiamenti, è difficile averne visibilità. E questa è la prima richiesta di tutti i nostri clienti: voglio avere visibilità su quello che succede perché non riesco più a capirlo».

Insomma, il problema vero è tenere sotto controllo una filiera estremamente complessa. Perché l’azienda vuol sapere dove è il suo materiale, se il suo fornitore consegnerà le merci in tempo, se il suo cliente riceverà i prodotti quando e dove richiesto. «Ma anche avere la visibilità non basta più. Si vuole essere in grado di gestire la quantità di informazioni correlata a delle catene di fornitura così estese e complicate, e quindi servono strumenti che mi diano rapidamente indicazioni e consigli su come muovermi. Ancora di più, mi aspetto che utilizzando strumenti dotati di sistemi di Intelligenza Artificiale e Machine Learning, le reazioni a determinati eventi avvengano in modo automatico. Per questo la maggior parte dei nostri clienti, di ogni dimensione, ha in mente l’idea di una “Control Tower“, anche se ognuno la sta interpretando in modo diverso». L’esigenza è particolarmente sentita nelle filiere più complesse e che lavorano con metodi “just in time”. Un esempio tipico è quello dell’automotive, settore nel quale durante gli ultimi mesi molte fabbriche si sono ritrovate improvvisamente ferme per la mancanza di un singolo componente, o in alcuni casi devono riempire magazzini di veicoli quasi pronti ma non consegnabili al cliente perché magari mancano i chip della centralina elettronica, o del sistema di car entertainment.

Per realizzare tutte le condizioni che portano a una logistica visibile, interconnessa e integrata, Sap mette in campo diversi strumenti, in particolare quelli contenuti all’interno del Sap Integrated Business Planning for Supply Chain, una soluzione basata su cloud che sfrutta la tecnologia in-memory di Sap Hana

Una torre di controllo per la logistica

Negli ultimi due anni, il settore della logistica è stato messo sul banco degli imputati, accusato di non aver saputo svolgere il suo compito – quello di portare le merci dal produttore al cliente – durante il periodo pandemico. In realtà, la logistica sconta colpe in gran parte non sue, bensì di un intero sistema industriale globalizzato che è nato e si è sviluppato per decenni senza minimamente prevedere capacità di resilienza, puntando solo ad abbassare i costi e velocizzare le rotte. Image by © Arno Masse/cultura/Corbis

Per far fronte alle nuove richieste del mercato, la filiera della logistica va in un certo senso rifondata. Deve essere in grado di fornire visibilità su ogni sua parte, deve poter reagire – meglio se in automatico – a blocchi e ritardi, deve essere resiliente e sostenibile. Premessa indispensabile a tutto questo è la digitalizzazione, ma soprattutto un’interconnessione che consenta lo scambio delle informazioni fra i vari attori della filiera in modo bidirezionale. Per realizzare tutte le condizioni che portano a una logistica di questo tipo, Sap mette in campo diversi strumenti, in particolare quelli contenuti all’interno del Sap Integrated Business Planning for Supply Chain, una soluzione basata su cloud che sfrutta la tecnologia in-memory di Sap Hana.

La soluzione combina la pianificazione per domanda e previsione, migliora la gestione dell’inventario, e fornisce analytics efficienti sulla supply chain, che consentono all’azienda di migliorare i suoi processi anche utilizzando simulazioni what-if. Un altro strumento è la Sap Logistics Business Network, una rete aperta che permette alle aziende di interconnettersi con i business partner per collaborare in modo trasparente, da un punto di ingresso centralizzato. Oltre agli strumenti, per dare una risposta concreta alla richiesta di visibilità e controllo serve anche un know-how specifico, raramente presente nelle aziende che si occupano di produzione, ma che può essere fornito da attori specializzati nel settore. Non per niente all’interno di due webinar organizzati congiuntamente da Sap e MadeCompetence Center i4.0 (il Competence Center del PoliMI), nei quali si parlava appunto di torri di controllo per la logistica sostenibile e integrata, sono intervenute due società specializzate in queste problematiche: Syscons e project44.

“Control Tower”, un sistema capace di raccogliere, coordinare, selezionare i dati in arrivo, e di presentarli in modo da consentire il loro utilizzo per prendere decisioni in modo rapido. A seconda dei casi, una Control Tower potrà anche disporre di funzioni di intelligenza artificiale per consentirle di prendere decisioni in modo automatico, aumentando la sua efficienza complessiva e la velocità di risposta dell’azienda agli eventi

L’esempio di Syscons

Syscons è uno specialista delle soluzioni connesse di supply chain, con 10 sedi nel mondo e un fatturato di 18 milioni di euro. È Silver Partner Sap e i suoi 250 dipendenti seguono circa 70 clienti internazionali. La sua mission è di aiutare le aziende nella digitalizzazione delle operation, per poter raggiungere la visibilità end to end sull’intera catena del valore, dalla pianificazione fino alla consegna del prodotto finito ai clienti

Fondata nel 2001 a Torino, Syscons è uno specialista delle soluzioni connesse di supply chain, con 10 sedi nel mondo e un fatturato di 18 milioni di euro. È Silver Partner Sap e i suoi 250 dipendenti seguono circa 70 clienti internazionali. La sua mission è di aiutare le aziende nella digitalizzazione delle operation, per poter raggiungere la visibilità end to end sull’intera catena del valore, dalla pianificazione fino alla consegna del prodotto finito ai clienti. Il portfolio di competenze di Syscons è di tipo cross-industry, con alto know-how in particolare nei settori del manufacturing, food&beverage, pharma e fashion, e si somma all’expertise in alcune tecnologie di base come IioT ed Edge Computing, oltre che con una lunga esperienza in progetti di integrazione e applicazioni Cloud su misura, spesso realizzati in collaborazione con partner come Sap, OneTrust, MuleSoft o Boomi.

Le soluzioni di Syscons puntano a sfruttare tecnologie avanzate per raccogliere dati che permettano alle aziende di prendere decisioni migliori e più rapidamente. E questo a partire dall’inizio del ciclo di vita dei prodotti, integrando al meglio Plm, Erp e sistemi Ot per ottenere sistemi di smart manufacturing. L’applicazione di questo principio alla logistica porta all’implementazione di un Integrated Business Planning (Ibp), che però va supportato tramite una revisione critica dei processi di pianificazione all’interno dell’organizzazione, che consenta di far lavorare in modo combinato le persone, le tecnologie e i processi. Una volta posto in essere questo processo, si possono sfruttare gli strumenti tecnologici (in particolare, Sap Integrated Business Planning, la soluzione cloud per il Supply Chain Planning basata su Sap Hana) che andranno a coprire tutti gli aspetti della supply chain: Domanda, inventario, Response&supply, Pianificazione sales&operations e torre di controllo della filiera.

Le soluzioni di Syscons puntano a sfruttare tecnologie avanzate per raccogliere dati che permettano alle aziende di prendere decisioni migliori e più rapidamente. E questo a partire dall’inizio del ciclo di vita dei prodotti, integrando al meglio Plm, Erp e sistemi Ot per ottenere sistemi di smart manufacturing

L’approccio di project44

Per project44, una supply chain crea valore per aziende e clienti se il flusso di informazioni, materiali e prodotti è ben coordinato, e questo coordinamento di attività interconnesse e di passaggi fra aziende è possibile solo se tutte le parti hanno visibilità sulle spedizioni di componenti e prodotti

Fondata a Chicago nel 2014, project44 prende il suo nome dall’autostrada che permise di superare la lentezza e i colli di bottiglia della famosa “Route 66”. L’azienda offre una piattaforma di visibilità avanzata per gli spedizionieri e i fornitori di servizi di logistica, in grado di connettere, automatizzare e dare visibilità sui principali processi di trasporto, in modo da velocizzare la creazione delle informazioni e permetterne l’uso in tempo reale. Per project44, una supply chain crea valore per aziende e clienti se il flusso di informazioni, materiali e prodotti è ben coordinato, e questo coordinamento di attività interconnesse e di passaggi fra aziende è possibile solo se tutte le parti hanno visibilità sulle spedizioni di componenti e prodotti. Proprio di questo si occupa la soluzione di project44, che non si limita a fornire le informazioni in tempo reale sulle spedizioni globali, ma grazie all’analisi dei dati e alla business intelligence consente di valutare le prestazioni dei vettori, aiutando le aziende a ridurre i costi operativi e a ottimizzare gli inventari. Bisogna dire però che il raggiungimento di questi vantaggi non è immediato: si arriverà a un ritorno dell’investimento per gradi, mano a mano che si impara a utilizzare la piattaforma (e i dati che raccoglie) per digitalizzare i flussi e automatizzare i processi.

Nelle prime fasi del percorso, le aziende recuperano l’investimento nella visibilità grazie alla maggiore efficienza della forza lavoro e della rete. Ma il valore a lungo termine sarà dato dalla pianificazione, dai miglioramenti operativi e dall’ottimizzazione dell’inventario, che garantiranno migliori livelli di servizio. Un aspetto da sottolineare della soluzione proposta da project44 è che, essendo basata su cloud, ogni azienda che si connette alla piattaforma è in grado di accedere all’intera rete. Questo rende possibile la comunicazione e la collaborazione tra più parti, ai vari livelli della catena. Ne consegue, per esempio, che fornendo agli spedizionieri informazioni sui loro ordini e spedizioni, le aziende possono essere proattive e introdurre modifiche nell’approvvigionamento, nella produzione o nella distribuzione per minimizzare l’impatto dei ritardi degli invii e migliorare, in definitiva, l’esperienza del cliente. Accedere a dati attendibili in tempo reale consente poi alle imprese di digitalizzare i processi e automatizzare i flussi di lavoro, anche a livello di processi decisionali. E potranno pianificare meglio, perché sfrutteranno informazioni accurate sui movimenti in corso, invece di dover usare stime basate su prestazioni precedenti.

Ecosistema Sap per la logistica

Interconnettere sistemi diversi non è più un problema

Rifondando il comparto logistico – tenendo presenti i nuovi requisiti di resilienza e sostenibilità – si potrebbe ottenere un’infrastruttura capace, se non di eliminare, almeno di mitigare in futuro i problemi creati da eventi inaspettati

Se c’è una cosa sulla quale tutti i vari attori della filiera logistica concordano è che la comunicazione e interconnessione fra tutte le entità coinvolte nella catena, a tutti i livelli, è una conditio sine qua non per realizzare appieno il nuovo concetto di supply chain integrata, resiliente e sostenibile. Realizzare un livello di interconnessione così stretto poteva essere un problema fino a non molti anni fa per un motivo molto semplice: ogni azienda tipicamente utilizzava propri strumenti di gestione, che difficilmente potevano scambiare dati con strumenti di altri produttori. Fortunatamente, oggi il problema è di fatto superato. «Oggi le modalità per far dialogare sistemi diversi ci sono – conferma Coppi – e oggi noi per esempio abbiamo dei servizi di integrazione della piattaforma che ci permettono di connetterci con tutti gli interlocutori. Queste cose avvengono ancora di più grazie ai Business Network, perché la disponibilità di questi ultimi non obbliga il mio cliente o il suo fornitore ad adottare Sap: io posso invitare il mio interlocutore terzo solamente ad accedere al network, senza impegni da parte sua. Lui condividerà con me solo le informazioni che servono a fare business insieme, magari legate agli stock o richieste di offerta eccetera, ma senza mettere in discussione il suo back-end: ciascuno mantiene il proprio. Semplicemente faremo girare queste informazioni sul Business Network che ci consentirà questo tipo di visibilità e di collaborazione. Business Network che può essere di Procurement, come Sap Ariba, o logistico come Sap Logistics Business Network».

Alla base del nuovo concetto di logistica ci sono almeno due principi, strettamente collegati fra loro: il primo è quello della visibilità, per cui ogni attore della filiera logistica dovrebbe essere in grado di “vedere” in tempo reale tutte le informazioni che lo riguardano e che riguardano le sue merci in viaggio. Il secondo è quello dell’interconnessione, ovvero della possibilità di scambiare rapidamente e in modo certo fra i vari player tutte le informazioni all’interno della filiera. Container ship in import export and business logistic, By crane, Trade Port, Shipping cargo to harbor, Aerial view from drone, International transportation, Business logistics concept

Insomma, condividere i dati non è un problema, bisogna solo decidere quali dati andranno condivisi per un’operatività ottimale. Tuttavia, esiste ancora un punto critico in tutto questo, ed è relativo al fatto che non tutti i segmenti della filiera sono ancora completamente coperti da dati digitali, o a volte questi dati non possono essere condivisi interamente. «È vero che i grandi operatori della logistica ti possono dare il tracciamento del mezzo sul quale si trova la sua merce, ma ci sono comunque delle complessità da considerare. Il corriere mi può dire dove si trova il camion che sta consegnando la mia merce, ma sul quel veicolo ci sono anche i prodotti di altri, quindi non mi potrà dire in ogni momento cosa sta consegnando e a chi, anche solo per una questione di correttezza e privacy. Senza contare che spesso i grandi corrieri utilizzano per coprire l’ultimo miglio dei padroncini, e magari sul loro mezzo non hanno installato un transponder che mi faccia sapere dov’è e che cosa sta consegnando. Quindi un po’ di complessità c’è ancora, soprattutto in Italia dove la logistica è condizionata dalla maggiore complessità della nostra geografia rispetto ad altri Paesi» conclude Coppi.

Presumibilmente, anche questi residui aspetti critici verranno risolti mano a mano che aumenterà la pervasività degli strumenti di tracciamento e comunicazione in grado di mandare dati alle piattaforme di controllo. Le quali a loro volta si stanno evolvendo. Solo negli ultimi mesi, per esempio, Sap ha fatto diverse aggiunte al suo portfolio inerente la logistica. A partire da Sap Warehouse Insights (disponibile dal dicembre 2021), un software per ottimizzare le operazioni all’interno del magazzino, che si implementa come opzione da collegare al Warehouse System. Molto interessante infine, vista l’importanza sempre maggiore del tema della logistica sostenibile, l’arrivo della Sap Sustainability Control Tower, un sistema di gestione delle informazioni relative alla sostenibilità che consente alle aziende di fissare obiettivi, monitorare i progressi, e ottenere importanti insights tramite report di performance automatizzati e sempre aggiornati.














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