La pmi del futuro secondo Digital&Export Business School

Investimenti tecnologici, intelligenza artificiale, cloud, export nel sud est asiatico, cybersecurity e competenze digitali: queste le chiavi per il successo delle piccole e medie imprese emerse durante l'iniziativa organizzata UniCredit in partnership con Microsoft, Sace e Simest

Antonio Frezza, chief marketing and business innovation officer di Sace

Durante la Digital&Export Business School, organizzata da UniCredit nell’ambito della sua Banking Academy con la collaborazione di Microsoft, Sace e Simest, è stato delineato l’identikit della pmi di successo e delineata la roadmap per affrontare con gli strumenti più adatti il nuovo contesto socio-economico.

Emerge la necessità di un cambio culturale che spinga le piccole e medie imprese ad aumentare la propensione per il rischio, anche aprendosi a nuove realtà. A partire dall’export verso i mercati, che hanno dimostrato di poter reggere bene crisi, come quella scatenata dalla pandemia. È necessario rivedere anche la cultura aziendale con una leadership condivisa in cui l’imprenditore non deve più risolvere tutti i problemi da solo. L’attenzione va invece concentrata sui team di lavoro e sullo stimolo che viene dato a portare soluzioni nuove tenendo come priorità il positivo impatto generato da una gender economy ben gestita.







Questa l’identikit della pmi di successo:

  • L’investimento tecnologico è in crescita, ma spesso focalizzato su servizi a basso valore aggiunto che non attivano un reale processo di cambiamento nell’organizzazione. La tecnologia deve diventare un abilitatore della strategia, evitando di fare il contrario
  • La pmi del futuro sfrutta sempre di più dati e soluzioni di intelligenza artificiale basate su cloud, per offrire un percorso di acquisto fluido, sicuro e reattivo, ma diventa sempre più consapevole dell’esigenza di valorizzare lo spazio fisico, le esperienze e la presenza umana, come base dell’identità aziendale
  • La strategia di export è ancora orientata ai Paesi del mercato europeo, che stanno soffrendo più di altri a causa della crisi sanitaria. La poca differenziazione fa sì che le aziende italiane siano ancora poco presenti su geografie più dinamiche, giovani e in crescita, come quelle del sud est asiatico;
  • E’ necessario investire di più sulla cybersecurity, a fronte di una forte crescita degli attacchi informatici, che mettono in pericolo dati e processi aziendali, ma anche la reputazione verso i clienti
  • Emerge con maggiore forza rispetto al passato l’esigenza di far crescere le competenze digitali a tutti i livelli aziendali per sostenere una reale trasformazione organizzativa e tecnologica
  • Inizia ad affermarsi la consapevolezza di dover investire maggiormente su competenze soft e su un mindset sempre più adatti a guidare l’impresa in un mondo Vuca, caratterizzato da Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity, dove l’attitudine al cambiamento diventa strategica a tutti i livelli organizzativi
  • Presente, anche se in modo non omogeneo nelle pmi incontrate, la consapevolezza di porre a centro della strategia aziendale la “gender economy” riducendo l’accesso diseguale al mondo del lavoro per avere un impatto concreto sul PIL e sulla produttività dell’intero Paese.

«La Digital&Export Business School è stata anche per noi di UniCredit un vero ritorno a scuola, con scambi di idee, problemi e soluzioni con le nostre aziende», ha dichiarato Andrea Casini, co-ceo Commercial Banking Italy di UniCredit. «Dai dati che abbiamo analizzato emerge il profilo di imprese pronte ad affrontare le nuove sfide che la ripartenza ci prospetta e il compito di UniCredit è quello di accompagnarle nella crescita, nell’innovazione e nel fare rete. La digitalizzazione ha compiuto un balzo importante e anche una parte dell’export è diventata ormai digitale: proprio per questo con Google abbiamo lanciato UniCredit Easy Ecommerce, con cui offriamo alle pmi una soluzione chiavi in mano per affrontare con successo le sfide dell’e-commerce. L’orientamento verso i mercati internazionali sarà un altro fattore importante di crescita: grazie alla nostra solida presenza europea, offriamo un accesso unico ai migliori prodotti e servizi in 13 mercati strategici e accompagnamo l’eccellenza italiana anche oltre i confini europei».

«Mai come in questo momento il digitale è strategico per garantire alle nostre imprese uno sviluppo futuro ma essere preparati e avere le giuste competenze per coglierne tutte le opportunità è determinante», spiega Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia. «Trovo davvero efficace iniziative come queste dove si possono mettere a fattor comune esperienze e know-how per aiutare le realtà più piccole in un percorso di trasformazione e formazione, sostenendole così nella loro ripresa e crescita a lungo termine».

«Siamo giunti alla conclusione di questo ambizioso progetto che ci ha visti coinvolti, insieme a Simest e con i nostri partner UniCredit e Microsoft al fianco delle tante pmi italiane che hanno preso parte alla Digital&Export Business School», ha dichiarato Antonio Frezza, responsabile marketing & innovation di Sace. «Questa iniziativa conferma ulteriormente l’impegno di Sace ad avviare iniziative mirate a supporto del Made in Italy e si inserisce nell-ambito del nostro programma di Education to Export con cui mettiamo a disposizione del sistema produttivo italiano la nostra esperienza in materia di export e internazionalizzazione e strumenti on e off line a supporto della ripartenza del nostro Paese».














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