Rta lancia la start-up Rta Robotics e programmi di open innovation con l’Università di Pavia

di Barbara Weisz ♦︎ La società guidata da Tommaso Rossini, specializzata in componenti, inizia una nuova avventura imprenditoriale nella distribuzione e customizzazione di automi industriali

Taglio del nastro per Rta Robotics

Integrare automazione e robotica è la nuova sfida: con questa motivazione Tommaso Rossini, amministratore delegato di Rta, annuncia la nascita di Rta Robotics, una start-up che si concentra nell’integrazione e vendita di robot antropomorfi e bracci Scara. E che ha iniziato l’avventura imprenditoriale in collaborazione con l’Università di Pavia, con un accordo su scambio di competenze, formazione, nell’ottica dell’open innovation.

A Parma, al Mecfor del maggio scorso (fiera di settore meccatronica, automazione e robotica avanzata), «ho stimato un fattore 10 di comparsa di robot rispetto agli anni precedenti», prosegue Rossini, che sottolinea come la sfida sia soprattutto quella di puntare alle pmi, che spesso sono restie ad acquistare robot, magari perché spaventate da fattori come la difficoltà di utilizzo e il costo.







L’open innovation Rta Robotics – Università di Pavia
I robot di Rta sono realizzati da aziende partner di Rta, e nello spin-off italiano vengono customizzati per i singoli clienti, con specifiche soluzioni software e di assemblaggio. Lo spin-off nasce con due dipendenti, ma si avvale anche dell’apporto delle competenze di Rta, che di collaboratori ne ha 75, e della partnership con l’ateneo, che mette a disposizione i suoi ricercatori. L’idea, come detto, è quella di creare un ponte fra ateneo e azienda. Quest’ultima mette a disposizione dell’università i robot, e dalla collaborazione si sivluppoano nuove competenze e know how tecnico. Rta Robotics finanzia anche uno specifico dottorato di ricerca in Robotica Industriale, che partirà in ottobre, e consentirà ai dottorandi di lavorare in azienda facendo al contempo ricerca. La start-up è stata presentata in un evento, il 15 giugno nella sede dell’impresa, a Marcegaglie (Pavia), che ha visto fra gli altri la partecipazione di Giorgio Metta, direttore dell’Iit di Genova, e Luciano Floridi, professore ordinario di filosofia ed etica dell’informazione a Oxford. I quali hanno discusso di robotica ed etica, fornendo una vision del futuro del settore e dei possibile sviluppi (e, va detto, escludendo che l’intelligenza artificiale possa replicare quella umana).

Il mercato della robotica
A conferma della sfida che la robotica rappresenta per le imprese italiane, i dato forniti da Siri, associazione automatica di robotica e automazione. Nel 2020 nel mondo c’erano 3 milioni di robot installati nelle fabbriche, di cui il 60% in Asia, il 20% in Europa. A livello di singoli paesi, l’Italia è al sesto posto nel mondo, al secondo in Europa dopo la Germania (che è quinta a livello internazionale, dietro a Cina, Corea, Giappone e Usa). E fin qui, sono dati noti. Il presidente di Siri, Domenico Appendino, ha però sottolineato che negli ultimi due anni l’Italia sta marciando più velocemente della Germania, e anche del resto del mondo, pur a fronte di un boom internazionale. Il settore è cresciuto nel 2021 del 27%, mentre l’Italia ha segnato un +50%, contro il progresso del 7 per cento tedesco. Quindi sottolinea Siri, «il risultato italiano è il doppio rispetto a quello internazionale e sette volte superiore a quello tedesco». Le previsioni 2022: +6% a livello internazionale, e ancora una performance dell’Italia superiore a quella tedesca e non solo. L’Europa è vista in crescita del 2%, l’Italia invece incrementa il numero di robot del 35%, la Germania risulta sostanzialmente stabile. Il punto, sottolinea Siri, è che «la robotica è un’eccellenza italiana». L’auto non è il primo settore dell’industria italiana, è scesa al secondo posto, sul primo gradino del podio c’è l’automazione industriale (al terzo posto il food).

I dati su Rta
Da questi dati di mercato nasce dunque l’intuizione di Rta che ha portato alla nascita della start-up interamente concentrata sulla robotica. Rta è una consolidata realtà del settore dell’automazione industriale, con quasi 50 anni di storia (nata a Pavia nel 1976), e oggi è presente in Spagna, Germania, India (in Italia, oltre al quartier generale di Pavia, sedi anche a Venezia e Bologna).

I robot di Rta Robotics
I robot attualmente in produzione sono sette, tre antropomorfi e quattro bracci Scara. Nel dettaglio:

  • Tre robot antropomorfi: Horst 600, 900 e 1400. Sono robot a sei assi, richiedono un’area di installazione relativamente piccola (382 X 200 mm il più piccolo, 474 x 474 il più grande) e sollevano da 2 a 8 chili. L’Horst 600 è adatto a maneggiare piccole componenti (pick and place, assemblaggio, posizionamento), il 900 lavora velocemente componenti fino a 5 chili, le applicazioni ideali sono il posizionamento di precisione, l’avvitamento, pallettizzazione, accatastamento, packaging. Il 1400 lavora con pezzi fino a 12 chili, si adatta ad applicazioni in tutti i settori industriali.
  • Quattro bracci Scara: Rx 400, 500, 600 e 700. Sono robot a quattro assi, area di installazione da 180X140 per l’Rx3-400 a 195×169 per il 700. Il più piccolo solleva fino a 3 chili, gli alti tre fino a 6 chili. Si adattano a molteplici funzioni (pick and plance, assemblaggio, packaging), con una velocità e una flessibilità adattabile alle diverse esigenze dell’impresa.













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