Ghiringhelli con la nuova macchina utensile a centro fisso punta tutto… sulle piccole dimensioni

di Paolo Beducci ♦︎ Macchine utensili 1/ Micromeccanica, orologeria, medicale, occhialeria: è per questi comparti che è particolarmente adatta la rettificatrice A80. Perché grazie alla sua fascia mola di 80 mm può operare su pezzi di diametro inferiore allo 0,5. Il mercato estero, gli investimenti e la crescita post Covid. Ne parliamo con Patrizia Ghiringhelli, joint managing director dell'azienda che porta il suo nome e che rappresenta un marchio iconico di questo settore di grande importanza per l'industria italiana

Rettificatrici Ghiringhelli. Foto presa da ghiringhelli.it

Per i suoi cento anni, la Rettificatrici Ghiringhelli di Luino si regala una nuova macchina utensile che guarda alle lavorazioni su piccole dimensioni. Si tratta della A80 che per certi versi è frutto della pandemia e delle riflessioni strategiche, tecnologiche e commerciali del management che guida la società. Più di molte altre macchine utensili, le rettifiche sono le macchine della precisione e della qualità delle superfici. Il loro ruolo è quello di rendere perfette le superfici affinché tutto si muova e scorra nel modo migliore.

Specializzata in rettificatrici in tondo, quindi adatta a pezzi particolarmente difficili da rendere perfettamente dimensionati, Ghiringhelli negli ultimi anni ha lavorato con grandi risultati sulle senza centri, ovverosia su quelle rettificatrici adatte a lavorare un pezzo senza il riferimento del mandrino e della contropunta. Questo significa che il pezzo vien messo direttamente fra due mole che girano nella medesima direzione. La prima avrà il compito di dare al pezzo il movimento rotatorio spingendolo verso la seconda mola (mola operatrice) che provvederà all’asportazione del materiale da eliminare. Si tratta di macchine di grandissima precisione e apprezzate in comparti industriali in cui questa caratteristica è ancora più centrale: l’industria dei motori elettrici e dei cuscinetti, il tessile o l’automotive.







Ora in occasione di suoi primi cento anni di storia Ghiringhelli – fatturato 2019 a poco meno di 13 milioni – propone una nuova macchina a centro fisso, quindi con mandrino. Questa accanto alla ampia produzione di senza centri, ripropone una tipologia di macchina che risulta particolarmente adatta per asportazioni di finitura su pezzi con diametri massimi inferiori a 0,5 mm.

Orizzonti sempre più ampi

Ghiringhelli negli ultimi anni ha lavorato sulle senza centri, rettificatrici adatte a lavorare un pezzo senza il riferimento del mandrino e della contropunta. Foto presa da ghiringhelli.it

Il fatturato di Ghiringhelli è realizzato per la gran parte sui mercati di tutto il mondo, visto che una quota ben al di sopra del 50% (per esser più precisi è pari all’ 80%) del fatturato – che, è bene ricordarlo negli anni pre-covid e in particolare fra il 2017 e il 2019, è cresciuto di oltre il 30% – viene realizzata fuori dai confini nazionali. Da segnalare che la clientela di Ghiringhelli è fatta di aziende di alto livello tecnologico in gran parte europee.

Parlare di rettifiche è un modo molto interessante per capire come si stia muovendo la tecnologia dei prodotti finiti, per comprendere dove si sposteranno gli investimenti negli anni a venire e soprattutto verso quale genere di sviluppo tecnologico ci si sta muovendo. Infatti è proprio dalla tipologia di lavorazioni che vengono richieste alle rettificatrici, che si riesce a capire abbastanza facilmente quali saranno gli orientamenti tecnologici del futuro prossimo e di medio termine.

Il Covid come occasione

Interno plant Ghiringhelli. Foto presa da ghiringhelli.it

Da qui la scelta di parlarne con Patrizia Ghiringhelli, joint managing director dell’azienda che porta il nome della sua famiglia, per farci spiegare il mercato degli ultimi anni, le prospettive commerciali e quelle tecniche. «L’arrivo del CoronaVirus – ci spiega Ghiringhelli – ha sovvertito molte regole e molti convincimenti, e questo ci ha consigliato di rivedere in misura consistente alcune convinzioni che avevamo. Ma soprattutto – prosegue Patrizia Ghiringhelli – ci ha fatto capire ancora di più che la tecnologia legata al 4.0 non era e non poteva risolversi in una mera questione di utilizzo della macchina, ma si tratta di un approccio globalizzante e che in tale modo deve essere affrontato e vissuto. Questo significa che per noi è stato il momento di rivedere alcuni aspetti organizzativi, anche se nel nostro caso si tratta di un protocollo tecnologico che maneggiamo da molti anni vista la tipologia di impianti e di clienti con cui abbiamo a che fare quotidianamente».

L’aspetto su cui ha di più insistito Patrizia Ghiringhelli è stato proprio l’ampliamento della base di diffusione di queste modalità operative. Complice l’impossibilità di muoversi e di far muovere i propri tecnici per assistenze in tutto il mondo. Insomma, imparare a gestire il mondo da Luino senza per questo perdere la quotidianità con la clientela sparsa principalmente fra Europa e Asia. «Questa considerazione – prosegue nella spiegazione Patrizia Ghiringhelli – ci ha convinti che oltre a proseguire sulla strada della crescita tecnologica del prodotto, dovessimo concentrarci anche su alcuni aspetti non strettamente legati all’hardware. Così abbiamo avviato due programmi: sulla realtà virtuale e sulla realtà aumentata».

Assistenza e innovazione come target

Patrizia Ghiringhelli, joint managing director dell’azienda Ghiringhelli

Lo scopo è estremamente chiaro: garantire efficienza costante nella assistenza, anche di quei clienti che sono a molte ore di volo di distanza. Ma in questo periodo pandemico è una crescita utile anche per coloro che stanno molto più vicino, ma che sono stati comunque irraggiungibili fisicamente in tempi di lockdown. È un aspetto che in Ghiringhelli conoscono molto bene. Non deve essere infatti dimenticato che proprio Ghiringhelli è partner di Siemens nella MindSphere World, l’associazione che si è data il compito di sviluppare e promuovere il sistema operativo aperto per l’IoT e basato su cloud, ideato dal colosso tedesco. Una collaborazione, quella fra Ghiringhelli e Siemens nata molti anni addietro e che nel tempo ha portato a rapporti sempre più forti fra le due realtà.

«L’abitudine alla ricerca è parte integrante del nostro modo di pensare e di agire e crediamo che anche lo sviluppo di soluzioni innovative – è sempre Patrizia Ghiringhelli che parla – debba essere gestito ‘cum grano salis’ evitando che non diventino il solo modo di interagire con i nostri utilizzatori, ma siano di aiuto in determinate circostanze. Il rapporto umano non è surrogabile». C’è però un altro spetto che deve essere specificato quando si parla di Ghiringhelli: nel corso degli anni l’offerta dell’azienda si è modificata sensibilmente passando attraverso una serie di innovazioni che partono dalla progettazione e si dipanano lungo tutto il processo ideativo e produttivo. E poi, sempre più spesso le macchine prodotte a Luino sono dei veri e propri sistemi di produzione, rappresentano cioè della soluzioni complete e integrate e integrabili in linee produttive complesse.

La crescita ora sembra solida

Il fatturato di Ghiringhelli è realizzato per la gran parte sui mercati di tutto il mondo, visto che una quota ben al di sopra del 50% (per esser più precisi è pari all’ 80%) del fatturato – che, è bene ricordarlo negli anni pre-covid e in particolare fra il 2017 e il 2019, è cresciuto di oltre il 30% – viene realizzata fuori dai confini nazionali

Se questo è il racconto della pandemia e delle misure prese per uscirne senza troppi danni, è altrettanto interessante andare a vedere cosa accade oggi sui mercati e quali le prospettive per il futuro più o meno vicino. Anche qui l’analisi di Patrizia Ghiringhelli è puntuale. Iniziamo dall’andamento del mercato: «Sono stati diciotto mesi certamente non facili anche sotto il profilo commerciale. Tutto fermo significa proprio tutto fermo. È vero anche – prosegue Ghiringhelli – che in questo anno e mezzo siamo stati in blocco totale solo in parte e che quindi un minimo di attività c’è stata anche per la parte commerciale. Ma è anche vero che le aperture, le chiusure e le incertezze soprattutto, abbiano creato delle distorsioni. Ci sono stati istanti, preciso istanti non periodi, in cui abbiamo visto progettualità e voglia di fare, poi periodi totalmente fermi. Insomma, un andamento a singhiozzo molto particolare. Devo però dire che gli ultimi mesi sembrano rendere segnali differenti. C’è da capire se la ripartenza degli investimenti sui mercati e di conseguenza nei Paesi per noi strategici, come pare sarà solida e duratura o se ci troveremo di nuovo avvolti dall’incertezza».

La sensazione però è positiva, visto che a muoversi sono settori tradizionali come ad esempio quello dell’auto che, è bene ricordarlo, da solo assorbe circa la metà di tutti gli investimenti in macchine utensili. Investimenti sia nella parte termica, cioè il motore, sia in tutte quelle componenti che sono parte di un progetto automotive e che non sono destinate a trasformare energia. Le tendenze di mercato sono importanti e devono essere seguite. Questo però non significa che ci si debba fossilizzare in una area specifica. Nel caso delle rettificatrici la tipologia di mercato di destinazione è data dalla dimensione della fascia delle mola che agiscono sul pezzo da rettificare.

A80, un salto verso il piccolo

Ghiringhelli SCNC6A

Nel corso degli anni Ghiringhelli si è molto impegnata nel presidiare con successo alcune aree dimensionali attorno alle quali è cresciuta e si è consolidata l’offerta commerciale. C’è però da dire che una delle caratteristiche più riconoscibili e più riconosciute alla azienda di Luino sta proprio nella capacità quasi camaleontica di interpretare il mercato e le sue tendenze andando a presidiare nuovi segmenti, allargando in questo modo la propria offerta sempre più. Con la Emo Milano che si svolgerà dal 4 al 9 ottobre, vedrà ufficialmente la luce la A80 una nuova rettificatrice compatta per le lavorazioni a centro fisso che è per la Ghiringhelli un gradito ritorno in un settore che aveva messo un po’ in congelatore nel corso degli anni. «La nuova A80 – spiega ancora Patrizia Ghiringhelli – è in primo luogo una macchina compatta e indirizzata a segmenti di mercato che negli ultimi anni avevamo seguito meno. Mi riferisco ad esempio alla micromeccanica, all’orologeria, al medicale, all’occhialeria. Grazie alla sua fascia mola di 80 mm la macchina può operare su pezzi di diametro inferiore allo 0,5, quindi su pezzi davvero piccoli».

Una scelta fatta per esser presenti in modo continuo su un mercato che senza dubbio ha delle peculiarità molto interessanti per competitività tecnologica. «La scelta di chiamare A80 l’ultima nata – chiosa Patrizia Ghiringhelli– sta oltre che nella larghezza della fascia mola anche nel fatto che già un tempo esisteva una A80: la produceva mio nonno ed anche quella aveva fascia 80 mm. Allora la A era l’iniziale del nome di mia nonna Anna, a cui il nonno dedicava ogni prodotto dell’azienda, oggi abbiamo legato questa lettera al termine Anniversario riferendoci ai nostri primi 100 di vita».














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