Durante l’emergenza sanitaria, le aziende hanno accelerato la loro trasformazione digitale: il modello hybrid work è il motivo per cui non si tornerà più indietro. Utilizzando Trend Sonar (la piattaforma di rilevamento e monitoraggio delle tendenze basata su Ia) con il supporto di Pac (Teknowlogy Group), Reply ha analizzato i principali trend di mercato. Per comprendere la maturità del mercato, sono stati confrontati i dati del cluster ribattezzato europe-5 (Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio) con quello di big-5 (USA, Regno Unito, Brasile, Cina, India). Dall’incrocio di questi dati è emerso che la nuova normalità non prevede il ritorno a tempo pieno in luoghi di lavoro fisici e questo cambio di paradigma rivoluzionerà un po’ tutto e tutti. Dal design degli uffici fino alla cultura aziendale e l’esperienza stessa dei dipendenti: a beneficiarne saranno sia gli impiegati (maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata, maggiore efficienza sul lavoro e altro ancora), sia le stesse aziende (spazi d’ufficio più piccoli, orari di lavoro flessibili, assunzione di talenti senza necessità di relocation).
Filippo Rizzante, cto di Reply, ha dichiarato: «Il digitale e la tecnologia hanno rimodellato il futuro dell’employee experience. A seconda del contesto lavorativo in cui ci si trova, sia esso un ufficio o una fabbrica, il lavoro ibrido sarà sempre più caratterizzato dal supporto e dalla collaborazione di software o hardware basati sull’intelligenza artificiale, facilitati anche dal fatto che una maggiore alfabetizzazione sui dati e una propensione alla digitalizzazione non saranno appannaggio solo degli sviluppatori, ma fondamentali per tutta la forza lavoro. Il passaggio a modelli di lavoro a distanza e flessibili rimarrà in una certa misura permanente e la nuova cultura aziendale dovrà accogliere la dimensione digitale come parte integrante delle routine di lavoro quotidiane, facilitando le connessioni sociali e la comunicazione anche a distanza. Temi come la sostenibilità e il benessere dei dipendenti saranno sempre più parte integrante del dna di una azienda».
Il cloud computing sta diventando lo standard che sta spingendo le architetture ibride, e la spesa per le tecnologie di cloud pubblico e privato rappresenta già più della metà della spesa infrastrutturale globale (raggiungerà i due terzi entro il 2024). Lo studio di Reply prevede che il mercato dei paesi del cluster europe-5 raggiungerà i 7,6 miliardi di euro entro il 2025, mentre quello dei big-5 i 36 miliardi nello stesso periodo. Un altro trend analizzato da Reply riguarda la diffusione dell’hyperautomation: quasi la metà delle più grandi aziende globali supporterà i lavoratori con tecnologie intelligenti progettate per aiutare le interazioni complesse entro il 2025.
La cybersecurity è una delle maggiori aree di investimento del 2021 e non sarà un trend di breve durata. Per Reply il mercato dell’end-user device security, ovvero delle soluzioni di sicurezza per pc, smartphone, tablet, e altri dispositivi aziendali, crescerà del 45% tra i big-5 e del 34% tra gli europe-5 entro il 2025.
Dalla ricerca di Reply è poi emerso come le nuove generazioni siano alla ricerca di aziende che operino con uno scopo, che agiscano in modo responsabile e sostenibile dal punto di vista ambientale e che abbiano il coraggio di prendere posizione nei dibattiti sociali e culturali con standard e termini Esg aziendali chiari e misurabili. Parlando di benessere della forza lavoro, la salute mentale e la qualità della vita stanno acquisendo sempre più rilevanza nel contesto lavorativo ibrido, accanto alla sicurezza fisica.
Il lavoro ibrido è diventato un fattore essenziale per trattenere talenti e contrastare il fenomeno della great resignation, con quasi la metà degli under 35 che, secondo dati globali, sta pensando di lasciare il proprio lavoro qualora fosse costretto a tornare a lavorare in ufficio a tempo pieno. Le aziende devono migliorare le competenze esistenti, rendendo fondamentale l’accesso a piattaforme di formazione a distanza: si stima, infatti, che la spesa dei Big-5 per le learning platform aumenterà del 48% entro il 2025, raggiungendo i 16 miliardi di euro, mentre tra gli Europe-5 si raggiungeranno i 2 miliardi.