Che cosa c’è nel futuro di Renovit, l’azienda di Snam e Cdp per l’efficienza energetica?

di Marco de' Francesco ♦︎ La società accompagna industrie e Pa nel percorso di decarbonizzazione ed energy efficiency. Analisi dei fabbisogni dell’impresa e dei costi: si definisce un nuovo modello. Il canone durata decennale o quindicennale: Renovit si occupa della gestione e della manutenzione. Fra i clienti Fincantieri e Wepa. L'accordo con Italcer. Ne parliamo con Biagio Cafarelli

Come può un’azienda manifatturiera realizzare interventi di risparmio energetico senza un investimento diretto e senza distogliere la propria attività dal core-business? La questione è di enorme importanza, sia per l’instabilità e le frequenti impennate dei prezzi, che per il rilievo che sta assumendo il trend green, anche sotto il profilo della concessione di prestiti da parte di istituti bancari e fondi. La risposta ha un nome: Energy performance contract, il contratto di rendimento energetico. È una soluzione “chiavi in mano”: in pratica, è il fornitore – in genere una società di servizi energetici (Energy service company, Esco) – che investe e realizza gli interventi, verso un corrispettivo correlato all’entità dei risparmi o al livello di ottimizzazione dell’efficienza individuati a priori e ottenuti in esito a lavori di efficientamento sugli impianti. In pratica, all’azienda cliente non resta che pagare un canone; al resto, anche in termini di controllo e manutenzione, ci pensa il fornitore. Non a caso, questi contratti “chiavi in mano” sono alla base della strategia per le aziende di Renovit, società guidata dal managing director Cristian Acquistapace (che è anche executive vice president business unit environment & efficiency di Snam) e di proprietà di Snam (60), Cdp (30%) e soci terzi (10%). L’azienda ha oltre 350 dipendenti, un fatturato di circa 500 milioni di euro nel 2022 e impianti di generazione distribuita (in particolare fotovoltaico) in esercizio e in costruzione per oltre 100 megawatt.

Sempre per le aziende, Renovit ha studiato uno specifico programma di riduzione delle emissioni, Soluzione Net Zero, che si pone l’obiettivo, a partire dall’analisi del modello energetico dei clienti, di individuare un mix di soluzioni di efficientamento ed autoproduzione energetica, che puntano alla riduzione dei consumi e delle emissioni di gas climalteranti. Renovit sta portando avanti progetti di grande rilievo; tra quelli più recenti si contano quelli per Fincantieri, Italcer e Wepa. Di tutto ciò abbiamo parlato con il responsabile del mercato industriale di Renovit, Biagio Cafarelli.







 

D: Anzitutto, come nasce Renovit?

Biagio Cafarelli, responsabile del mercato industriale di Renovit

R: Renovit nasce dalla valorizzazione di competenze e progetti imprenditoriali italiani, a cui abbina la visione di mercato e le capacità tecniche e finanziarie dei partner, Snam e Cdp Equity. Il processo di aggregazione, condotto a partire dal 2018, ha consentito di accelerare la crescita delle società, agevolando il trasferimento di competenze e tecnologie di efficienza energetica tra i diversi segmenti. Il mercato dell’energy efficiency, d’altra parte, è nato grazie a piccole imprese, che hanno svolto i primi e fondamentali step. L’idea di Snam di dar vita a un player attivo nell’efficienza energetica risale al 2017; la prima società acquisita è stata, nel 2018, Tep Energy Solution, che già dal 2006 era una delle più importanti società del settore: supportava i clienti nell’individuazione di interventi di efficienza energetica e nell’accesso agli incentivi (in particolare certificati bianchi) per rendere le aziende più resilienti e sostenibili, sia in termini di costi che di impatto ambientale. Poi sono state aggregate altre imprese, operanti su diversi segmenti di mercato, come ad esempio Tea Servizi, focalizzata sul mercato industriale, Mieci ed Evolve focalizzate rispettivamente sui mercati della pubblica amministrazione e del residenziale. Con Renovit si vuole contribuire alla transizione energetica del Paese. Naturalmente la sfida richiede investimenti molto rilevanti; grazie a Snam abbiamo acquisito solidità finanziaria e capacità organizzative distintive, necessarie per portare avanti progetti ambiziosi. Così, oggi, siamo operativi nei principali segmenti di mercato: industria, residenziale, terziario e Pubblica amministrazione.

 

D: Cosa fa Renovit nel settore industriale?

R: Renovit accompagna i clienti nel definire e implementare un piano di decarbonizzazione e di efficientamento energetico. Con loro stabiliamo gli obiettivi da conseguire e le priorità in ambito energetico, ad esempio ridurre le emissioni ottimizzando la spesa energetica.  In ogni caso, si parte dall’assessment: in pratica, si studia il modello energetico (ad esempio, quali processi consumano di più e perché, e quali sono le utenze coinvolte), si svolge l’analisi dei fabbisogni dell’impresa e si affronta la questione dei costi. Ugualmente, si valuta quali attività dell’azienda impattano maggiormente in termini ambientali e per quale motivo. A quel punto, si tratta di definire un nuovo modello, che risponde ad una domanda: come potrebbe evolvere la situazione dell’azienda con tecnologie più efficienti? In genere il modello contempla un mix energetico diverso, con una forte componente di autoproduzione (pannelli solari, co-generazione, tri-generazione, eolico) per stabilizzare i costi e diminuire le emissioni. Ma va affrontata anche un’altra importante questione, quella della tempistica.

 

D: Perché la tempistica è importante?

Cristian Acquistapace. managing director di Renovit

R: Perché i piani di decarbonizzazione sono in genere molto lunghi: l’orizzonte temporale è attorno ai dieci anni; invece, per implementare infrastrutture in grado di ridurre i costi, occorrono da uno a due anni. Quanto ai primi, noi abbiamo la Soluzione Net Zero, un unico programma per ridurre l’impatto ambientale. Anche qui tutto inizia con una diagnosi e un audit energetico, con analisi di carbon footprint sia di prodotto che di organizzazione e con identificazione delle opportunità di riposizionamento in ottica green. Si fornisce peraltro un esame del panorama competitivo del settore in cui opera l’azienda cliente, con specifico riferimento alle strategie di carbon management e si supporta l’impresa nella definizione di una strategia partecipativa per i suoi stakeholder – fornitori, clienti, dipendenti – accompagnandola nel programma per il loro coinvolgimento attivo. Inoltre, si aiuta l’azienda a ottenere le etichette ambientali di prodotto Edp (una certificazione internazionale, Environmental product declaration) e si contribuisce alla redazione di bilanci di sostenibilità per la rendicontazione in ambito economico, energetico, ambientale e sociale. Quanto invece alla citata implementazione di infrastrutture per il contenimento dei costi energetici, ci siamo specializzati in progetti “chiavi in mano”.

 

D: Progetti “chiavi in mano”?

R: Esatto: noi offriamo progetti “chiavi in mano” che prevedono la garanzia dei risultati tramite un Energy performance contract, e cioè un contratto di rendimento energetico. Tramite questi contratti, consentiamo alle aziende di accelerare i loro piani di investimento, destinando tempo e risorse aggiuntive al rinnovamento delle loro infrastrutture energetiche. Renovit si occupa di progettare e realizzare gli interventi, sostenendo i costi degli investimenti necessari per realizzare impianti fotovoltaici, di co-trigenerazione, centrali termiche e centrali frigorifere, sistemi per la produzione di aria compressa ed altre tecnologie.  Seguiamo tutte le fasi del processo facendoci carico degli aspetti tecnici, autorizzativi e di project management. Renovit è poi remunerata con un corrispettivo correlato al risparmio energetico ottenuto grazie agli interventi di efficientamento, che a sua volta determina per l’azienda cliente un risparmio diretto sulla bolletta energetica. In pratica, l’impresa si impegna a pagare un “canone”, di durata decennale o quindicennale. Durante questo periodo, Renovit si occupa della gestione e della manutenzione. Inoltre, Renovit lavora per individuare eventuali incentivi a favore dell’azienda, ad esempio i certificati bianchi, oppure quelli previsti in ambito teleriscaldamento o fotovoltaico.

 

D: Quali sono i vantaggi degli impianti di co-generazione e tri-generazione, per un’industria?

R: I primi consentono la produzione combinata di energia elettrica e di quella termica, utilizzabili entrambe per il processo produttivo e per il riscaldamento ambientale, a partire da un’unica fonte di energia primaria. In questo modo si può ottenere un risparmio di energia primaria superiore al 10%. Quanto ai secondi costituiscono una particolare applicazione della cogenerazione in cui l’energia termica recuperata viene trasformata parzialmente o completamente, a seconda delle esigenze del sito, in energia frigorifera. È efficiente per tutti i processi che richiedono una quantità costante di quest’ultima, sia per applicazioni industriali che per il raffrescamento ambientale. E con l’avvento dei gas rinnovabili, la cogenerazione sarà anche a basse emissioni.

L’approccio di Renovitr è basato su un percorso di innovazione sostenibile e di miglioramento continuo, in
5 fasi che possono essere implementate ciclicamente per agire sugli impianti e sui modelli gestionali e
operativi dell’impresa.
Si può accedere al programma dalla fase di cui si hai bisogno e poi decidere se proseguire il percorso o meno

 

D: Qual è il vantaggio per le industrie dei progetti “chiavi in mano”?

R: Non c’è il solo vantaggio della riduzione dei costi. Oggi, ad esempio, una maggior indipendenza energetica assume un valore sempre più rilevante; chi ne dispone gode di un beneficio competitivo intrinseco, limitando l’esposizione alla volatilità dei mercati. Inoltre, dal momento che della gestione dell’impianto ce ne occupiamo noi, l’azienda si libera di incombenze che non sono core. Ancora, uno stabilimento dotato di impianti energetici efficienti vale di più. E poi c’è una questione che attiene alla reputazione in senso lato dell’impresa: oggi un’azienda non viene più valutata solo per la sua produzione, ma per un contributo più ampio che offre al mondo, affrontando le problematiche ambientali e sociali. Ciò si riflette nelle valutazioni che le banche o i fondi fanno quando si tratta di concedere mutui o di investire sull’impresa. Analisi che sono facilitate dal fatto che il percorso evolutivo che l’azienda realizza con Renovit è misurabile.

La mission di Renovit: promuovere l’efficienza energetica di condomini, aziende e Pubblica Amministrazione e favorire lo sviluppo sostenibile e la transizione energetica del Paese

D: Quali sono i pillar della strategia di crescita di Renovit?

R: In coerenza con la strategia di gruppo, intendiamo contribuire alla risoluzione del trilemma energetico, assicurando che l’energia sia sempre più accessibile, sostenibile, sicura ed a prezzi competitivi. Ad esempio, con il fotovoltaico, l’imprenditore sa di poter disporre di energia sicura e sostenibile, che è prodotta direttamente sul tetto della sua azienda o sul terreno adiacente. In questo contesto, tre sono i pillar della nostra strategia: decarbonizzazione, decentralizzazione e digitalizzazione. Quanto alla decarbonizzazione: come effetto della riduzione dei consumi e del ricorso ad elettricità e gas rinnovabili, si centrano target riguardanti la sostenibilità delle nostre azioni sull’ambiente. Nell’inverno appena trascorso abbiamo anche scoperto che l’efficienza energetica consente di lavorare al miglioramento della sicurezza energetica. Riducendo la domanda di energia, siamo più resilienti e reagiamo meglio ad un eventuale calo dell’offerta. In questa direzione va anche la decentralizzazione nella produzione di energia, appunto per essere più indipendenti rispetto allo scenario esterno e alle conseguenze di una crisi dei mercati. Quanto, infine, alla digitalizzazione: non ci può essere efficienza senza un’attenta misura dei consumi.

D: Possono essere menzionati gli obiettivi di crescita di Renovit?

R: Sull’ efficienza energetica e la generazione distribuita, dove Snam opera attraverso Renovit, sono previsti al 2026 circa 200 milioni di investimenti.

D: Le tecnologie più importanti utilizzate da Renovit

R: Anzitutto, ciò che garantiamo ai clienti è un approccio “agnostico”: implementiamo le tecnologie che conosciamo perché le abbiamo anzitutto sperimentate “in casa”. Analizziamo le esigenze energetiche dei clienti e le prestazioni delle diverse tecnologie, e sotto questo profilo siamo degli integratori di sistema. Invece, quello che vediamo è un crescente interesse verso il fotovoltaico: ed in effetti non ha senso avere un tetto, oggigiorno, senza disporre di pannelli. Al di là della cogenerazione, della trigenerazione, dei sistemi di aria compressa e di illuminazione efficiente, siamo nel mezzo di una transizione tecnologica che ci impone di approfondire diverse soluzioni per supportare i nostri clienti nei loro percorsi di efficientamento. In questo senso, investiamo molto per individuare le tecnologie del futuro più adatte ai diversi contesti in cui operano i nostri clienti. Attualmente, peraltro, lavoriamo ad una piattaforma tecnologica di gestione per i nostri impianti; gradualmente, sarà estesa ai clienti, per raccogliere i dati e elaborarli.

 

D: Piani di decarbonizzazione. Cos’è il programma Energy intelligence system?

Il programma Energy intelligent system consente di misurare, monitorare e analizzare i consumi e le prestazioni energetiche in modo da poter impostare un processo di gestione ottimale dell’energia, attuare interventi correttivi e misurarne i risultati

R: Si tratta di un servizio di monitoraggio dei consumi energetici realizzato tramite piattaforme software disponibili sul mercato, che ci occupiamo di customizzare con il nostro team tecnico per le diverse esigenze dei clienti: serve a misurare, monitorare e analizzare i consumi e le prestazioni energetiche in modo da poter impostare un processo di gestione ottimale dell’energia, attuare interventi correttivi e misurarne i risultati. In questo modo si piò ridurre la spesa energetica della attività (dal 3% al 15%) e le emissioni di C02 per l’ambiente. La nostra proposta comprende progettazione, fornitura, installazione e avvio del sistema di monitoraggio completo. Si può acquistare direttamente oppure decidere di attivarla in modalità Esco (Energy Service Company) con l’investimento a carico di Renovit. Viene attivato anche un servizio di reporting e data analysis periodico a garanzia dell’ottenimento dei risultati attesi.

 

D: I principali progetti in corso o da segnalare?

“Centrale di cogenerazione realizzata da Renovit presso la cartiera Sappi Italy Operation di Carmignano di Brenta (PD)

R: A Cassino, in provincia di Frosinone, a fine marzo è stata inaugurata la smart community tra la cartiera del Gruppo Wepa – tra i principali attori del settore cartario a livello europeo – e l’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale. È la prima a sorgere a sud di Roma. L’intervento, progettato, realizzato e finanziato da Renovit, riguarda la realizzazione di una centrale di cogenerazione ad alto rendimento abbinata a una rete di teleriscaldamento a servizio delle utenze esterne al perimetro della cartiera. Qualche giorno fa Italcer, hub del design nella ceramica Made in Italy, ha siglato un accordo con Renovit. Con questa partnership Renovit garantirà al Gruppo Italcer un approvvigionamento di energia elettrica da fonti rinnovabili per oltre il 30% del fabbisogno. Saranno installati oltre 6.800 pannelli fotovoltaici, per una potenza aggiuntiva di circa 3,2 MWp, e sono stati avviati ulteriori progetti che porteranno il Gruppo Italcer ad un totale di circa 10MWp nei prossimi due anni, per un totale di circa 2.500 tonnellate di CO2eq evitate all’anno. A giugno scorso, invece, Fincantieri e Renovit, hanno firmato un accordo per la realizzazione di impianti fotovoltaici in 5 siti produttivi italiani di Fincantieri, con l’obiettivo di assicurare un risparmio sulla spesa energetica e di contribuire ai più ampi obiettivi di abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra. I contratti prevedono la fornitura, l’installazione e la gestione da parte di Renovit di 22mila pannelli fotovoltaici per una durata di 15 anni, nei cantieri navali di Fincantieri a Marghera (Veneto), Monfalcone (Friuli-Venezia Giulia), Riva Trigoso e Sestri Ponente (Liguria) e nello stabilimento di produzione di motori di Modugno – Bari (Puglia), della controllata Isotta Fraschini Motori.

 

(ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 15 maggio 2023)














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