Relatech punta sulle “tre M” per crescere nella transizione digitale

di Laura Magna ♦︎ L'azienda di Sesto San Giovanni ha sottoscritto un accordo finalizzato ad acquisire una partecipazione di maggioranza di Efa Automazione, leader nelle soluzioni di IIoT con fatturato superiore ai 13 milioni. Il fondatore Lambardi a Industria Italiana: "Vogliamo proseguire sulla strada delle acquisizioni, ma anche sulla valorizzazione del management e sull'incremento dei margini". I settori con cui lavora sono pharma, telco, industria, banche e assicurazioni

Il 2020? Un anno di crescita per una società resiliente come Relatech. Che nel 2022 riprenderà la strada dell’internazionalizzazione che la pandemia ha solo momentaneamente interrotto. Mentre si appresta a chiudere anche il 2021 con un valore della produzione in aumento: tra i 35 milioni stimati dagli analisti di Intermonte e gli oltre 38 milioni di KT&Partners, rispetto ai 24,3 dell’anno precedente.

Il 2021? Si chiude con un’importante acquisizione. La Società ha acquisito la maggioranza del capitale di Efa Automazione, leader nelle soluzioni di industrial IoT (ricavi 2020 oltre 13 milioni). Operazione strategica per Relatech che, attraverso le competenze consolidate in oltre 30 anni dal mondo Efa in ambito di industrial automation, permette al Gruppo di proporsi come hub end-to-end strategico per la transizione digitale delle imprese.







La società, che opera nella trasformazione digitale delle imprese, ha il proprio headquarter a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, e altre cinque sedi sul territorio italiano che funzionano come hub di una rete al servizio della digitalizzazione dei clienti. «Inizieremo il nuovo anno proiettati sull’Europa e sugli Usa – dice a Industria Italiana il fondatore e ceo Pasquale Lambardi – Vogliamo fare acquisizioni all’estero per aggredire nuovi mercati: già oggi circa il 50% del fatturato dipende da clienti internazionali, l’obiettivo strategico è di avere anche una presenza con sedi oltre confine». D’altronde i merger (le acquisizioni) sono una delle tre M della strategia di sviluppo del Gruppo. «Le altre sono management e margin – continua Lambardi – ovvero la valorizzazione delle risorse interne e onboarding di manager professionisti; e margine, finanziario ma anche in termini di creazione di valore a beneficio dell’ecosistema delle aziende italiane».

Numeri in forte crescita nell’anno della pandemia. E ora il focus si concentra sulla digitalizzazione dell’industria

Pasquale Lambardi AD Relatech

Con questo approccio e grazie a un posizionamento ideale per l’epoca attuale, il Gruppo, nell’annus horribilis 2020, ha registrato un valore della produzione in crescita del 13% sul 2019 (che si era chiuso a 21,3 milioni), con ebitda di 5,9 milioni, in aumento del 20%. «Operiamo nella digitalizzazione con soluzioni tailor made a beneficio di un parterre di clienti molto diversificato – dice Lambardi – con il pharma che pesa per il 30% (telco e media valgono il 20%; l’industria il 15%; seguono banche e assicurazioni e retail, ndr). Questo, insieme agli investimenti, ci ha consentito di fare molto bene: perché la domanda di digitale è aumentata ed è aumentata in particolare nei servizi sanitari. Ma anche nella logistica, con particolare riferimento ai trasporti di servizi e beni essenziali dove abbiamo diversi clienti». Il che ha consentito di compensare il rallentamento del settore industriale, penalizzato dalla rottura delle supply chain e poi dalla crisi delle materie prime. Un settore, quello industriale, che sarà al centro dell’evoluzione di Relatech dei prossimi anni grazie anche alla recente operazione con Efa. «L’industria italiana è un’eccellenza mondiale, ma ha grande necessità di innovare in chiave digitale. Per noi significa anche bilanciare meglio il portafoglio clienti e lo spaccato del fatturato, dove oggi i servizi la fanno da padrone», continua il ceo. Tutti gli sviluppi sulle tecnologie legate all’IoT avranno un impatto esponenziale grazie alla loro interrelazione, all’applicazione in ambito Smart & Safe Cities e nel Data Driven Manufacturing. L’intenzione è quella di anticipare le esigenze delle aziende italiane del prossimo futuro così come tracciato dal Pnrr, realtà iper-connesse che utilizzano in modo strategico il dato e che necessiteranno progressivamente di partner sempre più integrati nell’offerta. E’ in quest’ottica che si inserisce la recentissima operazione.

Il modello di business: abilitare la trasformazione digitale attraverso una piattaforma modulare e scalabile

Relatech basa la sua strategia di business sulla piattaforma digitale RePlatform, che costituisce al contempo l’elemento fondante della proposizione commerciale e il contenitore delle competenze, metodologie e proposte innovative sviluppate dall’azienda.
RePaltform è composta da diversi moduli specializzati in tecnologie abilitanti, metodologie e competenze che, insieme, consentono ai nostri clienti di sviluppare servizi e soluzioni innovative a supporto della trasformazione digitale del business. RePlatform è, inoltre, rilasciabile su ogni tipologia di cloud (pubblico, privato o ibrido) dei principali operatori di mercato

Tecnicamente l’azienda si propone al mercato come una Digital Enabler Solution Knowledge Company (Desk) specializzata nella digital transformation delle aziende ed esperta nelle Digital Enabler Technolgoies quali, Big Data, Cloud, Artificial Intelligence, BlockChain, IoT. E lo fa attraverso una piattaforma cloud proprietaria che risponde al nome di RePlatform: il valore aggiunto è quello di «poter portare alle aziende servizi in Cloud garantendo modulabilità e scalabilità», afferma Lambardi, che vuole andare oltre la transizione digitale: lui la chiama innovazione digitale ed è il processo in base a cui «cambia il business model delle aziende, che non devono limitarsi a migliorare l’efficienza o a rendere più rapido o meno costosi i propri processi. Ma ripensarsi ex novo. Noi forniamo gli strumenti per questa rivoluzione copernicana». Relatech ha sei sedi, a Milano, Genova, Parma, Brescia, Napoli e Cosenza, «tutte paritetiche e pensate come hub digitali di una rete territoriale sempre più ampia, capace di creare partnership con università e pmi locali. Ma anche per attrarre talenti che sono la nostra ricchezza più importante». Al centro dell’offerta, come accennato, c’è la piattaforma RePlatform, costruita su moduli che permettono di realizzare soluzioni su misura per supportare la trasformazione digitale dei clienti e innovarne il loro business model, «di fatto diventando il loro partner digitale».

La piattaforma contiene sia soluzioni in white label, sia brandizzate, come ReZone, che analizza il comportamento di acquisto del cliente finale per migliorarne la customer experience, tramite proximity marketing o analisi dei dati che vengono raccolti durante la navigazione in rete. E come ReFab 4.0, «la verticalizzazione della soluzione in ambito Industry 4.0 che nel 2020 ha consentito di incrementare la quota di ricavi ricorrenti al 27% dei ricavi dimostrando la scalabilità del nostro modello di business», dice Lambardi. «Tagliamo ogni soluzione su misura, soprattutto per quanto riguarda i dati, la cuciamo addosso al brand e al business model del cliente, che inevitabilmente la co-disegna con noi – spiega Lambardi – gli specialisti di Relatech vanno nelle aziende per studiare insieme come far evolvere il business model: da qui partiamo e poi le tecnologie digitali sono solo uno strumento. Tutti i settori stanno cambiando e devono fare i conti con un ambiente sempre più competitivo. Per esempio, Amazon non compete solo con il retail, ma anche con il pharma, con i media, con le banche: per questo tutte le aziende, anche le più piccole, devono riuscire a innovare i propri processi».

Soluzioni personalizzate ma basate su cinque famiglie di tecnologie: realtà aumentata, Ai, blockchain e Iot

Relatech nel 2022 riprenderà la strada dell’internazionalizzazione che la pandemia ha solo momentaneamente interrotto. Mentre si appresta a chiudere anche il 2021 con un valore della produzione in aumento: tra i 35 milioni stimati dagli analisti di Intermonte e gli oltre 38 milioni di KT&Partners, rispetto ai 24,3 dell’anno precedente

Le soluzioni, anche se tailor made, si basano tutte su quattro famiglie tecnologiche, che corrispondono ad altrettante divisioni aziendali e famiglie di soluzioni. Alle tecnologie mobile e realtà aumentata è affidata l’innovazione della digital customer experience (ReYou); l’area ReData si basa sull’intelligenza artificiale e Big Data che si occupa di gestire i dati, che «sono il cuore della piattaforma maggior patrimonio in mano a qualsiasi società»; ancora, la sicurezza informatica garantita dalle tecnologie cybersecurity e blockchain (ReSec) e, infine, ReHub per il Cloud e ReThink, ovvero quella che conduce al ridisegno di tutta l’infrastruttura aziendale attraverso l’IoT.

M&A come principale volano del fatturato insieme alla R&S

Nel futuro la crescita sarà conseguita ancora attraverso l’M&A, che rispetto al quadriennio precedente è anche diventato più veloce. «Nel 2020 due acquisizioni finalizzate nel corso dell’estate ci hanno permesso di aumentare l’offerta del Gruppo – racconta Lambardi – si tratta di Mediatech nel Cloud e Cybersecurity per garantire infrastrutture robuste, flessibili e sicure per la protezione delle informazioni e di Xonne che rafforza la nostra competenza nell’ambito della Digital Customer Experience, grazie alla sua specializzazione in tecnologie mobile e realtà aumentata. Tecnologie che hanno preso forza nel corso della pandemia, perché sono di supporto per smart working e smart industry». E nel primo semestre 2021 la società ha fatto un ulteriore balzo: altre due acquisizioni in pochi mesi e con un’ottica leggermente diversa. Si tratta di aziende digitali, ma orientate a soluzioni di business: «Si tratta di Dialog, che offre soluzioni nel settore pharma e industriale e Gruppo Sigla, specializzata in soluzioni in ambito crm e ancora una volta in automazione, con vasta applicazione di tecnologie IoT e Cybersecurity e una forte connotazione in termini di ricerca e sviluppo». Nell’ultimo biennio Relatech ha investito circa 8 milioni in M&A e altrettanto in R&S. «Vale la pena specificare – dice il ceo – che R&S per noi è sia ricerca di base sia sviluppo sperimentale con prototipi che poi vanno sul mercato. Nella struttura societaria abbiamo spin off universitari che contribuiscono all’open innovation. Tutte le soluzioni nascono tramite l’ecosistema che è fatto di partner universitari e clienti». A prova di questo la recente acquisizione della maggioranza di Dtok Lab, spin-off universitario focalizzato sullo sviluppo di soluzioni innovative per l’analisi di Big Data e di machine learning le cui attività di Ricerca e Sviluppo sono guidate dal Professor Domenico Talia, ordinario di Computer Engineering all’Unical, con oltre 400 pubblicazioni scientifiche all’attivo.

Dalla bolla delle dot.com all’Ipo che ha inaugurato la fase della maturità

Nel 2019, anche grazie alla quotazione su Euronext Growth Milan (ex Aim), Relatech è diventata “grande”, ma la storia è all’origine quella di una piccola software house messa in piedi nel 2001 – in piena bolla dot.com – da due ingegneri calabresi approdati a Milano. «L’azienda aveva l’obiettivo di veicolare soluzioni nel nostro settore – dice Lambardi – nella prima fase della nostra storia eravamo una startup, piccolina (con un fatturato intorno ai 2 milioni fino al 2007, ndr) ma innovativa e per questo non abbiamo risentito della bolla dei titoli hi-tech. Nella seconda fase, abbiamo iniziato a creare un ecosistema di partnership con il mondo universitario (Ithea, uno spin off universitario è stata la nostra prima acquisizione) e con vendor internazionali. Con Ibm ci siamo posizionati tra primi partner italiani su tecnologie di Intelligenza Aritificiale  e ci siamo rafforzati anche su clienti internazionali, oltre che crescere soprattutto in termini di know-how, fino al 2015».

Nel 2016 inizia la fase dello sviluppo, con l’ingresso di manager esterni e le prime operazioni di M&A. «Abbiamo iniziato a ingegnerizzare le soluzioni sul mercato con la piattaforma. E abbiamo acquisito un secondo spin off, Okt, nell’area della sicurezza e blockchain, oltre, a fine 2018, a un’azienda che ci ha permesso di arricchire le partnership introducendo Oracle e Microsoft e le competenze consulenziali». L’approdo in Borsa rappresenta l’ultimo tassello di questa fase: «per fare un vero salto di qualità avevamo bisogno di nuovi strumenti di capitale ma anche di un posizionamento professionale e trasparente verso gli investitori internazionali». E da quel momento Relatech non si è davvero più fermata.














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