Redelfi alla conquista degli Usa! Segreti e strategie dell’azienda dei sistemi di accumulo di energia

di Laura Magna ♦︎ La società ha aumentato il fatturato 2022del 390%, a 4,5 milioni. Ora vuole diventare leader nel nascente mercato delle comunità energetiche italiane. Tre business unit: MarTech, Green, GreenTech. Da giugno 2022 la società si è quotata all'Euronext Growth Milan. Ne parliamo con il presidente Davide Sommariva

Dal 2022 Redelfi si è lanciata nel mercato dei Battery storage park. Il primo progetto sarà in Florida tramite la partecipata SR26 LLC controllata da Redelfi Corp. Il progetto consentirà la costruzione di parchi di batterie capaci di accumulare l’energia prodotta nei momenti di picco e di immetterla nella rete quando sarà necessario.

Alla conquista degli Usa, per diventare operatore di riferimento dei più grandi parchi di storage dell’energia fotovoltaica del Paese. E del nascente mercato delle comunità energetiche italiane. Sono le ambizioni di Redelfi, società che affonda le sue radici a Genova nel 2008 e che si occupa di progettare, sviluppare e produrre sistemi di accumulo di energia, noti anche come Bess (Battery energy storage systems).

Lo scorso gennaio ha fatto una grossa acquisizione in Texas, che non sarà l’ultima. «Ci stiamo guardando intorno per altri progetti acquisibili sempre in quelle aree», dice a Industria Italiana Davide Sommariva, il presidente del gruppo. L’acquisizione americana è avvenuta attraverso Bess Power Corporation, controllata al 65% da Ral Green Energy Corporation, a sua volta controllata in modo paritetico da Redelfi e Altea Green Power: si tratta di un progetto stand-alone, il Lund Storage Center, in fase di sviluppo avanzato. Che va a incrementare l’attuale pipeline di Bess PowerCorporation , che comprende ulteriori 200 Mw in fase di sviluppo preliminare. In forza di questo contratto, Bess Power deterrà progetti preliminari per circa 600 Mw su una pipeline totale prevista di 1,4 Gw. «La logica dell’operazione è finalizzata – spiega Sommariva – a poter presentare ai potenziali investitori interessati a comprare un’acquisizione (oggi sul tavolo abbiamo due dossier) un cavallo di troia. Dal nostro punto di vista, riusciremo con essa a raggiungere un ebitda tra 40 e 50% e un fatturato di 10 milioni di euro. Questa è la prima milestone».







Fatturato 2022 in aumento del +400%

Intanto, l’azienda sta raccogliendo i primi frutti di un piano pluriennale ambizioso presentato solo lo scorso novembre. «Un dato su tutti: il valore della produzione che ha raggiunto quota 4,5 milioni, con una crescita del +390% rispetto al 31 dicembre 2021 (quando era di 1,2 milioni)». Un risultato al di sopra rispetto all’intervallo delle guidance del business plan (3,5 – 3,7 milioni). Come l’ebitda, a 1,7 milioni (al 37,3%), e l’ebit, a 1,14 milioni. «Il mercato ci ha dato fiducia – dice Sommariva – e noi lo stiamo ripagando dando concretezza a un progetto industriale solido. E la crescita è appena iniziata».

Battery energy storage systems: un mercato destinato a una crescita esponenziale

Il mercato dei sistemi di stoccaggio dell’energia cresce esponenzialmente con l’aumento delle energie rinnovabili: l’accumulo è necessario per ridurre i picchi di consumo di energia e garantire un’offerta continua di elettricità. E nel contempo stabilizzare la rete. Redelfi si è posizionata come un attore chiave in questo mercato. Quello che fa l’azienda è, in estrema sintesi, fornire servizi intorno all’accumulo di energie rinnovabili. «Ci occupiamo dell’intangibile: creiamo tutta l’infrastruttura di natura autorizzativa. Quindi pensiamo a ottenere la licenza e tutto ciò che serve per garantire il collegamento del parco batterie alla rete, per stabilizzarla o fare trading di energia. L’operatore industriale costruisce e gestisce l’impianto», dice Sommariva. E se negli Usa si procede spediti, nelle ambizioni della società c’è anche l’obiettivo di diventare leader nel nascente mercato delle comunità energetiche italiane.

Grandi manovre sulle nascenti comunità energetiche italiane

Davide Sommariva
presidente di Redelfi

«In questo mercato – precisa Sommariva – vogliamo essere non solo gli arranger, ma anche i proprietari dell’asset messo a servizio della comunità. Una Cer è un’associazione di imprese o privati con il pubblico, che si accordano per consumare energia elettrica contestualmente a quella che viene prodotta da un impianto rinnovabile elettricamente riconducibile alla stessa comunità. Ovvero tutti i soggetti devono essere collegati alla stessa cabina primaria. Questo garantisce la contestualità tra consumo dell’associato e impianto ad esso afferente e consente di ottenere l’incentivazione per la stessa comunità, un risparmio in bolletta legato alla produzione di un terzo».

È un’idea valida industrialmente che si presta al tessuto sociale e produttivo italiano ad alta densità: «è un mercato in cui in futuro i grossi operatori dovranno entrare per garantirsi sostenibilità – continua Sommariva – e preferiranno acquisire la gestione di tante comunità o tanti impianti afferenti alle comunità piuttosto che costruirli in autonomia, anche perché parliamo di impianti che producono al massimo 1 Mgw.

Redelfi potrà avere un grande cluster da offrire ai grandi operatori industriali: puntiamo ad avere almeno 10 Mgw, investendo dieci milioni, anche in partnership. E di realizzarlo nei prossimi 3-4 anni».

Il modello di business di Redelfi: le tre business unit

Adest è una piattaforma per il posizionamento dinamico di brand e prodotti all’interno di video grazie agli elementi di realtà aumentata e tecnologie “deep fake”. È uno dei progetti della Bu MarTech

Di tutte queste attività sopra descritte si occupa la prima – e la più importante – delle tre business unit di Redelfi. «La business unit Green contribuirà a migliorare la penetrazione delle energie rinnovabili superando il problema della non prevedibilità e salvaguardando la sicurezza della rete. In questo modo diamo il nostro contributo nell’abbattimento della CO2 seguendo gli obiettivi dell’Agenda 2030», afferma Sommariva. A partire dal 2021 il Gruppo è entrato nel settore MarTech – il marketing intelligente, abilitato da intelligenza artificiale, realtà virtuale e aumentata e big data – e lo ha fatto attraverso un’acquisizione mirata, della società Enginius, che oggi «è il motore trainante dell’innovazione tecnologica di tutto il gruppo».

Dal 2021 Enginius sta sviluppando due prodotti: Adest, piattaforma proprietaria per il posizionamento dinamico di brand e prodotti all’interno di video standard e on-demand grazie agli elementi di realtà aumentata e tecnologie “deep fake”, il cui lancio sul mercato è previsto entro la fine del 2023. E Jarions, Software as a Server per aggregare, categorizzare e organizzare i contenuti provenienti da vari canali social e da diversi formati, rendendoli facilmente fruibili attraverso un’unica piattaforma e con funzionalità avanzate di ricerca e organizzazione. Ma anche in questo caso le ambizioni sono ben altre.

«I big data servono ad attuare in real time anche il funzionamento delle Cer – precisa Sommariva – L’energia 2.0 ha un elevato livello di AI: se le batterie servono per stabilizzare la rete, possiamo fornire un servizio after market grazie a queste competenze informatiche, attraverso l’analisi dei flussi per sapere quando far intervenire la batteria e quando no, per valutare il potenziale della batteria rispetto alla sua senescenza. Questi servizi arriveranno tra 2-3 anni quando avremo a regime gli Usa».

La sinergia e l’unione delle competenze nel MarTech e nel Green hanno generato infine una nuova business unit: il GreenTech. «Le esigenze nel settore agritech e della riforestazione sono in costante cambiamento, da una parte sta aumentando sensibilmente l’interesse e l’attenzione di aziende e persone nei confronti dell’ambiente, dall’altra parte si ricerca una maggiore sicurezza dei dati e certificazione delle attività dedicate all’abbattimento della CO2 – spiega Sommariva – Le società del GreenTech utilizzeranno la tecnologia blockchain per certificare attività di riforestazione o generare, tramite IoT e intelligenza artificiale dati sempre più puntuali e precisi nel campo dell’agricoltura. La logica è di lungo periodo: lo scopo sarà creare e gestire operazioni di ecosystem management, con capitali che arrivano da operatori che devono intervenire su ambiente e socialità anche per motivi Esg».

 

Redelfi nasce nel 2008. A partire dall’8 giugno 2022 la società si è quotata all’Euronext Growth Milan

Redelfi: storia degli startupper dell’energia

La storia di Redelfi affonda le sue radici nel 2008 in Genova, dove Sommariva insieme al socio di sempre Raffaele Palomba aveva fondato una holding con il ruolo di sviluppatore di fotovoltaico. «Si trattava di Renergetica. Ne siamo diventati soci di maggioranza nel 2015 e l’abbiamo quotata nel 2018, dopo di che è entrato un operatore industriale che è diventato socio di maggioranza e nel 2021 abbiamo venduto il nostro pacchetto azionario del 21% dando una nuova “mission” a Redelfi. Siamo da sempre operatori del settore green, interessati a crescere in nicchie non ancora presidiate. E in questo ambito la nostra storia è solida e parla per noi».

 

(ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 7 aprile 2023)














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