La realtà aumentata Made in Italy: Kiber 3 di Vrmedia

Il primo sistema indossabile che consente di coprire un intero turno di lavoro senza ricaricare la batteria

Kiber 3 è in via di certificazione Atex-zona 1 per l’impiego in ambienti a rischio esplosione
Kiber 3 è in via di certificazione Atex-zona 1 per l’impiego in ambienti a rischio esplosione

Vrmedia è nata nel 2002 come spin-off della Scuola Superiore S. Anna di Pisa ed è  specializzata nelle tecnologie di realtà aumentata a servizio delle imprese. Una realtà ancora piccola, composta da 20 collaboratori, che ha realizzato un prodotto unico al mondo: Kiber 3. Si tratta di una soluzione per l’industria 4.0 composta da un visore binoculare ad alta risoluzione, videocamera, cuffie e microfono, destinato a tecnici e specialisti, che indossandolo potranno effettuare riparazioni e manutenzioni con le mani libere.

Non è la prima soluzione di questo tipo, lo sappiamo bene, ma Kiber 3 si distingue dalla concorrenza per il peso ridotto (1.100 grammi) e per l’autonomia di 7 ore, praticamente l’intero turno di lavoro. Un record, se si considera che mediamente i dispositivi concorrenti non possono essere usati per più di un paio d’ore senza ricaricarli. Un tecnico sul campo può condividere con tre operatori remoti i dati, le misurazioni e le immagini in diretta di 4 telecamere: frontale, videocamera-torcia con funzione termica, sonda visiva (boroscopio) e smartphone.







«La possibilità di aumentare la capacità di intervento dei tecnici sul campo assistendoli da remoto, e senza interruzioni per sostituire le batterie, rappresenta un vantaggio enorme, sia per la rapidità degli interventi sia per la sicurezza dei lavoratori negli ambienti pericolosi», spiega Franco Tecchia, cofondatore e direttore tecnologico di Vrmedia.

Vrmedia ha già trovato degli ambiti di utilizzo e Kiber 3 è già utilizzato da Rina, nel settore marittimo, e Goriziane (nell’ambito della difesa) ed è destinato principalmente ai settori oli & gas, costruzioni, manifatturiero, manutenzione, difesa, marittimo, utility, rinnovabili, telecomunicazioni e trasporti.

«Durante le ispezioni sulle navi, il sistema Kiber 3 è un valido alleato per affrontare situazioni in cui non è sempre possibile avere il personale Rina a bordo». ha dichiarato Giosuè Vezzuto, Executive Vice President Marine di Rina. «Il suo utilizzo in ambienti difficili sia dal punto di vista fisico sia delle connessioni ci ha dato la possibilità di mettere a fuoco il potenziale che si trova oggi realizzato in Kiber 3. Le ispezioni da remoto nel settore dello shipping, e non solo, diventeranno la norma e siamo felici di poter contribuire al continuo miglioramento di questo strumento».














Articolo precedenteIl webinar del Made dedicato alla manutenzione predittiva (7 luglio)
Articolo successivoRitorna il pacchetto Calenda: si potrà applicare in alternativa al credito d’imposta






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui