Randstad Research: in Italia grave carenza di medici, difficile affrontare Covid-19

Randstad Research, il centro di ricerca del Gruppo Randstad dedicato al lavoro del futuro, con la survey “le cifre dei profili medici in Italia e l’impatto del coronavirus” ha messo sotto la lente la scarsa preparazione del nostro sistema sanitario ad affrontare l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, raccogliendo le diverse previsioni di Anaao (sindacato dei medici dirigenti), Fimmg (Federazione medici di medicina generale), Ocse e altre istituzioni sul fabbisogno professionale.

Stando allo studio, in Italia si laureano circa 10.000 medici ogni anno, ma ad accoglierli ci sono soltanto 7.000 contratti nelle scuole di specializzazione. Il numero ridotto di posti disponibili fa sì che molti neolaureati scelgano di trasferirsi nei Paesi Europei vicini, “regalando” all’estero l’ingente investimento per la loro formazione. Inoltre, la scelta delle specializzazioni mediche vede una netta preferenza per indirizzi che permettono sbocchi di carriera anche nel privato, come chirurgia plastica, oculistica o dermatologia, mentre raccolgono poche preferenze le specialità legate all’emergenza come “Medicina d’urgenza” o “Anestesia e rianimazione”, che assegnano ogni anno rispettivamente solo il 32,8% e il 40,2% delle borse disponibili.







A ciò si aggiunge l’elemento più preoccupante: più della metà dei medici sarà presto in pensione, mentre la popolazione italiana è in rapido invecchiamento e cresce la domanda sanitaria. Tra gli specialisti, secondo le previsioni Anaao-Assomed nel 2025 le carenze più gravi saranno quelle di medici di emergenza-urgenza (entro 5 anni ne mancheranno all’appello 4180), seguiti da pediatri (3323), medici di medicina interna (1828), anestesisti-rianimatori e terapia intensiva (1395), chirurghi (1274).

«Oggi – rileva Randstad Research – nel nostro Paese si contano quasi 4 dottori ogni 1000 abitanti. I medici iscritti all’ordine nel complesso sono 403.454, un numero superiore rispetto alla media europea, ma più della metà di loro ha superato i 55 anni, per un’età media di 51, cresciuta di 3 anni nell’ultimo decennio. Si stima un’uscita media del 40-45% di medici per la pensione nel decennio 2014-2023. Secondo le previsioni Anaao entro il 2025 verranno a mancare circa 52.000 medici ospedalieri, di cui 16.500 specialisti. Entro il 2030 ne potrebbero mancare oltre 80.000 unità, divisi tra 34mila medici di base e 47mila ospedalieri. E la preoccupazione non riguarda solo i medici, ma anche gli infermieri che sono 5,8 ogni 1000 persone, dato visibilmente inferiore alla media europea, pari a 8,5».

L’Italia è un Paese anziano, il quarto nell’Ocse per aspettativa di vita e il secondo in Europa, che avrà bisogno di cure crescenti. Ma la spesa sanitaria resta inferiore alla media: in Italia si spende oggi soltanto l’8,8% del PIL in Sanità (il 10% in meno della media europea), con un incremento di poco più di 2 punti percentuali rispetto al 1988, quando la vita durava in media sette anni in meno.














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