La consulenza rock di Quin nell’Ict. Approccio pragmatico, Equinox azionista, Elio Catania presidente

di Piero Macrì ♦︎ La società di operations e supply chain management - Gruppo Quid Informatica - è sostenuta dal fondo d’investimento Equinox. Sta focalizzando gli investimenti su simulazione, digital twin e intelligenza artificiale. Tra i clienti: Acciai Speciali Terni, Marcegaglia, Calligaris, Smeg, Illy. L’Ia a supporto delle capacità previsionali e pianificazione avanzata della produzione. Per un approccio just in case, maggiore storage e catene del valore più corte. Ne parliamo con Elio Catania (presidente) e Fabio Valgimigli (ceo)

«Just in Time? No grazie, non è la soluzione più adatta per una produzione resiliente, agile e flessibile. Non avere stock a magazzino è diventata la maggiore criticità. Le forniture sono intermittenti e la supply chain è diventata come l’energia rinnovabile, discontinua per natura. È necessario un approccio just in case, maggiore storage e catene del valore più corte». Parola di Elio Catania, un passato ai vertici di Ibm, Ferrovie dello Stato e Atm, senior advisor e consigliere per la politica industriale del Mise e ora presidente di Quin, società di consulenza esecutiva nata nel 2011 e specializzata in operations e supply chain management, business & data analytics, project e innovation management, che fa parte del Gruppo Quid Informatica SpA. Tra i clienti di Quin, pmi e grandi aziende del calibro di Acciai Speciali Terni, Marcegaglia, Calligaris, Smeg, Illy, per citarne solo alcuni. Quartier generale a Udine e presenza a Milano e Firenze, dal 2019 il gruppo Quid Informatica è sostenuto dal fondo d’investimento Equinox. Nel 2021 ha raggiunto quasi 40 milioni di fatturato, di cui oltre 4 milioni generati da Quin, che è in costante fase di crescita.

Come afferma l’amministratore delegato di Quin Fabio Valgimigli, «Con la definitiva riorganizzazione, l’assorbimento delle attività delle divisioni industriali interne al gruppo e l’imminente acquisizione di un’importante realtà di system integrator, raggiungeremo presto una base di volume d’affari intorno ai 13 milioni di euro». Il futuro viaggia su un duplice binario, di crescita organica e di acquisizioni. «Il mercato Ict continua ad essere molto polverizzato, fatto di piccole realtà» sottolinea Catania. «Il processo di consolidamento è inevitabile. Per quanto ci riguarda saremo selettivi nella scelta di eventuali partner: ricerchiamo competenze molto specializzate, che possano estendere e aggiungere valore all’attuale offerta». Ridefinire la supply chain, reagire alla volatilità dei mercati. «Sicuramente l’intelligenza artificiale può aiutare a gestire scenari imprevedibili, grazie a capacità predittive. Il suo utilizzo è ancora marginale rispetto al reale potenziale. Non abbiamo ancora capito che l’IA è la “next big thing“ per creare modelli previsionali a supporto dei processi produttivi e della pianificazione delle supply chain», continua Catania. Una sfida che si gioca sulle competenze, sia sul piano dei processi che su quello tecnologico.







Ecco, quindi, che con Equinox è stato concordato un piano triennale che prevede un aumento delle risorse interne e una diversificazione della tipologia di servizi offerti. «La domanda del mercato è enorme e ci sono tutte le opportunità per aumentare la nostra capacità operativa. Non puntiamo all’exploit nel giro di un trimestre per poi cadere nell’anonimato, guardiamo a una sostenibilità di lungo periodo. Gli investimenti amplieranno le possibilità applicative secondo linee di sviluppo tecnologicamente più avanzate, in particolare simulazione, digital twin e intelligenza artificiale», spiega Valgimigli. Il punto di forza di Quin? Forti competenze e un approccio pragmatico, flessibile e orientato ai risultati. Come dice l’Ad, «è fondamentale capire le esigenze dell’azienda e il contesto in cui opera, analizzando i processi per poter definire un percorso di sviluppo strategico che porti a miglioramenti tangibili». La logica abilitante sono le piattaforme: facilitano uno sviluppo agile e flessibilità nell’evoluzione delle value chain dei sistemi di produzione.

 

Intelligenza artificiale a supporto delle capacità previsionali e pianificazione avanzata della produzione

Elio Catania, presidente Quin

Tra i progetti più recenti realizzati da Quin quello sviluppato in ambito Sales & Operations Planning per Latteria Soresina, società leader del mercato lattiero caseario. Il progetto, nato all’interno della partnership che dal 2020 lega Quin a Made 4.0, il competence center del Politecnico di Milano, ha visto l’introduzione di innovativi strumenti di intelligenza artificiale per migliorare il processo di previsione della domanda e l’accuratezza delle proiezioni di vendita. Altro progetto, firmato da Quin, quello realizzato per Smeg, azienda di livello internazionale nel settore degli elettrodomestici. In questo caso la società di consulenza ha contribuito all’innovazione, digitalizzazione e perfezionamento dei processi core, avviando importanti progetti in ambito di schedulazione della produzione, inventory management & order promising, con l’implementazione di un sistema mes per l’interfacciamento dei sistemi di fabbrica.

 

Simulazione e digital twin

Fabio Valgimigli, Germano Fogolin, LeFontiAwards

Gran parte degli attuali investimenti di Quin sono focalizzati per acquisire competenze per la progettazione di prodotto e di processo. «La simulazione permette alle aziende di ragionare in una logica “try before invest” ovvero simulare per misurare l’efficienza prima che un prodotto sia immesso sul mercato per poi gestirne le performance nel mondo fisico», dice Valgimigli. Anche su questo fronte la logica con cui si muove Quin appartiene al dna del gruppo: conoscere i processi per proporre modelli di business innovativi. «L’importante è capire il vantaggio che può dare la tecnologia, senza diventarne ostaggio», spiega il ceo. «Il differenziale competitivo è rappresentato dalla comprensione strategica dei nuovi modelli di progettazione e dalla capacità di esecuzione». Come dire, non basta avere le idee, occorre saperle tradurre in realtà. «Pandemia e instabilità geopolitiche hanno messo in luce un problema che era sottotraccia da più di vent’anni: che per competere occorre essere agili e flessibili. Altri la chiamano resilienza, ma tant’è. Per esserlo non si può che passare attraverso l’innovazione. Il che significa ricerca e sviluppo nuovi prodotti, capacità di ridisegnare i processi produttivi e nuove tecnologie», aggiunge Catania.

 

Ridurre il gap digitale delle imprese

«Il sistema produttivo italiano sconta dei ritardi, afferma Catania. Altri paesi europei hanno investito nell’ultimo decennio due punti di pil in più dell’Italia. Parliamo di una cifra di 30 miliardi di euro. La buona notizia è che si inizia a esserne consapevoli, soprattutto dopo questi due ultimi anni in cui si è scoperto che a gestire al meglio le criticità sono state proprio le aziende agili e flessibili, quelle in grado di riconfigurare la supply chain e inserire nuove capacità produttive senza rivedere interi processi». Per supportare il passaggio delle aziende a nuove modalità operative Quin ha perciò scelto un modello organizzativo basato su una metodologia di sviluppo agile e predittiva. Il che vuol dire – come sottolinea Valgimigli – gestire le competenze in modo dinamico rispetto alle esigenze del cliente. Lo stesso si riflette nel modo in cui le applicazioni vengono proposte sul mercato. Sono parte di piattaforme software, con moduli applicativi che, pur rispondendo alle più sofisticate esigenze di processo, sono facilmente adattabili.

L’approccio Quin

Pnrr, occasione per un rilancio della produttività

«Con il Pnrr vi sono decine di miliardi che verranno scaricati sull’industria italiana, dice Catania. Occorre essere pronti e avere nel cassetto un progetto spendibile. È un’opportunità unica per le imprese italiane». Per Quin creare efficienza nella supply chain e nei processi d’impresa è vitale per ridare slancio al sistema paese che, in quanto a produttività, non è messo per niente bene. Lo dicono i numeri. Dal 1999 al 2019, il pil per ora lavorata è cresciuto del 4,2% mentre in Francia e in Germania è aumentato del 21,2 e del 21,3%. Non solo, la produttività totale, l’indicatore che misura il grado di efficienza complessivo di un’economia, è diminuita del 6,2% tra il 2001 e il 2019, a fronte di un generale aumento a livello europeo. È la conseguenza di un gap tecnologico e di formazione, della taglia dimensionale di molte aziende, troppo piccola per sostenere investimenti d’innovazione. La conseguenza? L’Italia ha un numero di imprese zombie, a rischio fallimento, tra i più alti d’Europa. Soltanto il 15, 20% è a un livello di intensità digitale sufficiente per competere e dotarsi di quelle caratteristiche di resilienza e flessibilità necessarie per confrontarsi con un mercato dinamico e altamente volatile. «Occorre imparare dalla lezione di questi ultimi due anni» prosegue Catania. «La pandemia ha evidenziato i rischi sistemici che possono derivare da imprevisti, come la chiusura o non accessibilità a fonti di approvvigionamento. Eppure, grazie all’innovazione e al digitale, vi sono aziende che sono riuscite a riallocare le risorse nelle proprie catene logistiche in modo dinamico, gestire e produzione e clienti in remoto, minimizzando o comunque contenendo le conseguenze sul conto economico e sull’occupazione».

La digital transformation nel settore manifatturiero

Verso la fabbrica 4.0

Interni uffici Quin, società di consulenza esecutiva nata nel 2011 e specializzata in operations e supply chain management, business & data analytics, project e innovation management, che fa parte del Gruppo Quid Informatica SpA. Tra i clienti di Quin, pmi e grandi aziende del calibro di Acciai Speciali Terni, Marcegaglia, Calligaris, Smeg, Illy

Ottimizzare i processi, migliorare le performance produttive, mantenere la soddisfazione del cliente con il rispetto dei tempi di consegna e un ottimo standard qualitativo dei prodotti. Per Quin il raggiungimento di questi obiettivi passa attraverso una gestione più efficace delle risorse umane e dei macchinari. Per avere successo è ormai fondamentale avere visibilità su tutta la catena di fornitura ed essere in grado di prendere le decisioni corrette sulla base dei dati, in modo rapido. È un vantaggio competitivo importantissimo. Con Quin i kpi vengono utilizzati per monitorare performance di vendita, finanziarie, di marketing e di logistica. «Integrare questi indicatori è oggi più che mai essenziale per agire con tempestività e accuratezza sull’intero andamento della produzione, intervenendo con opportune decisioni in caso di scostamenti dagli obiettivi prefissati», spiega Valgimigli. Altrettanto strategica è l’ottimizzazione dei processi logistico-produttivi, un elemento chiave all’interno della fabbrica 4.0: permette di raggiungere e consolidare il vantaggio competitivo nell’era della digital transformation e costituisce una risorsa indispensabile per l’armonizzazione di tutti i processi aziendali in un mercato che si evolve rapidamente e in cui la concorrenza è altissima.

 

Innovare, digitalizzare, ottimizzare

Lo scopo primario di Quin è sempre far funzionare al meglio la macchina aziendale e massimizzare la creazione di valore. «Le decisioni che riguardano il settore manifatturiero e industriale sono di lungo periodo e costose da modificare. In più, devono tenere in considerazione l’incertezza che caratterizza il mercato e le sue variabili. Vanno presi in esame, ad esempio, l’andamento della domanda, i tassi di scambio della valuta, la competizione con altri operatori. Sono tutti fattori che possono contribuire a un’ottimizzazione complessiva del business d’impresa», sottolinea Valgimigli. Per riuscire a raggiungere questi obiettivi – ottimizzare i processi e aumentare concretamente il vantaggio competitivo – l’utilizzo delle sole tradizionali metodologie statistico-matematiche non è più sufficiente. È necessario affiancare tecnologie e metodologie innovative per migliorare ulteriormente i risultati ottenibili dalle organizzazioni – come dimostrato in numerosi progetti realizzati con il supporto di Quin – integrando dati di natura esogena (le previsioni del tempo, i prezzi delle materie prime, i dati provenienti dal social network…) con le correlazioni derivanti da algoritmi di intelligenza artificiale, da analisi effettuate con le tecniche del Process Mining o attraverso la creazione di Digital Twin.














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