Ptc rivoluziona l’offerta e diventa una as a service company

di Renzo Zonin ♦︎ Il colosso del software industriale, partecipato da Rockwell Automation, ha deciso di diventare una Saas company entro i prossimi 4 anni. Puntando sul cloud e sulle tecnologie di "Lift&Shift". Dpm è solo il primo prodotto della strategia as a service dell'azienda che, attraverso la piattaforma Atlas, mira a unire tutti i servizi. Entro la fine del 2022 Cad Creo andrà a "fare compagnia" ad altre platform come Vuforia, Arena e ThingWorks. Parla il vicepresidente europeo Delnevo

«Nel giro di 3 o 4 anni, Ptc sarà una società completamente SaaS oriented». Questo in estrema sintesi il pensiero di Paolo Delnevo, vice president sales South Europe nonché general manager Ptc Italy, che abbiamo incontrato al Made, il Centro di Competenze del Politecnico di Milano del quale Ptc è partner tecnologico fin dalla prima ora. Il processo di transizione dalle tecnologie on-prem al mondo del cloud e del Saas è iniziato da tempo in Ptc, sia tramite tecnologie di “Lift&Shift”, che consentono di portare in cloud le applicazioni nate per l’on-prem senza dover affrontare complesse riscritture, sia tramite una serie di acquisizioni che hanno riguardato fornitori di piattaforme operate in modalità SaaS, tanto che oggi la società dispone di due offerte Cad e due offerte Plm, cosa che consente ai clienti la scelta della modalità operativa preferita pur rimanendo in ambito Ptc. Nel frattempo, l’azienda si sta strutturando in due business unit, una per la vendita dei prodotti “tradizionali” e una, che si chiama Velocity, dedicata esclusivamente a trattare le soluzioni SaaS. A conferma del progressivo spostamento di Ptc verso la fornitura di soluzioni out-of-the-box in modalità cloud e SaaS c’è anche il recentissimo lancio del Digital Performance Management Solution (Dpm), un tool di auto-monitoraggio e auto-misurazione pensato in modo specifico per l’industria manifatturiera. Questa soluzione, inserita nella piattaforma ThingWorks, mette le aziende in grado di controllare in modo dettagliato le prestazioni delle linee di produzione, di analizzare i colli di bottiglia e di validare i risultati degli investimenti attuati. Ma la strategia SaaS riguarderà, progressivamente, tutte le linee di prodotto di Ptc, destinate, nei prossimi anni, a convergere nella piattaforma Atlas, che unificherà in una logica di servizi cloud/SaaS l’intera offerta Ptc. Entro il 2022, la piattaforma Cad Creo sarà portata tutta in SaaS, mentre altre piattaforme, come Vuforia, Arena e ThingWorks sono già disponibili As a Service. Presto inizierà anche il passaggio alla nuova piattaforma per le soluzioni cloud OnShape e WindChill. «Sono i clienti stessi che vogliono passare al SaaS, e ci chiedono di guidare il processo di transizione – ha aggiunto Delnevo – tuttavia, chi non vuole ancora cambiare l’attuale modalità di fruizione del software non deve temere ripercussioni, perché Ptc garantirà per un periodo di 15 anni la portabilità on-prem ai nostri attuali clienti». 

Ognuno dei quattro settori nei quali Ptc opera (che sono Cad, Plm, IIoT e Augmented Reality) è focalizzato su un differente aspetto della trasformazione digitale, o più precisamente su un modo diverso in cui il digitale agisce sul layer “fisico”, sugli oggetti concreti presenti in azienda. «Nel Cad, il digitale definisce il fisico; nel Plm, il digitale gestisce il fisico. Nell’IIoT il digitale connette il fisico, e nell’Ar il digitale aumenta il fisico» spiega Delnevo. In questo panorama di trasformazione, il SaaS ha un effetto dirompente e positivo sul layer fisico: secondo Ptc, lo rende veloce, mobile ed economico. I primi riscontri della  nuova strategia sembrano dare ragione al Ceo James E. Heppelmann, che ha fortemente voluto per Ptc l’evoluzione verso la logica cloud prima e As a Service poi. I risultati dell’ultimo trimestre del Fy 2021 mostrano infatti una crescita dell’Arr (Annual Recurring Revenue) pari al 16%, con 1,47 miliardi di dollari, o al +12% se escludiamo la piattaforma Arena acquisita all’inizio del 2021. Le revenue complessive, invece, crescono del 24%.







 

La soluzione ThingWorks Digital Performance Management

Paolo Delnevo, vice president sales South Europe nonché general manager Ptc Italy

Annunciato ufficialmente durante il Manufacturing Live, evento virtuale tenutosi all’inizio di novembre 2021, Dpm è uno strumento “out of the box” pensato in modo specifico per le industrie manifatturiere, capace di analizzare in modo approfondito le performance di una linea di produzione per risolverne i problemi in tempo reale a ciclo chiuso. La sua metodologia di lavoro è basata su una metrica facilmente comprensibile: il tempo, o meglio ancora le ore. Quelle perse per i colli di bottiglia e quelle risparmiate rendendo più efficiente una linea. Tramite il Dpm, un’azienda può identificare i problemi di prestazioni che incidono sull’efficienza di una linea o di un processo, e quindi mettere gli addetti alla produzione in grado di attuare azioni correttive. È possibile individuare i bottleneck, le loro cause, e capire quali siano le aree più critiche, quelle dove è importante concentrarsi per conseguire un reale miglioramento. Il tutto può essere misurato in modo oggettivo con indicatori di prestazioni che evidenziano se le azioni intraprese hanno prodotto gli esiti sperati. I primi casi d’uso hanno mostrato che si ottengono risultati in modo molto rapido, anche in soli 90 giorni. Secondo Delnevo, «da anni parliamo dell’IIoT in due accezioni: rendere più intelligenti i prodotti, e rendere più intelligenti le fabbriche che costruiscono i prodotti. Ma se finora creavamo, insieme ai nostri partner, soluzioni specifiche e customizzate sulla base delle richieste dei clienti, adesso aggiungiamo un nuovo elemento: proponiamo soluzioni out of the box per gli use case più frequenti. Il Dpm è un esempio di questa filosofia: in pratica, andiamo a monitorare l’Oee delle linee del cliente, ma per la prima volta colleghiamo l’Oee direttamente al Profit&Loss dell’azienda, perché analizziamo i tempi, i colli di bottiglia, le possibili soluzioni e in base a esse diamo un preview di quanto può essere il beneficio in termini di ore risparmiate».

 

Libertà di cloud

La roadmap di Ptc verso la piattaforma SaaS integrata Atlas

Quando si parla di piattaforme SaaS e cloud, ci si confronta inevitabilmente con la scelta del fornitore riguardo a quale cloud possa far girare il servizio. Da questo punto di vista, Ptc è fondamentalmente agnostica, nel senso che per quanto riguarda i suoi prodotti cloud l’utente è libero di scegliere il fornitore che preferisce. «I nostri prodotti cloud girano su Aws come su Ms Azure, e il cliente può anche installarli su un suo cloud. Certo, con Microsoft abbiamo una partnership più forte, perché con loro abbiamo in corso diverse attività, anche per quanto riguarda l’Augmented Reality. Per quanto riguarda i servizi che forniamo in SaaS, per esempio OnShape, possiamo anche farlo girare sul cloud del cliente se ne ha già uno, altrimenti se forniamo noi il servizio siamo trasparenti e diciamo al cliente su quale cloud è basato».  

 

Un caso d’uso nel medicale

Come il digitale opera sul livello fisico nei vari segmenti in cui opera Ptc

Per dimostrare le potenzialità della piattaforma SaaS Ptc è stato presentato il caso di Microport Crm, multinazionale francese leader nel medicale cardiologico e vascolare, che fa parte di Microport, un’azienda globale che opera in 12 diverse discipline dell’healthcare, in oltre 80 Paesi e con più di 7000 dipendenti. Operando in un mercato con esigenze complesse, sia in termini di regolamentazioni internazionali, sia in termini di requirement interni, Microport Crm ha bisogno di trattare i suoi dati in modo efficiente ed efficace, ma la configurazione attuale del sistema QMS aziendale soffre di pesanti limiti: in pratica, vengono usati nove strumenti software separati che, insieme, soddisfano all’incirca il 50% delle esigenze aziendali. Per superare questa situazione è stato avviato con Ptc il Progetto Synapsis, che una volta pienamente operativo consentirà di gestire l’azienda con soli tre strumenti (Mes, Erp e i servizi forniti da Ptc) coprendo il 95% delle richieste dell’azienda. L’implementazione del progetto è partita lo scorso ottobre con la parte riguardante la  Customer Experience che è già attiva, mentre è in corso la migrazione del sistema Cad, e varie altre componenti sono in fase avanzata di realizzazione, tanto che andranno in produzione nei primi mesi del 2022.

 

Avanzamenti significativi nelle quattro aree d’operazione

Secondo Ptc, il SaaS espande i benefici della Digital Transformation

Nonostante la pandemia, il 2021 è stato un buon anno per Ptc, e non solo dal punto di vista finanziario. In tutti i quattro settori di mercato nei quali opera, la società ha raggiunto traguardi significativi. Nel Cad, per esempio, Ptc è diventato il fornitore primario del gruppo Volvo (che  usa anche i prodotti Plm dell’azienda). Nel Plm, Ptc ha appena firmato un contratto con una grande azienda (30 miliardi di fatturato) nel settore dei servizi medicali. Nell’IioT, l’azienda si trova nel quadrante top dei maggiori analisti , da Gartner a Forrester, da Idc ad Abi, ha lanciato la soluzione Dpm e ha registrato il miglior trimestre nella sua alleanza di co-selling con Microsoft. Nella Realtà Aumentata, infine, c’è stato il maggior ordine di Ar nella storia di Ptc, a opera di una grande industria farmaceutica, e l’azienda sta ponendo le basi per agire da protagonista in un mercato che nei prossimi mesi potrebbe crescere a ritmi molto sostenuti. Particolarmente interessante l’”Industrial Metaverse” mostrato in anteprima all’evento Manufacturing Live dello scorso novembre. Riguarda la realtà aumentata anche un grande progetto in corso di realizzazione al Made, che già utilizza le tecnologie Ptc in quattro delle sue sei aree operative. Il progetto, che dovrebbe vedere la luce nel corso del 2022, è una sorta di base dati unificata di tutte le postazioni Made, fruibile in realtà aumentata all’interno dell’edificio. Indossando gli appositi occhiali, gli operatori che si muovono nelle aree del Made vedranno sovrapporsi al loro campo visivo informazioni specifiche sulle varie installazioni, le macchine, i processi in corso eccetera. Considerato che le sei aree tecnologiche del Made riflettono un modello di organizzazione della Fabbrica 4.0, è difficile non vedere in questa realizzazione un “proof of value” dell’azienda del futuro, in cui tutti i dati digitali saranno fruibili in modo unificato e interagiranno direttamente con la realtà fisica, modificandola dal punto di vista percettivo tanto che sarà difficile definire dove finisce il “fisico” e dove inizia il “digital”.

Qual è dunque la proposta di Ptc alle aziende nel contesto della trasformazione digitale?

Cosa fa ThingWorks Digital Performance Management

«Ptc si rivolge alle aziende manifatturiere, discrete e di processo, e le aiuta a realizzare valore attraverso la digital trasformation – ci ha detto Delnevo – Lo facciamo lavorando su tre leve. Prima di tutto le persone. I colletti blu della generazione dei baby boomer stanno andando in pensione, e rischiano di portare con loro know-how, skill, conoscenze che sono personali. Tradizionalmente la trasmissione di questo sapere si faceva affiancando per mesi l’apprendista al lavoratore esperto. Oggi, usando la realtà aumentata possiamo estrapolare la conoscenza di queste persone e tenerla in azienda, per riutilizzarla all’infinito. La seconda leva sono i prodotti. Aiutiamo le aziende a realizzare prodotti migliori, connessi, pronti per la sfida. Per esempio fornendo tecnologie Cad con generative design, che aiuta a realizzare progetti con forme più leggere e resistenti, da produrre magari con l’additive manufacturing. La terza leva infine è la fabbrica, per migliorare la quale possiamo fornire soluzioni come il Dpm eccetera. Noi di Ptc vogliamo essere il partner di riferimento per abilitare i nostri clienti a realizzare valore e a trasformare il fisico attraverso il digitale».

La dashboard di produzione del Dpm

 














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