Primeur, la multinazionale tascabile che governa i dati di banche e industrie

di Gaia Fiertler ♦︎ Giunta alla seconda generazione, l'azienda della famiglia Musso è attiva in 28 Paesi dove ha oltre 300 clienti, tra cui Intesa San Paolo, Unicredit, State Street, Unilever, Fca, Vodafone, Essilor-Luxottica, Telefonica. Dei 20 milioni di fatturato, più del 60% viene realizzato in Italia, ma l'obiettivo è incrementare la quota estera grazie all'ultimo nato: Data One, che introduce il contratto come paradigma della gestione del data flow nella data integration

Data analytics

Primeur si appresta a lanciare la sua nuova piattaforma di data integration, Data One, e si prepara a sostenere la crescita globale con l’apertura ai capitali. Realtà italiana nata a metà degli anni Ottanta come software house specializzata in data transfer, nel corso degli anni si è orientata su soluzioni complete per l’integrazione dei dati da fonti eterogenee. L’obiettivo è sempre stato quello di aiutare le imprese a far comunicare facilmente tra loro i sistemi pre-esistenti (la cosiddetta “legacy” aziendale) con i nuovi software, necessari per l’operatività moderna del business.

Con 20 milioni di fatturato nel 2019, con un +18% sul 2015 e l’Ebitda quadruplicato, Primeur ha la sede della holding a Lugano, oltre la metà dei 200 dipendenti in Italia e i restanti tra Spagna, Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Tunisia e Stati Uniti. Presente con le sue soluzioni in 28 Paesi con 300 clienti primari soprattutto in campo bancario e industriale, Primeur è oggi guidata dalla seconda generazione, Stefano Musso, Ceo del Gruppo, affiancato dal fratello Luca Musso, Cto, responsabile dello sviluppo tecnologico. Il padre Edoardo Musso, fondatore dell’azienda, è oggi il presidente.







 

Il passaggio generazionale e l’apertura ai capitali

Stefano Musso, ceo di Primeur

La strategia che Stefano sta portando avanti è quella di managerializzare l’azienda, come è stato già fatto per funzioni importanti come l’amministrazione, finanza&controllo di gestione e il marketing, per prepararsi alla crescita internazionale con una serie di acquisizioni in Italia, Europa e Stati Uniti. Ora il 60-65% del fatturato è prodotto in Italia e il 40% all’estero. L’obiettivo è di pareggiarli al rialzo, aprendo l’azienda ai capitali. L’operazione è prevista per il 2021.

«Ho portato a bordo manager che avessero già avuto esperienze che potranno esserci utili per il nostro viaggio verso il mercato dei capitali, ad esempio un Cfo che ha già preparato e portato aziende sul mercato finanziario, introducendo anche il controllo di gestione. Nel caso del direttore marketing, invece, ho preferito un professionista che venisse da un mondo diverso dal nostro proprio per portare modalità nuove di comunicazione e di proposizione al mercato. Siamo infatti partiti subito con un’azione importante: il rebranding totale della nostra immagine corporativa, una riformulazione dei nostri valori, una riorganizzazione dell’offerta e una comunicazione più fresca, unconventional ed estremamente pragmatica. Il nostro obiettivo è rendere più semplice e comprensibile il mondo dell’integrazione dati sotto tutti i punti di vista: tecnologico, di esperienza per il cliente e comunicativo. Tante novità che però si sposano e lavorano fianco a fianco con figure storiche aziendali, che hanno compreso e sposato questo cambiamento. In questo modo faccio dialogare tra loro, in modo costruttivo, l’eredità aziendale con l’innovazione gestionale. Innovazione che è da sempre uno dei nostri più importanti asset, e sui cui puntiamo a investire sempre di più», commenta Stefano Musso.

Per esempio, Primeur sta realizzando un’academy interna per la trasmissione del know-how aziendale, che punta a creare un terreno fertile per l’innovazione continua, il cui mentore sarà il fondatore stesso, Edoardo Musso. «Anche qui esperienza e innovazione che vanno di pari passo verso un obiettivo comune. Il prossimo passo sarà lavorare sulle nuove competenze per le seconde linee con lo stesso spirito, crescita interna e nuovi innesti», commenta Stefano Musso, che al momento è impegnato nello scouting di aziende sia per allargare e rinforzare le geografie in cui operare, sia per dotarsi delle tecnologie utili a fornire un prodotto sempre più completo e innovativo. «Abbiamo già una gestione a rete, con collaborazioni per fornire soluzioni sempre più complete e performanti. Il nostro obiettivo è gestire tutti i processi di integrazione dati su tutte le piattaforme. Portarci in casa competenze e quote di mercato world-wide ci servirà anche per crescere strutturalmente», precisa Musso.

I nuovi uffici di Primeur. Con 20 milioni di fatturato nel 2019, con un +18% sul 2015 e l’Ebitda quadruplicato, Primeur ha la sede della holding a Lugano, oltre la metà dei 200 dipendenti in Italia e i restanti tra Spagna, Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Tunisia e Stati Uniti

Soluzioni middleware, da Thema a Data One

Luca Musso, Cto, responsabile dello sviluppo tecnologico di Primeur

Le prime soluzioni middleware di Primeur, nella seconda metà degli anni Ottanta, hanno nomi di auto, quasi degli omaggi o obiettivi dichiarati: «Con il suo primo software mio padre ci disse che se avesse avuto successo avrebbe acquistato la Lancia Thema. Il nostro ultimo software si chiamava Ghibli, come la Maserati. Questo fa capire un po’ anche la nostra evoluzione. Le sue intuizioni su dove sarebbe andato il mercato erano giuste, ci siamo sempre mossi un attimo prima degli altri e continuiamo a farlo anche oggi», racconta Stefano Musso. La caratteristica di Primeur è sempre stata quella di anticipare il mercato puntando su ricerca e innovazione, in cui reinveste il 15% del fatturato. Thema™ del 1986 è stato uno dei primi software di trasferimento dati (Managed file transfer) sul mercato italiano, entrato subito nel settore finanziario grazie a una gestione dei dati sicura ed efficiente, garantita da sistemi crittografati e la compatibilità con i mainframe. Quindi Primeur ha via via arricchito di tool innovativi i suoi sistemi di data integration. Nel 2010 lancia Spazio Mft™, in grado di gestire differenti protocolli tra cui Axway e Ibm Sterling, poi Spazio File Governance™, FileExtender™ per Ibm Mq e infine Spazio eMAIL™ e Dropfile™ nel 2012 per la gestione dei dati privati e personali.

«Un esempio pratico di anticipazione del mercato è che le funzionalità di Ibm Mq per la trasmissione dei messaggi, e non solo dei file, noi le avevamo già nell’offerta di Thema. Poi certo, quando sono arrivati anche loro, ben più grandi, con Mq, per completare l’offerta noi ci siamo spostati per esempio sulla sicurezza dei messaggi end to end, sviluppando un prodotto chiamato Dsmq per crittografare i messaggi. Poter offrire al mercato ciò che poi viene confermato dai grandi player ci serve come reputation e affidabilità. Essere a volte arrivati prima di Ibm, che è anche un nostro partner storico, è sicuramente un sintomo di grande visione. Inoltre noi abbiamo una flessibilità che ci permette di fornire un servizio su misura, consulenziale al cliente, arricchendo di funzionalità “ad hoc”, ma estremamente standard, la nostra piattaforma. Questo ci consente una rapida riposta alle esigenze del cliente, un “fitting” perfetto nei suoi sistemi informatici, senza le classiche ridondanze dei grandi player», racconta Musso.

Edoardo Musso, fondatore di Primeur, è oggi il presidente

E il mercato li premia: l’anno scorso Primeur ha vinto una gara con Banca d’Italia e, tra i suoi 300 clienti, 15 fanno parte della classifica Fortune 500, tra tutti Intesa San Paolo, Unicredit, State Street, Unilever, Fca, Vodafone, Essilor-Luxottica, Telefonica. Il primo cambio di passo verso lo sviluppo di piattaforme per la gestione completa dei dati arriva nel 2013 con Primeur Ghibli™, una proposta ibrida ideata per risolvere le problematiche legate all’integrazione dei dati. E ora a metà ottobre 2020 si prepara a lanciare una nuova piattaforma che permetterà di preservare al massimo i sistemi It già esistenti, massimizzandone il valore. La soluzione, chiamata Primeur Data One™, punta a fornire una nuova visione della data integration, semplificando la gestione aziendale dei dati e offrendo una user experience (Ux) intuitiva e orientata a un utilizzo rapido ed efficace. Data One sarà anche la prima piattaforma ad adottare la metodologia Coa (Contract oriented architecture), sviluppata e brevettata da Primeur, che introduce il contratto come paradigma della gestione del data flow nella data integration.

Con Data One™ tutta l’offerta commerciale è stata ripensata e riorganizzata secondo un approccio più user-friendly e si comporrà di Data Mover™ per il trasferimento dei file, Data Shaper™ per la trasformazione dei dati, Data Watcher™ per il monitoraggio “end to end” e, infine, Data Privacy™ dedicata alla compliance del Gdpr. «Gestire l’integrazione dei dati con la metodologia Coa agevola sia chi produce i dati sia chi li utilizza, perché ci permette di posizionarci “nel mezzo”, controllando, gestendo e garantendo che il flusso dei dati avvenga nei modi e nei tempi corretti. Il nostro è un mondo molto complesso, abbiamo a che fare con milioni di transazioni sensibili da gestire, è fondamentale fare in modo che non ci siano interruzioni di processo, errori o perdite di dati. Per poter garantire questo, è necessario essere in grado di dialogare con i diversi sistemi installati presso il cliente, che sono per natura e storia eterogenei, non disegnati per “parlarsi”. Il nostro è come un mare in tempesta e dobbiamo essere in grado di garantire che le navi arrivino nel porto corretto al momento corretto», spiega Musso.

 

Il prossimo passo: integrazione verticale

«Quella che in questo momento abbiamo chiamato “Integrazione verticale” è un progetto che ci appassiona molto e del quale non posso anticipare molto. Si tratta, in estrema sintesi, di creare un sistema in grado di automatizzare alcuni passaggi che ancora oggi vengono gestiti in maniera “manuale” da molte realtà, ma che invece devono e possono relazionarsi con i sistemi d’integrazione in una maniera più efficiente, moderna e performante. Un progetto che nasce ancora una volta da un’intuizione e una visione diversa, in grado di anticipare le necessità del mercato. Siamo certi che sarà un passaggio rivoluzionario per il mondo della data integration e per questo ci teniamo a svilupparlo con la dovuta riservatezza», conclude Musso.














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