Osservatorio Artificial Intelligence PoliMi: il mercato dell’Ia italiano vale 300 milioni

Cresce l'adozione dell'intelligenza artificiale da parte delle imprese nostrane: il 53% già utilizza la tecnologia. Le iniziative in maggior crescita sono relativa a chatbot e assistenti virtuali

Alessandro Piva, direttore dell'Osservatorio Artificial Intelligence

L’intelligenza artificiale piace sempre di più alle aziende italiane con un mercato che, nonostante l’emergenza sanitaria, è cresciuto del 15% rispetto al 2019, raggiungendo il valore di 300 milioni di euro, 70 dei quali come export di progetti e i restanti 230 milioni commissionati da imprese italiane. Investimenti dedicati per lo più ai progetti di Intelligent Data Processing (33%), ma cresce rapidamente (+28%) l’adozione di chatbot e assistenti virtuali. Ormai, più della metà delle aziende medio/grandi (52%) utilizza l’intelligenza artificiale, mentre il 40% delle imprese sta lavorando su progetti operativi per integrarla (nel 2019 questo valore era del 20%). E, se non ci fosse stata la pandemia, probabilmente si sarebbe potuto fare ancora di più: la mancanza di budget a causa dell’emergenza sanitaria ha rappresentato una barriere all’adozione del 35% delle aziende.

Il mercato AI 2020: la distribuzione per classi di soluzioni

Sono i dati che emergono da una ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, che evidenzia come i progetti di Ia che attirano più investimenti sono gli algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), che coprono il 33% della spesa. Seguono le soluzioni per l’interpretazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing) con il 18% del mercato (+9%), gli algoritmi per suggerire ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System) con un’incidenza del 18% (+15%) e le soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation), che valgono l’11% della spesa (+15%). Il restante 20% del mercato è suddiviso equamente fra Chatbot e Virtual Assistant (10%), che sono i progetti con la crescita più significativa (+28%), e le iniziative di Computer Vision (10%, +15%), che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione.







Il settore più attivo come investimenti in soluzioni di Ia è la finanza (23%), seguita da energia/utility (14%), manifattura (13%), telco e media (12%) e assicurazioni (11%).

Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence

«La crisi sanitaria non ha fermato l’innovazione e la crescita del mercato dell’Artificial Intelligence ma ne ha sicuramente orientato l’attenzione su alcune tipologie di progetti, accelerando ad esempio le iniziative di Forecasting (stima della domanda), Anomaly Detection (individuazione di frodi online), Object Detection (come il riconoscimento dei DPI nelle immagini) e ancora di più di Chatbot e i Virtual Assistant, spinti dallo spostamento online della relazione col cliente», spiega Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. «È aumentata anche la maturità delle imprese, con una forte crescita dei progetti pienamente operativi».

«La resilienza mostrata dal settore AI durante l’emergenza permette di guardare al 2021 con ottimismo, così come positivi sono gli sforzi a livello europeo per definire delle linee guida che regolamentino lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale», afferma Nicola Gatti, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. «La Commissione Europea ha pubblicato un white paper che ha posto le basi per la tutela dei diritti dei consumatori, mentre lo scorso ottobre il Parlamento Europeo ha adottato tre risoluzioni che riguardano rispettivamente gli aspetti etici, il tema della responsabilità civile e i diritti di proprietà intellettuale relativi a robotica e Ai. Non sono atti vincolanti, ma è una prima presa di coscienza del tema e una richiesta alla Commissione Europea di elaborare normative specifiche per disciplinare il settore».

«Nel 2020 le istituzioni internazionali hanno dedicato molta attenzione all’Artificial Intelligence per le sue potenzialità di impiego, ma anche per le implicazioni etiche che possono riguardare imprese, cittadini e la società nel suo complesso», ha dichiarato Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. «Da un’analisi condotta dall’Osservatorio su 94 casi reali di problematiche etiche legate all’uso della tecnologia AI, le criticità più frequenti sono potenziali distorsioni nella fase di progettazione della soluzione AI (Bias, 23%), violazione delle libertà (Freedom, 19%), accentramento di risorse finanziare/tecnologiche o culturali da parte delle Big tech (Trust, 17%), e problemi di privacy (11%)».














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