Plastica: Società europea di rigenerazione (Sirmax) raddoppia spazi e addetti

Ser ha avviato la produzione di granulati termoplastici di polipropilene riciclato, destinato ad essere utilizzato negli altri stabilimenti del gruppo come materia prima “nobilitata”

Granulati termoplastici di polipropilene riciclato

L’acquisizione di Società europea di rigenerazione (Ser) da parte di Sirmax ha dato i sui frutti e, dopo tre anni, Ser ha cambiato volto, ampliando e riqualificando lo stabilimento, ma anche migliorando i processi produttivi.
Fino al 2019 il business era rivolto alla sola produzione di granuli riciclati di HD-PE (polietilene ad alta densità) ricavata prevalentemente da plastica da post-consumo (ovvero dalla raccolta differenziata urbana). Oggi con l’intervento di Sirmax si aggiunge anche quella di granulati termoplastici di polipropilene riciclato, sempre proveniente dalla raccolta urbana, destinato ad essere utilizzato negli altri stabilimenti del gruppo come materia prima “nobilitata” per realizzare compound per beni durevoli. I dipendenti sono triplicati – oggi l’azienda ne conta una sessantina, dai 22 del 2019 – e nuove figure professionali sono tutt’oggi ricercate: dagli operatori di produzione ai manutentori, ai tecnici di laboratorio.

In tre anni, Sirmax Group ha investito in Ser circa 30 milioni di euro. I lavori di ampliamento, riqualificazione e rigenerazione urbanistica hanno interessato l’edificio preesistente oltre agli edifici contigui (ex Salsoplast e Sale), al quale sono stati aggiunti nuovi uffici, sale riunioni, laboratori, una sala medica, un’officina, spazi comuni e – in fase di completamento – una grande sala a scopo didattico e formativo oltre alla nuova parte produttiva dedicata alla famiglia di prodotti introdotti da Sirmax, quella del polipropilene riciclato. Sono state installate macchine per la macinazione, il lavaggio e l’asciugatura del rifiuto plastico. Sono state acquistate due nuove linee di estrusione, che trasformano la scaglia ricavata in prodotto finito. L’intera fabbrica si presenta oggi con un progetto architettonico che unisce visivamente gli impianti produttivi, attraverso pannelli-filtro che limitano le emissioni sonore verso l’esterno, oltre a minimizzare le emissioni e gli odori provenienti dallo stabilimento.







Un ulteriore ampliamento ha riguardato la zona a sud del lotto attuale, dove sono stati acquistati alcuni capannoni già esistenti, riqualificati e messi a norma, che verranno utilizzati per lo stock dei materiali finiti.

Complessivamente, dal 2019 ad oggi, l’area, di proprietà del Gruppo Sirmax, ha subìto un incremento in termini di spazio occupato da 19.000 a 31.000 metri quadri e in termini di superficie coperta da 9.000 a 14.000 metri quadri. Spazi che si sono resi necessari per rispondere alla domanda del mercato, in continua crescita, di plastica riciclata da post-consumo, e che trasformano Ser in un grande polo legato all’economia circolare, rendendola un riferimento a livello internazionale nel campo dei materiali sostenibili.

«SER ha per Sirmax un’importanza strategica fondamentale», afferma Massimo Pavin, presidente e ceo di Sirmax Group. «È un’eccellenza che ha potenziato il gruppo, dando vita a nuove produzioni all’avanguardia. È stata acquisita perché Sirmax, da produttore di materie plastiche, crede fermamente in una produzione sostenibile e nel riutilizzo della plastica. Con Ser il nostro gruppo può mettere in atto l’upcycling, una sostenibilità che non è solo riciclo, cioè far tornare un oggetto alla stessa funzione, o trasformarlo perdendo valore. L’upcycling è il riutilizzo degli oggetti per creare un prodotto di maggiore qualità, che possa essere impiegato anche per componenti di elettrodomestici o di automobili, cioè per beni durevoli. La materia prima è destinata a scarseggiare, il futuro dovrà valorizzare ciò che c’è e tutti gli attori della filiera della plastica dovranno generare valore da ciò che è a disposizione».

L’acquisizione dell’azienda di Salsomaggiore Terme ha permesso a Sirmax di avviare progetti con primari produttori del mondo automotive ed elettrodomestico per l’utilizzo di materie prime circolari. Fino al 2019, infatti, l’azienda veneta aveva concentrato il suo business nella produzione di compound di polipropilene e di tecnopolimeri tradizionali, da resine vergini. Con Ser, il gruppo padovano è entrato nel business del prodotto green e sostenibile e nell’economia circolare: la plastica riciclata viene nobilitata con additivi e cariche meccaniche che la rendono adatta ai beni durevoli. Il packaging usato una sola volta viene riciclato e trasformato non tanto in un secondo packaging, quanto in un bene destinato a durare nel tempo, resistente, in molti casi, come la plastica vergine.

La sostenibilità come valore

Inoltre, unendo, all’interno dello stesso granulo, plastica riciclata con plastica vergine, Sirmax può realizzare prodotti che riducono le emissioni di CO2. Lo dimostra uno studio commissionato a Spinlife, società dell’Università di Padova, sulla valutazione del ciclo di vita (LCA). Oggetto dello studio sono stati due compound di polipropilene destinati ai settori auto ed elettrodomestico, entrambi additivati con cariche minerali, masterbatch coloranti e altri additivi in diverse percentuali. Dall’analisi emerge come la sostituzione di polipropilene vergine con riciclato da post consumo può comportare in molti casi il dimezzamento delle emissioni di anidride carbonica.

«Ser ha una tale importanza per il gruppo Sirmax – continua Pavin – che è divenuta un modello di business da replicare negli Stati Uniti. Nel 2020, l’anno dopo la nostra acquisizione e in piena pandemia, abbiamo realizzato a Anderson, nell’Indiana, uno stabilimento “gemello” di Ser, dove viene applicata la stessa tecnologia innovativa nella lavorazione della plastica da post-consumo e post industriale, lo stesso know-how e la stessa qualità che abbiamo trovato qui a Salsomaggiore».

Per Sirmax, l’ingresso nella green economy avviata con Ser, è la messa a terra di quelli che erano già i valori di sostenibilità perseguiti negli anni: l’essere sostenibili nella vicinanza al cliente, con forniture a km zero, risparmi di tempo, minor costi e maggiore qualità nel servizio; l’avere una filiera controllata e tracciata, con partner che rispondono a requisiti precisi di qualità; l’essere flessibili e veloci nel soddisfare richieste ad hoc che provengono dal cliente; l’avere una sostenibilità finanziaria e una trasparenza nei bilanci che rende solida l’azienda e, ultimo ma non meno importante, sostenibilità nei confronti dei dipendenti e degli stakeholders per una crescita strutturata che offra nuove opportunità di lavoro e collaborazione nel pieno rispetto dei temi ambientali.














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