Pianificazione, progettazione e simulazione: Cisco per combattere lo stop alla produzione da Covid-19

di Marco de' Francesco ♦︎ Il vero lockdown l’hanno subito le imprese che non erano al passo con la digitalizzazione. Di questo e delle strategie migliori per recuperare e guadagnare terreno abbiamo parlato con Michele Dalmazzoni

Non è vero che con il decreto “Blocca Italia” tutte le aziende manifatturiere (non espressamente esentate) hanno serrato i battenti. Alcune hanno chiuso e basta, con un completo lockdown di tutte le funzioni e tutti i dipartimenti. Altre hanno fermato lo shopfloor, ma hanno continuato a lavorare nella progettazione dei prodotti, nelle pratiche amministrative, nei rapporti con i clienti e i fornitori e talvolta anche nella ricerca. Le prime hanno dimostrato fragilità e sono rimaste fuorigioco, correndo il rischio di perdere il proprio posto in filiera. Le seconde hanno dato prova di resilienza, mantenendo le relazioni commerciali e utilizzando il tempo di fermo parziale per ridefinire i propri obiettivi. La differenza l’hanno fatta strategie interne di prevenzione delle crisi, territoriali o globali, che comportano l’adozione di tecnologie di comunicazione per virtualizzare attività diverse dalla produzione. Lo smart working, in particolare, è diventato un paradigma di successo in un contesto recessivo.

Tra le soluzioni tecnologiche offerte da Cisco, multinazionale americana specializzata in apparati di networking, la piattaforma Webex, che consente ai team di collaborare in maniera efficiente in riunioni virtuali con funzionalità audio e video in alta definizione e la condivisione dei contenuti in tempo reale. Grande rilievo viene attribuito alla sicurezza, grazie a software progettati per proteggere i lavoratori remoti ovunque siano. Ne abbiamo parlato con il collaboration and industry digitization leader di Cisco Italia Michele Dalmazzoni.







     

Due condizioni diverse: lockdown completo e continuità delle operazioni diverse da quelle di shopfloor

Michele Dalmazzoni, Collaboration & Industry Iot leader at Cisco Italy

A seguito del decreto “Chiudi Italia”, molte aziende hanno serrato i battenti, da qualche settimana. La misura ha colpito in particolare le industrie del Manifatturiero, la cui continuità operativa non è stata, a differenza di quelle del Farmaceutico, considerata “strategica”, con qualche eccezione. Le imprese si sono trovate, da un momento all’altro, a spegnere le macchine dello shopfloor. Ma la produzione in senso stretto non esaurisce l’attività di una azienda. È senz’altro la componente più importante, ma non è l’unica. Si pensi alla pianificazione delle attività, alla progettazione del prodotto, alla simulazione e ai test virtualizzati, alla definizione dei requisiti di marketing, all’amministrazione, alla continuazione dei rapporti con clienti e fornitori e a tante altre funzioni che consentono alla fabbrica di funzionare. «Ci sono aziende – spiega Dalmazzoni – che sono riuscite a mantenere una dimensione operativa, e altre che hanno subito un completo lockdown. Due condizioni del tutto diverse».

La differenza l’ha fatta la tecnologia. Quella legata a strumenti di collaboration, e solo nel caso in cui l’azienda già ne disponesse prima che l’epidemia esplodesse con l’impeto che ha assunto a marzo. Chi, per esempio, era già dotato di un accesso ad una piattaforma di collaboration in grado di portare avanti lo svolgimento delle funzioni cui si è accennato «ha semplicemente dovuto chiedere all’azienda provider (si tratta di attività erogate as a service, come vedremo; ndr) di estendere il numero delle postazioni collegate alla platform, e questo è stato realizzato con rapidità. Chi invece si è trovato a partire da zero, ha riscontrato indubbie difficoltà». L’incremento dello smart working, peraltro, non è destinato ad arrestarsi a breve: la commissione di esperti guidata da Vittorio Colao, quella che deve presentare le raccomandazioni al governo per la cosiddetta “Fase due”, intende, a quanto riportato da autorevoli quotidiani, rendere obbligatorio il lavoro a distanza per le grandi aziende.     

 

Una questione di resilienza

Di fronte alla diffusione del virus, le aziende non dotate di tecnologie di collaboration hanno dimostrato fragilità. E, benché una pandemia sia un evento eccezionale, «fenomeni più mirati – atmosferici, tellurici, idrogeologici – possono riguardare singole regioni geografiche con una frequenza maggiore. Se un’azienda non riesce a gestirli da remoto, mentre i suoi competitor sono in grado di farlo, ha chiuso». L’argomento ha anche a che fare con il risk management: tutte le imprese devono dotarsi di sistemi informativi, di assetti organizzativi in grado di rilevare tempestivamente i prodromi della crisi d’azienda, che può non dipendere da problemi finanziari, ma da eventi esogeni al suo perimetro operativo. Il coronavirus non era prevedibile; come non lo sono un terremoto o un’alluvione. Ma le conseguenze possono essere scongiurate in tutto in parte con strategie preventive. Si diceva del ricorso alla tecnologia: «C’è ed è matura. Peraltro il coronavirus ha indotto molte persone, anche estranee al mondo delle aziende, ad entrare per la prima volta a contatto con sistemi di comunicazione e collaborazione. Si pensi agli insegnanti che fanno lezione da casa. Da questo punto di vista il Paese ha fatto in pochi giorni un enorme passo in avanti, che in condizioni normali sarebbe stato compiuto in dieci anni». In particolare, Dalmazzoni mette in rilievo una circostanza: «Le aziende che hanno fondato i proprio modello relazionale con clienti e fornitori sul contatto fisico non sono resilienti in caso di imprevisto. È evidente che nei rapporti di filiera un elevato grado di virtualizzazione rappresenti anche una tattica precauzionale».   

La strategia di Cisco per accelerare il processo di digital transformation industriale

 

Alcune attività che si possono svolgere da remoto

Ad esempio, la progettazione del prodotto finale può continuare. Ciò comporta la delocalizzazione di particolari tecnologie di design, visto che si tratta di realizzare una sequenza definita di attività connesse e complesse, conformi a specifiche e a esigenze di qualità. Ma sempre più i singoli step possono essere condivisi all’interno di team composti da soggetti appartenenti a funzioni diverse: ognuno di questi può produrre modifiche che gli altri valutano real time. È anche un modo per accorciare i tempi. La ricerca può continuare, in casi particolari. Si pensi allo sviluppo di nuovo software. La scrittura del codice può essere svolta all’esterno del perimetro aziendale, e i risultati possono essere condivisi con gli altri esperti di comparto. I rapporti con i clienti e i fornitori possono essere mantenuti in modo virtuale. Questa attività è essenziale in un momento in cui, a causa dello stop produttivo che molte aziende hanno subito a causa del virus, le filiere si stanno riorganizzando. Proprio adesso, è fondamentale lanciare un messaggio di presenza e disponibilità. Anche le pratiche amministrative possono essere virtualizzate e svolte da remoto. Oggi esistono peraltro software in grado di selezionare autonomamente decine di documenti, certificazioni, F24, Durc (documento unico di regolarità contributiva; ndr) e tanti altri; di riconoscere le firme e valutarne l’autenticità; di scansionare gli atti collegandosi ad apparati hardware e di inoltrarli a clienti, fornitori o alle autorità competenti.          

Aumento davvero notevole del traffico su Cisco Webex con il Covid-19 (dal blog di webex)

 

Soluzioni tecnologiche

La principale soluzione di Cisco si chiama Webex. È la piattaforma di cloud collaboration più diffusa al mondo e integra tutte le tecnologie video di Cisco: Meetings, Teams e Calling. Quanto alla prima, permette di fare riunioni con partecipanti remoti. Questi possono vedersi l’un l’altro utilizzando pc (con supporto multipiattaforma per Windows, Macintosh e Linux), un dispositivo mobile (iPhone, Android, iPad, Blackberry e altri cellulari o tablet wireless, 3G e 4G) o un apposito apparecchio posto in una sala. Consente ai team di collaborare in maniera più efficiente nelle riunioni virtuali con le funzionalità audio e video in alta definizione (HD) e la condivisione dei contenuti in tempo reale. Quanto alla seconda, è un sistema Cloud di collaboration qualificato da una telecamera intelligente con inquadratura dinamica e da microfoni con amplificatore automatico. L’apparato è in grado di riconoscere le persone che partecipano alla conferenza; la regia è automatica. La grande definizione dello schermo conferisce un tono molto realistico alla rappresentazione delle persone sul video. Secondo l’azienda, è possibile fare presentazioni in modalità wireless, disporre di una lavagna digitale ed un sistema di video e audio conferenza – tutto con il semplice tocco di un dito. Inoltre, è possibile connettersi a team virtuali fuori dalla sala riunioni, con qualsiasi device. 

Quanto alla terza, è un sistema telefonico basato su cloud ottimizzato per le medie imprese. Ha tutte le funzionalità essenziali per le chiamate aziendali.  Supporta una vasta gamma di telefoni IP Cisco serie 7800 e serie 8800 per situazioni diverse: nell’ufficio principale o in una filiale, in un’area pubblica, in una sala conferenze o nel tuo ufficio a casa, tutti i telefoni dell’impresa sono collegati insieme.   In realtà, l’organizzazione del lavoro remoto può essere più complicata di quanto non si pensi, se si vogliono ottenere buoni risultati. Bisogna considerare due elementi fondamentali: le persone e gli spazi fisici. Quanto alle prime, occorre prendere in considerazione le diverse abilità, le funzioni, gli approcci culturali diversi, quando si dà vita ad un team “virtuale”. Quanto agli spazi, questi devono essere strutturati in modo tale da consentire alle persone remote di partecipare attivamente, anche se non si trovano in ufficio. Cisco mette a disposizione un sito, Cisco Project Workplace, per definire l’organizzazione degli spazi. Ciò rileva soprattutto nella realizzazione di showroom virtuali. «La capacità di illustrare il prodotto al dettaglio con telecamere avanzate è fondamentale e può fare la differenza nei rapporti con la clientela», spiega Dalmazzoni.

Utilizzo di Cisco Webex nel mondo pre Covid

 

Agire con sicurezza

Con un numero senza precedenti di dipendenti che lavorano da casa, si pongono problemi di sicurezza. Che assume un’accezione diversa rispetto al passato: non è più questione di perimetri da tutelare con firewall, ma di dati che possono essere intercettati nel loro percorso dall’interno all’esterno dell’azienda e viceversa. Oggi tutte le minacce alla sicurezza hanno qualcosa in comune: la rete. Una soluzione è la crittografia. Sempre più traffico di rete è criptato poiché le persone e le aziende cercano di mantenere privati e al sicuro i dati in movimento. I lavoratori in smart working possono collegarsi ai sistemi aziendali con una Vpn, una rete virtuale privata, che garantisce che nessun terzo non autorizzato possa usufruire del circuito comunicativo. Il già citato Webex, poi, dispone di una serie di certificazioni, come la Iso 27001 (sulla sicurezza delle informazioni), la Iso 27017 (definisce controlli avanzati per fornitori e clienti di servizi cloud) e altri standard riconosciuti a livello internazionale. Tutela i dati non soltanto quando sono “in transito”, ma anche quando sono allocati in una posizione definita.

«Sono mille i tecnici e gli ingegneri informatici di Cisco che si occupano della sicurezza della piattaforma. Il nostro è un approccio zero trust, e significa gestire e monitorare tutti i dispositivi, utenti, app e reti utilizzati per accedere ai dati aziendali. Molto importanti sono i controlli successivi ad un attacco: perché si riesce a risalire alle modalità, e perché si può comprendere come ha reagito il sistema».  Peraltro, in questi giorni Cisco offre licenze gratuite temporanee per quattro tecnologie di sicurezza progettate per proteggere i lavoratori remoti ovunque siano. Una è Cisco Umbrella, che tutela gli utenti da destinazioni web dannose e che dispone di intelligenza predittiva in grado di automatizzare la protezione delle minacce rivelando gli attacchi prima del loro lancio; un’altra Cisco AnyConnect Secure Mobility, che consente ai dipendenti di lavorare in modo sicuro da qualsiasi luogo su laptop o dispositivi mobili personali dell’azienda; la terza è Cisco Duo, che verifica le identità degli utenti e stabilisce l’attendibilità dei dispositivi prima di concedere l’accesso alle applicazioni; la quarta e ultima è Cisco Advanced Malware Protection (Amp), che blocca i malware al punto di ingresso e risolve le minacce avanzate.

La protezione di Cisco Umbrella agisce su molteplici fronti













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