Pinininfarina si moltiplica per 3 e cerca aziende da comprare

di Chiara Volontè ♦︎ La storica azienda dell’ automotive e del design, ora guidata dal gruppo indiano Mahindra, con il primo bilancio in attivo nel 2017 dopo anni di rosso, prosegue nel rilancio  investendo nella crescita organica e per linee esterne

 Triplicare il valore della produzione ricorrendo alla strategia per linee esterne: è il progetto ambizioso di Pininfarina, che ha tracciato la rotta per riuscire a diventare “grande”. Il gruppo torinese specializzato in design e engineering soprattutto per il comparto automotive, oggi in capo al gruppo indiano Mahindra, è quotato nel segmento Small Cap del Ftse Mib e ha chiuso il 2017 con un utile netto di 1,3 milioni, il primo bilancio in attivo dopo anni di rosso. Anche il 2018 è previsto con il segno più.

L’azienda, marchio storico del design e dell’automotive, è da sempre un’icona di stile nel mondo, ma ha bisogno di aumentare il proprio volume per essere competitiva sullo scenario globale. Per questo motivo, oltre a investire ogni anno in ricerca e sviluppo circa il 2-3% del valore della produzione (per il 2017 arrivata a 87,1 milioni), Pininfarina sta cercando di investire nella crescita organica e per linee esterne. Lo scorso anno ha investito in tre stampanti tridimensionali, cui se n’è aggiunta una quarta all’inizio di quest’anno, per complessivi 4,5 milioni di euro.







 La spesa è stata motivata dalla necessità di lanciarsi nel comparto dei materiali innovativi, dagli acciai speciali fino alla fibra in carbonio. Un business particolarmente interessante per le auto a combustibile alternativo. Inoltre, è stata creata la Pininfarina Engineering, una newco che si occuperà integralmente degli aspetti di progettazione e che farà capo a un unico soggetto – al contrario di quanto accade ora con gli stabilimenti di Italia e Germania. Ma dal momento che l’automotive è un settore che vive perennemente sulle montagne russe, l’azienda si sta guardando intorno alla ricerca di possibili occasioni per accrescere il proprio perimetro.

Come? Si sta guardando con attenzione ad aziende situate lungo la nuova “Via della Seta” che si occupino di engineering: Giappone, Cina, Vietnam, Pakistan e India sono alcuni dei luoghi in cui è stato avviato lo scouting alla ricerca di aziende che possano permettere di migliorare il business. L’ottica con cui si sta ragionando è duplice: estendere la propria competenza ad altri comparti finora inesplorati soprattutto per quanto riguarda le nuove applicazioni della componentistica; o ampliare la propria presenza in zone geografiche ancora non battute.

Inoltre, è necessario liberarsi dalla stretta dipendenza da quattro player che, da soli, valgono il 60% dell’intero fatturato di Pininfarina. Troppo per un’azienda che deve riuscire ad aumentare la propria massa critica. Da qui l’esigenza di ampliare il proprio bacino d’utenza. Ultimo tassello su cui costruire la propria crescita è la volontà di avere circa il 5-7% del valore della produzione proveniente dalla espansione del marchio, ovvero il suo utilizzo, anche attraverso la concessione in licenza, in settori e su prodotti differenziati. Così facendo, l’ambizione della società è di arrivare a triplicare il valore della produzione rispetto a quella del 2018.

 














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