Efficientamento energetico e power quality: i due obiettivi di Ortea, leader nell’hardware elettrico made in Italy

di Marco de' Francesco ♦︎ L’azienda guidata da Massimiliano Scarpellini ha creato un nuovo brand con un'unica proposta tecnologica integrata: Ortea Next. Focus su risparmio, efficientamento, rifasamento. Obiettivo: miglioramento qualità energia e diminuzione costi operativi di fabbrica. Oxygen: risolve problemi di power quality dovuti a buchi di tensione. Enersolve Esl 10: correzione fluttuazioni e protezione impianti. Obiettivo fatturato: 30 milioni di euro in tre anni. La collaborazione con Abb. E sulle acquisizioni…  

OrteaNext interno plant

Uno dei grossi problemi che le industrie manifatturiere italiane affrontano quotidianamente è quello dell’instabilità della rete elettrica. Sbilanciamenti, fluttuazioni e buchi di tensione sono, con tutta probabilità destinati ad aumentare. Il fatto è che la rete era stata realizzata per assolvere alle esigenze di un modello diverso di produzione di energia: quello in cui un numero definito di centrali produceva un flusso regolare di elettricità; e ciò consentiva un equilibrio costante fra offerta e consumo.

Oggi, con migliaia di impianti green (fotovoltaico, solare) grandi, piccoli e “familiari”, tutti caratterizzati da una generazione intermittente, e con una nuova domanda (pompe di calore, auto elettriche), questo equilibrio è più difficile da raggiungere e la qualità dell’energia rischia di impoverirsi. Il che è costituisce una questione non secondaria, perché le oscillazioni possono causare fermi produttivi e la riduzione della vita utile dei macchinari. Lo sa bene Ortea, società con sede a Cavenago di Brianza, 115 dipendenti, guidata dall’ingegnere Massimiliano Scarpellini, che per aiutare le imprese ha definito una propria strategia.







L’idea di Ortea è che, per proteggere l’azienda cliente da fluttuazioni ed eventi traumatici, la questione del controllo dell’energia vada affrontata in maniera olistica, e non selettiva. Per questo Ortea ha creato un nuovo brand con un’unica proposta tecnologica integrataOrtea Next, che mette insieme i quattro marchi storici di prodotto – OrteaIcarEnersolve e Powersines –  e che quindi riunisce tutte le “risposte” rilevanti, in termini di power quality ed efficienza energetica. Ne abbiamo parlato con il Business Excecutive & Energy Efficiency Evangelist Fabrizio Leone.

D: Come e quando è nata Ortea?

Il Business Excecutive & Energy Efficiency Evangelist di Ortea Fabrizio Leone

R: Ortea, acronimo di “Officina Raddrizzatori Trasformatori E Affini”, nasce a Monza nel 1969. All’inizio è un’attività artigianale conto terzi che si occupa di costruzione di trasformatori elettrici e montaggio di raddrizzatori di corrente. Dieci anni dopo entra nel mercato industriale con il proprio marchio. Progetta, costruisce e vende trasformatori elettrici, stabilizzatori di tensione e apparecchiature elettromeccaniche in genere. Negli anni Ottanta diventa una Srl e si amplia con la costituzione di Ortea2 Srl. La crescita, però, si verifica negli anni Novanta. Inizialmente, c’è la fusione in un’unica società: Ortea2 – con nuova sede a Cavenago di Brianza. Questa diventa Spa e acquisisce la Iret, azienda con esperienza nella progettazione e produzione di trasformatori in lastra di alluminio. Tra il Duemila e il 2018 c’è la fase di internazionalizzazione. La società cambia di nuovo denominazione: nasce Ortea Spa. Anzitutto, viene completato l’ampliamento a circa 5mila metri quadrati interamente coperti; poi la società assorbe da Icar la produzione dei Sistemi di Rifasamento, e così l’area produttiva si espande a 9mila metri quadrati coperti. Ancora, le linee di prodotto rifasamento a bassa tensione a marchio Icar e le soluzioni di risparmio energetico a marchio Enersolve vengono conferite nella società. Infine, due anni fa Ortea acquisisce gli “assets” di Powersines, inclusi brand, brevetti e la gamma completa di prodotti per l’efficientamento energetico. Ma il cambiamento più grande è avvenuto nel 2019.

D: Cosa è accaduto nel 2019?

RNel 2019, in linea con la strategia di creare un polo di eccellenza globale, viene creato il nuovo brand Ortea Next che riunisce i 4 marchi storici di prodotto – Ortea, Icar, Enersolve e Powersines – in un unico concetto di proposta tecnologica integrata. Enersolve e Powersines si occupano di risparmio ed efficientamento e Icar di rifasamento. Queste soluzioni sono utili a molteplici aziende manifatturiere per migliorare la qualità dell’energia utilizzata e diminuire i costi operativi.

DCome è strutturata Ortea?

Ottimizzatore di tensione per risparmio energetico

R: Grazie agli uffici e alla rete di rivenditori dislocati in tutti i continenti, le soluzioni dell’azienda sono oggi installate, manutenute e funzionanti in più di 100 paesi nel mondo.

D: Voi fate stabilizzatori di tensione, compensatori di buchi di tensione, trasformatori e reattori BT, sistemi di rifasamento di bassa e media tensione, filtri attivi, dispositivi intelligenti di efficienza energetica e ottimizzatori di tensione per il risparmio energetico. Come si compone il vostro fatturato in base al portafoglio prodotti?

R: Quanto al presente, noi abbiamo un fatturato così suddiviso: due quinti deriva dagli stabilizzatori di tensione e dai dispositivi di efficientamento energetico; sempre due quinti dai sistemi di rifasamento e di filtraggio armonico; infine, un quinto dai trasformatori e dai reattori. Le revenue attuali si attestano attorno ai 25 milioni di euro. In futuro questo mix sarà un po’ diverso.

D: Quale segmento dei vostri prodotti crescerà?

R: Direi che cresceranno molto stabilizzatori, ottimizzatori di tensione e compensatori di buchi di tensione, in conseguenza della sempre maggiore diffusione di dispositivi industriali più ricchi di parti elettroniche. I modelli elettromeccanici attuali saranno gradualmente sostituiti da quelli elettronici, meno soggetti a interventi di manutenzione con notevoli vantaggi per i clienti.

D: Avete dei sistemi di monitoraggio dell’operatività delle vostre apparecchiature?

Un’altra soluzione completamente elettronica sono i filtri attivi che riducono le armoniche

R: Tutte le apparecchiature di alta gamma sono dotate di sensori e di dispositivi di auto-diagnosi, che, anche grazie ad un portale Cloud e ad algoritmi di intelligenza artificiale, consentono di valutare eventuali problematiche di funzionamento o di adattamento nel contesto dell’impianto industriale.

D: Chi ha sviluppato questi algoritmi?

R: Sono stati realizzati dal nostro reparto di ricerca e sviluppo, in collaborazione con una primaria società che si occupa della fornitura di servizi Cloud e IT.

D: Mi fa un esempio di prodotto completamente elettronico?

R: Ad esempio Oxygen, un apparecchiatura appositamente progettata per risolvere problemi di power quality dovuti a buchi di tensione. Oxygen è senza dubbio il nostro prodotto più avanzato. Un’altra soluzione completamente elettronica sono i filtri attivi che riducono le armoniche.

D: Cosa chiedono in particolare le aziende in questo periodo storico ad una società come la vostra? Quali esigenze potete soddisfare?

R: Le aziende chiedono di essere aiutate in due ambiti apparentemente distanti ma in realtà collegati. Anzitutto, l’efficientamento energetico e quindi una riduzione dei consumi; in secondo luogo, la disponibilità di energia di maggiore qualità, che è la citata power quality.

D: Quanto alla prima necessità, è immediatamente comprensibile; quanto alla seconda, a cosa è dovuta?

OrteaNext esterno. Obiettivo fatturato: 30 milioni di euro in tre anni

R: L’energia elettrica non si può immagazzinare direttamente nella rete. Altre forme di energia, come ad esempio il metano, o l’idrogeno, possono essere immagazzinate disponendo di apposite infrastrutture. Una rete elettrica, invece, di per sé non può accumulare nulla. Si deve produrre, istante per istante, la quantità di elettricità richiesta dall‘insieme dei consumatori (famiglie e aziende) e gestirne la trasmissione in modo che l’offerta e la domanda siano sempre in equilibrio, garantendo così la continuità e la sicurezza della fornitura del servizio. Altrimenti si genera uno sbilanciamento, che può portare al blackout. La gestione in tempo reale di questi flussi di energia sulla rete si chiama dispacciamento. Fino a ieri, il dispacciamento è stato realizzato aumentando o diminuendo la produzione di energia circolante in rete. Si agiva sull’offerta, quella delle grandi centrali. Il fatto è che il meccanismo sta diventando sempre più complicato. Infatti, il sistema è sempre più alimentato da fonti intermittenti come gli impianti eolici e i pannelli solari; inoltre, la domanda sarà sempre più condizionata da altri fattori, come le pompe di calore, le auto elettriche e altri dispositivi connessi. Insomma, la rete è sempre più instabile, e la qualità dell’energia è minore, con oscillazioni e buchi. Le aziende sono molto sensibili a questo problema, perché può portare alla riduzione della vita utile di un macchinario o al fermo della produzione. Noi realizziamo gli strumenti per isolare l’azienda da eventi esterni, e quindi per ridurre gli effetti dell’instabilità della rete.

D: Secondo lei questa instabilità aumenterà?

R: A mio avviso, sì, perché aumenterà la complessità. Si pensi ai prosumer a bassa tensione: aziende o privati cittadini che, oltre che consumatori, diventano produttori di energia con pannelli fotovoltaici, con dispositivi micro-eolici e con le batterie delle auto green – che possono ricevere ma anche rilasciare la carica. È impossibile per il gestore controllare l’attività del prosumer: chi può ordinargli di accendere o spegnere qualcosa?

D: Come si risolve il problema in via definitiva?

il Dispositivo intelligente di efficienza energetica “Enersolve Esl 10”: è un sistema che consente il risparmio energetico e che lavora per correggere le fluttuazioni della tensione e per proteggere gli impianti da eventi traumatici

R: Bisognerebbe cambiare la rete, e credo che Terna ci stia pensando. Per ora, localmente i problemi possono essere risolti con le nostre soluzioni.

D: Con quali strumenti si può ridurre l’instabilità, ad esempio?

R: Ad esempio, con il Dispositivo intelligente di efficienza energetica “Enersolve Esl 10″. Da una parte è un sistema che consente il risparmio energetico, dall’altra lavora per correggere le fluttuazioni della tensione e per proteggere gli impianti da eventi traumatici. Esempio: un fulmine cade sulla rete; intervengono le protezioni e le utenze subiscono il colpo di ariete. Questa macchina protegge isolando tutte le utenze della rete elettrica esterna.

D: In quale ambito si indirizza la vostra ricerca?

R: Per noi è strategico intercettare le problematiche della rete; solo così possiamo sviluppare delle apparecchiature efficienti. E dobbiamo comprendere come evolvono le criticità. Per questo svolgiamo una attività di diagnosi della rete, con continui audit.

D: Quali sono i pillar della strategia di crescita?

R: Come dicevo, attualmente noi offriamo una proposta tecnologica integrata; l’idea è quella di realizzare un unico prodotto che incorpori tutte le funzioni di cui abbiamo parlato: la power quality, il rifasamento e la riduzione delle armoniche. Queste apparecchiature sono attualmente in fase di studio.

D: Qual è l’obiettivo di fatturato?

R: Raggiungere, in tre anni, quota 30 milioni di euro. Credo che sia un obiettivo alla nostra portata.

D: Avete altre acquisizioni in vista, dopo Powersines?

R: Al momento attuale no, perché abbiamo in portafoglio tutte le tecnologie che ci servono. Siamo già allo stato dell’arte.














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