Settore orafo-argentiero: l’Italia aderisce alla Convenzione di Vienna

L’obiettivo è facilitare l'export internazionale dei manufatti in platino, oro, palladio e argento attraverso il controllo e la marchiatura

Le aziende possono beneficiare di una riduzione di tempi ed oneri all’export (circa l’85% del loro fatturato) con un ulteriore impulso alla crescita.

Un nuovo membro per la “Convenzione di Vienna”: il 22° stato ad aderire è l’Italia. Divenuta effettiva per il Bel Paese lo scorso 15 dicembre, la convenzione prevede l’introduzione di un marchio comune di controllo sugli oggetti in metalli preziosi, permettendo alle merci contrassegnate di circolare all’interno dei territori degli stati membri eliminando ulteriori controlli. Ne fanno parte: Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Svizzera.

Il trattato internazionale sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi del 1972 ha l’obiettivo di facilitare il commercio internazionale dei manufatti in platino, oro, palladio e argento, garantendo un’adeguata tutela del consumatore e un’opportunità per le imprese del settore. Tale marchiatura, riconosciuta come simbolo di qualità e di conformità agli standard tecnici della Convenzione, per lo stato italiano viene effettuata dagli uffici del saggio metalli preziosi istituiti presso i laboratori di analisi abilitati delle Camere di Commercio di Alessandria-Asti, Arezzo-Siena e Vicenza.







Per le imprese italiane del settore orafo-argentiero l’adesione alla Convenzione sui metalli preziosi rappresenta un’opportunità di sostegno in quanto, potendo scegliere di sottoporre i propri prodotti al marchio comune di controllo, possono beneficiare di una riduzione di tempi ed oneri all’export (circa l’85% del loro fatturato) con un ulteriore impulso alla crescita.














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