Obbligo polizze eventi catastrofici: compagnie assicurative esposte per 1.700 mld. Il punto di Cerved

Il provvedimento entrerà in vigore a fine 2024: secondo i dati Ania, la quasi totalità delle microimprese italiane fino a 9 dipendenti non sono assicurate

Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved

In base al nuovo obbligo di legge inserito nella Legge di Bilancio, secondo Cerved ammonta a oltre 1.700 miliardi di euro l’esposizione potenziale massima delle compagnie assicurative. Il legislatore, infatti, introduce l’obbligatorietà della copertura dei danni causati da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni a beni come terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali. Quasi mille miliardi in più rispetto ai 790 attuali, secondo le elaborazioni di Cerved. L’obbligo scatterà a fine 2024 e si applicherà a tutte le imprese italiane e a quelle estere con stabile organizzazione in Italia.

La stima dell’esposizione complessiva di 1.701 miliardi di euro è il risultato di un’analisi approfondita sviluppata da Cerved, la tech company che aiuta istituzioni e imprese a proteggersi dal rischio e a crescere in maniera sostenibile, insieme alle società del gruppo Mbs Consulting e SpazioDati. Dei 1.701 miliardi, 987 fanno riferimento a fabbricati e terreni, mentre 714 a macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali. L’approccio analitico coinvolge oltre 6 milioni di aziende italiane iscritte al registro delle imprese, fornendo una panoramica completa del potenziale impatto sul mercato assicurativo.







La stima non rappresenta il valore commerciale dei beni, bensì quello di ripristino che deve essere effettivamente assicurato, e non considera i possibili limiti contrattuali (la compagnia può decidere se esporsi per un indennizzo del 100% del valore assicurato o di una percentuale inferiore). La stima sui fabbricati e terreni è stata costruita partendo dal valore commerciale calcolato con un modello di Avm (Automated valuation model) proprietario, corretto per un coefficiente che esprime il valore di ricostruzione degli immobili, il valore di riferimento per le compagnie assicurative. La stima di impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali è invece stata ricostruita partendo dal dato delle somme assicurate per questi beni da una primaria compagnia italiana ed estendendolo con tecniche statistiche su tutto il sistema produttivo.

«A nostro avviso – afferma Andrea Ziglioli, director della practice Insurance di Mbs Consulting, società di consulenza del Gruppo Cerved con più di vent’anni di esperienza in ambito assicurativo – le compagnie dovranno muoversi velocemente in un contesto normativo e informativo non ancora stabilizzato, per affrontare in modo strategico questa variazione di contesto e per cogliere le migliori opportunità di mercato».

«Non ci siamo fermati ai valori commerciali dei beni posseduti dalle imprese, ma abbiamo applicato dei correttivi (si veda valore di ricostruzione/ ripristino) per fornire una stima il più possibile coerente con le esigenze delle Compagnie assicurative – aggiungono Michele Barbera e Ugo Scaiella, coo e head of software development di SpazioDati, società di data intelligence del Gruppo Cerved -. Si tratta ovviamente di una prima elaborazione che dovrà essere perfezionata: a tal proposito ci stiamo già muovendo per integrare il nostro ecosistema con nuovi dati e score verticali sul tema».

Ad esempio, andranno valutati parametri di analisi territoriale legati a rischi ambientali e ad alcune caratteristiche dei singoli edifici, che fanno già parte dell’ecosistema dati.

La quasi totalità delle microimprese italiane fino a 9 dipendenti ad oggi non sono assicurate

Il mutamento climatico ci espone a eventi atmosferici sempre più estremi che colpiscono con crescente frequenza il nostro paese: solo negli ultimi due anni l’Italia ha dovuto affrontare la frana di Ischia (novembre 2022) e le alluvioni che hanno colpito le regioni Marche (settembre 2022), Emilia-Romagna (maggio 2023) e Toscana (novembre 2023). Tuttavia, c’è un notevole gap di protezione rispetto ai principali Paesi europei: in Italia la quasi totalità delle microimprese fino a 9 dipendenti non sono assicurate, vale a dire che solo il 5,6% di queste aziende ha stipulato polizze di copertura per terremoti mentre la percentuale scende al 2% per alluvioni. La copertura è limitata anche per le imprese piccole da 10 a 49 dipendenti (solo il 22,8% risulta assicurato contro terremoti, il 19,7% contro le alluvioni), mentre aumenta per quelle medie da 50-249 dipendenti (69,2% per i terremoti e 71,5% per le alluvioni) e per le grandi (88,8% e 84,9%).

L’obbligo di assicurazione ovviamente non avrà ripercussioni solo sulle imprese, ma anche sulle compagnie assicurative, che dovranno adattarsi alla normativa rivedendo il proprio business model – a partire da un adattamento dei modelli di valutazione del rischio e del pricing – e sviluppando strategie per affrontare una nuova era di responsabilità e risk management, in prima battuta stimando il proprio portafoglio di imprese in termini di esposizione al rischio e, al tempo stesso, di opportunità di business.

La distribuzione geografica dell’esposizione

Secondo un’analisi geografica, la macroarea più coinvolta è il Nord-ovest (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e Piemonte), dove l’esposizione totale si attesta a circa 700 miliardi di euro di cui 400 attribuibili a fabbricati e terreni e 300 a macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali. Questi dati, che rappresentano il 40% del totale nazionale stimato, sono fortemente influenzati dalla Lombardia, che è caratterizzata da un’alta densità industriale e da sola ha esposizioni per più di 500 miliardi di euro. Il Nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna) manifesta un’esposizione complessiva di circa 430 miliardi di euro, con la caratteristica di mostrare un marcato equilibrio (50% ciascuno) tra fabbricati e terreni, da un lato, e macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali, dall’altro. Interessanti i dati di Emilia-Romagna e Toscana, due regioni recentemente colpite da eventi alluvionali: la prima ha, da sola, un’esposizione di più di 150 miliardi, mentre la seconda si attesta sugli 80. Nel Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo) si registra invece un’esposizione di circa 330 miliardi di euro (19% del totale), di cui ben 120 associati al valore dei fabbricati e terreni nel solo Lazio. Infine, nel Sud (Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e nelle Isole l’esposizione complessiva ammonta a circa 240 miliardi di euro (14% del totale). In Sicilia e Sardegna il 70% dell’esposizione riguarda fabbricati e terreni.

Il quadro normativo non è ancora definitivo, la legge concede al Ministero dell’Economia e delle Finanza e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy la possibilità di stabilire ulteriori modalità attuative e operative, incluse quelle di individuazione degli eventi calamitosi e catastrofali. Il mercato si attende nei prossimi due mesi un quadro definito per gestire puntualmente le implicazioni.














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