Trasformare la scienza in economia reale? Possibile, al Noi Techpark

di Chiara Volontè ♦︎ L’obiettivo dell’hub altoatesino è il tech transfer bidirezionale: capire le esigenze dell’azienda e portarle nel mondo accademico. In 4 settori strategici: Green, Food, Digital e AI, Automotive & Automation. Lo stoccaggio dell’idrogeno e la facoltà di Ingegneria. Tra le realtà presenti: Loacker, Rubner, Mitsubishi Electric, Evonik Operations. I casi EcoSteer e Techne. Ne parliamo con Vincent Mauroit e Giuseppe Salghetti

Noi Techpark

Che cosa serve per far crescere l’economia reale? Know how industriale, applied research e sapere scientifico. E soprattutto luoghi in cui questi tre mondi si possano contaminare per dar vita a nuove soluzioni da applicare nella manifattura e aumentare così la competitività del tessuto imprenditoriale italiano. Centri che facciano da ponte tra l’economia, la ricerca e l’impresa, focalizzandosi sulle aziende. «Noi Techpark, il parco scientifico e tecnologico inaugurato a Bolzano nell’ottobre 2017, stimola la ricerca applicata – ci spiega Vincent Mauroit, Director of Innovation & Tech Transfer Noi Techpark – Il nostro scopo principale è il tech transfer bidirezionale: capire le esigenze dell’azienda e portarle nel mondo accademico».

La generazione d’innovazione passa dalle sinergie con le organizzazioni di ricerca, dagli stimoli lungo le filiere, dalla contaminazione con nuove aziende che operano in settori diversi da quello di appartenenza. Questa proficua interazione potrebbe essere il motore migliore per la crescita della manifattura, di cui il nostro Paese è sempre stato un polo d’avanguardia. Infatti, le innovazioni multidisciplinari non solo migliorano le funzioni di prodotto o processo: consentono nuove applicazioni, mercati e modelli di business. «All’apertura del Parco, nel 2017, tanti imprenditori non avevano compreso la nostra mission – commenta Giuseppe Salghetti, Place, Press & Community Head of Unit NOI Techpark – mentre ora stiamo assistendo a un cambio di paradigma: le aziende hanno capito che per fare innovazione e sviluppare nuovi prodotti serve un ecosistema di open innovation».







Per “fare sistema”, Noi Techpark mette a disposizione di imprese e ricercatori 272.800m2 – dagli iniziali 120.000 m2 – con aree dedicate ai 4 settori strategici dell’economia altoatesina: Green, Food, Digital e AI, Automotive & Automation. Tra le aziende che usufruiscono dei servizi del Noi troviamo realtà altoatesine come Loacker, Rubner, Gkn Sinter Metals, e big internazionali quali Mitsubishi Electric e Evonik Operations. Ne abbiamo parlato con Vincent Mauroit, Director of Innovation & Tech Transfer Noi Techpark, e Giuseppe Salghetti, Place, Press & Community Head of Unit Noi Techpark.

 

Noi Techpark, 272.800m2 a supporto delle imprese

272.800m2 per sostenere le imprese nel percorso di sviluppo e aumentare la competitività della Provincia e dell’intero Paese: è con questo obiettivo che Noi Techpark ha scelto di raddoppiare i suoi spazi

272.800m2 per sostenere le imprese nel percorso di sviluppo e aumentare la competitività della Provincia e dell’intero Paese: è con questo obiettivo che Noi Techpark ha scelto di raddoppiare i suoi spazi. In arrivo non solo nuove infrastrutture, ma anche nuove opportunità per talenti altamente qualificati. Infatti, al crescere delle sfide locali e globali è aumentata anche la richiesta di soluzioni, di progetti di R&S: c’è maggior bisogno di know-how tecnologico e ricerca avanzata. «Noi nasce in Alto Adige da un tessuto industriale che è molto poco noto, ma che ha eccellenze importanti – prosegue Salghetti – Ad esempio, il motore elettrico della Fiat 500 viene prodotto nel nostro territorio, così come i cavi delle Tesla. Sono presenti ben 50mila aziende che hanno sviluppato la capacità di andare oltre la propria nicchia, utilizzando le competenze per inserirsi anche in altri mercati».

L’Hub è nato con un’idea precisa: espandersi un po’ alla volta, man mano che si palesano le esigenze delle aziende e i progetti fra queste e la ricerca. «L’ampliamento ha dato anche una “veste” fisica ai 4 settori strategici dell’Alto Adige – green, food, automotive/automation e digital – che avranno sede in altrettanti differenti edifici – chiosa Salghetti – Verrà inoltre inaugurata la facoltà di Ingegneria della Libera Università di Bolzano che si focalizzerà su informatica, elettronica, automazione e intelligenza artificiale». Supplire alla mancanza di competenze e creare profili qualificati che possano colmare il mismacht tra domanda e offerta di lavoro in Italia e Europa è uno degli obiettivi di Noi Techpark e la presenza della facoltà di Ingegneria di Bolzano costituisce sicuramente una risposta concreta a questo enorme problema che crea danni all’industria.

 

Noi Techpark: qui la scienza diventa imprenditoria

Giuseppe Salghetti, Place, Press & Community Head of Unit Noi Techpark

Nel 2017, all’apertura di Noi Techpark, non erano molte le imprese che collaboravano tra loro e con i poli di ricerca per fare innovazione: la logica dell’open innovation era un paradigma molto lontano da quello che era, all’ora, il mondo della manifattura. Nel 2021, invece, più di 660 aziende private hanno usufruito dei servizi del Polo. Hub come il Noi si sono definitivamente affermati come punto di incontro tra aziende innovative e chi si occupa di ricerca e sviluppo. «Il nostro ruolo è strategico, abbiamo il compito di facilitare l’interazione tra questi mondi molto diversi – commenta Salghetti – Il ricercatore ha bisogno di tempi lunghi e più sbaglia, più rimette in discussione le soluzioni che trova, invece l’imprenditore deve fatturare ed essere veloce per mantenere la competitività».

Sfida centrata da Noi, che nell’ultimo anno ha prodotto progetti di r&s tra aziende e ricerca per 30 milioni di euro. «Proponiamo anche le attività di tech transfer e di innovation management – ci spiega Vincent Mauroit – Per quanto riguarda il trasferimento tecnologico, non solo vogliamo comprendere le esigenze dell’azienda e portarle nel mondo accademico, ma ci interessa anche capire come renderle partecipi delle ultime novità sviluppate dalla ricerca, perché quei temi potrebbero essere di loro interesse. Inoltre, abbiamo appena istituito un nuovo servizio di innovation manager che si focalizza soprattutto sulle unknown opportunity. Indirizziamo le società verso le opportunità che potrebbero essere utili per loro e, una volta identificate, generiamo nuove idee anche con il coinvolgimento degli studenti». La strategia si completa con il potenziamento delle competenze nel mercato del lavoro e con il loro adeguamento al progresso tecnologico, a ogni livello professionale, ritenuto essenziale per sfruttare appieno il potenziale economico e produttivo delle nuove tecnologie.

 

Focus su Green, Food, Digital e AI, Automotive & Automation

Vincent Mauroit, Director of Innovation & Tech Transfer Noi Techpark

Sono quatto i settori strategici dell’economia altoatesina: Green, Food, Digital e AI, Automotive & Automation. Ed è a questi comparti che Noi Techpark ha dedicato le sue aree di specializzazione, scelte anche attraverso un processo di scambio e confronto assieme a tutti gli stakeholder locali. L’obiettivo? Diventare un centro di eccellenza in quei temi in Italia e Europa. «Con l’espansione progressiva del Parco, riteniamo necessario concentrare le competenze seguendo una logica di specializzazione – commenta Mauroit – Questo carattere fortemente monotematico degli edifici di più recente progettazione, farà sì che le aziende possano trarre il massimo vantaggio dalla vicinanza e dall’omogeneità di ambiti e contenuti, aumentando la conoscenza e le competenze diffuse e generando un aumento dell’attrattività stessa dell’hub».

In ambito Green, Noi Techpark intende diventare un centro di eccellenza nazionale e internazionale per sistemi energetici sostenibili, bioeconomia circolare ed edilizia sostenibile, in particolare per le aree rurali e urbanizzate di montagna. Nel Food, la specializzazione sarà sui processi di trasformazione, nella determinazione dell’origine degli alimenti e sulla loro conservazione, per aiutare così le aziende a trasformare i sottoprodotti in valore aggiunto e quindi in profitto. Relativamente al Digital, partendo da competenze di alto livello in ambito Open Data, Open Source, Open Standards e sensoristica – l’Alto Adige è noto per le sue reti IoT distribuite a livello regionale -, Noi Techpark svilupperà soluzioni digitali aperte, sostenibili, sicure e scalabili a livello internazionale. Infine, nell’Automation & Robotics, alla luce delle infrastrutture di ricerca e del know how sviluppato nell’ambito della mobilità sostenibile, dell’interazione collaborativa fra uomo e robot e nella produzione sostenibile in ambito alpino, l’Hub punterà sulla trasformazione digitale e verde delle Pmi manifatturiere regionali, aiutandole ad adottare tecnologie all’avanguardia, per trasformare i sottoprodotti in profitto e mantenersi competitive. «Ognuna di queste competenze sarà riunita in un edificio, secondo una logica di specializzazione in moduli monotematici – prosegue Mauroit – Una strategia che si ritiene determinante per generare maggiori benefici in termini di avanzamento delle conoscenze, competenze e di business».

 

Automotive, il fiore all’occhiello dell’Alto Adige

A Brunico è in costruzione un nuovo centro di competenza per il settore strategico dell’automotive, che in Alto Adige impiega oltre 16.000 persone con 800 aziende specializzate

A Brunico è in costruzione un nuovo centro di competenza per il settore strategico dell’automotive, che in Alto Adige impiega oltre 16.000 persone con 800 aziende specializzate. Un’automobile su tre nel mondo monta infatti componenti sviluppate e prodotte nella Provincia Autonoma di Bolzano. Il nuovo hub, che avrà sede in Val Pusteria, sarà inaugurato nel 2023 e riunirà in un’area di circa 6.000 m²: attività accademiche e di ricerca della Libera Università di Bolzano, servizi speciali di supporto alle aziende, istituti di ricerca e start-up, uno spazio di coworking, un centro eventi, un ristorante e un garage interrato. Inoltre, Noi Techpark Brunico sarà il primo Parco Scientifico e Tecnologico a idrogeno: l’edificio avrà un sistema innovativo per lo stoccaggio dell’H2, garantendo così un approvvigionamento energetico neutrale per il clima, e stimolerà anche l’intero settore automotive locale all’impellente riconversione energetica.

«In ambito automotive, stiamo trovando sempre più opportunità per ridurre l’utilizzo di materiali e ottimizzare i sistemi che vengono sviluppati – chiosa Mauroit – Grazie a diversi progetti di differenti case automobilistiche notiamo che i prezzi stanno scendendo. Ma serve l’aiuto degli stati e della Comunità Europea per ridurre il più possibile il prezzo alto. Non dobbiamo dimenticare che non è possibile introdurre nuove tecnologie a un prezzo che è subito di massa».

 

L’idrogeno? Per l’Alto Adige – e non solo – è strategico!

Lo scopo principale è il tech transfer bidirezionale: capire le esigenze dell’azienda e portarle nel mondo accademico

L’Idrogeno è un elemento importante per l’Alto Adige da molto tempo, in quanto il territorio produce il doppio dell’energia che consuma grazie a tante centrali idroelettriche. Il problema è che non esiste un sistema di storage adeguato per immagazzinare questa energia: l’idrogeno, con la sua capacità di accumulo, sarebbe estremamente utile. Senza considerare che, per rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e 2050, l’H2 diventa fondamentale laddove l’energia elettrica non sia sufficiente per garantire, ad esempio, il trasporto su gomma, per mare o via aerea.

«L’idrogeno avrà il suo ruolo soprattutto per lo stoccaggio dell’energia rinnovabile – sottolinea Mauroit – Abbiamo un’azienda locale che ha inventato un nuovo sistema di stoccaggio di H2, che necessita di meno pressione e meno volume. Però è una soluzione statica». La ricerca sull’idrogeno è, inoltre, centrale anche per molte start-up già incubate al Noi.

 

Green economy e imprenditoria

Economia reale e green economy possono conciliarsi solo con la ricerca, che nasce in poli di eccellenza come il Noi. Ma quanto è difficile far capire questo concetto alle imprese? Nelle grandi corp è una scelta obbligata, non è più possibile vendere o offrire un prodotto senza tener conto della sostenibilità. Ma per le piccole aziende è tutta un’altra storia. «Unire imprenditorialità e sostenibilità è uno degli scopi di Brunico, che punta al Sustainable manufacturing per sviluppare nuovi modi di produrre l’automazione – commenta Mauroit – Ma tanti non sanno come fare: bisogna partire misurando gli sprechi, migliorando l’utilizzo delle risorse e spingendo l’economia circolare».

 

EcoSteer: quando il Noi diventa la casa dei dati

Elena Pasquali, ceo di EcoSteer

Tra le realtà che già stanno vivendo in prima persona le opportunità offerte dall’Hub, c’è EcoSteer, start-up incubata al Noi e specializzata in data, IoT e blockchain.

«Al Noi Techpark abbiamo trovato una famiglia che ci ha seguito in ogni passo nello sviluppo del nostro progetto – commenta Elena Pasquali, ceo di EcoSteer – Abbiamo avuto la possibilità di accedere a un finanziamento provinciale per creare un data stream portal per la città di Bolzano, abbiamo beneficiato di importanti connessioni con nuovi partner, tra cui Eurac Research e altre aziende insediate al Noi, e abbiamo colto opportunità che da soli difficilmente saremmo riusciti a cogliere. È un percorso che consiglierei a tutti».

 

Techne, la metrologia è di casa al Noi Techpark

Davide Peli, alla guida di Techne

Techne, società di Brescia specializzata in metrologia e guidata da Davide Peli, presidente Nazionale Movimento Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato, è invece una delle new entry attese a breve al Parco. I settori serviti dall’azienda sono diversi: dall’industria petrolchimica alla farmaceutica fino al settore alimentare, con focus su automotive e automation.

«Essere selezionati dal Noi Techpark è un orgoglio e un’importante occasione per comunicare la nostra passione per la metrologia e per l’innovazione. Da questa esperienza – dichiara Peli – ci aspettiamo di accrescere le nostre competenze nell’ambito dell’innovazione e di poter collaborare col maggior numero di start-up presenti e con la facoltà di Ingegneria di Bolzano. Inoltre, in Techne c’è un tema che ci sta molto a cuore: avvicinare i ragazzi al mondo imprenditoriale. Abbiamo bisogno di menti brillanti all’interno delle nostre realtà, idee fresche e di nuove competenze. Per questo, con la partecipazione al Noi Techpark, ci auguriamo di incuriosire i giovani affinché possano conoscere il nostro mondo e perché no, appassionarsi a questo».

 

Noi techpark in pillole

Green, Food, Digital e AI, Automotive & Automation: a questi comparti Noi Techpark ha dedicato le sue aree di specializzazione

Nato nel 2017 a fronte di un investimento della Provincia Autonoma di Bolzano da 124 milioni di euro, Noi Techpark conta attualmente 1.000 persone (+ 70% con master o Phd) provenienti da ogni parte del mondo (15 le lingue parlate nell’Hub) che lavorano sinergicamente in un campus di 12 ettari in cui sono insediate 52 aziende e incubate 33 start-up. Realtà che possono accedere ai servizi, al know how e ai 45 laboratori scientifici e di prototipazione messi a disposizione dal Parco. Secondo le previsioni, alla luce dei nuovi investimenti, si stima una crescita ulteriore del capitale umano nel prossimo futuro: 700 studenti della Facoltà di Ingegneria, 100 ricercatori dell’Istituto di Biomedicina, 100 aziende innovative nei diversi moduli e per ciascun settore con almeno 500 addetti e ulteriori 1.300 interni al Parco. Nel 2021, i laboratori insieme agli istituti di ricerca del Noi hanno raggiunto una quota di finanziamento di terzi superiore al 50%, per un totale di 11,5 milioni di euro.














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