Ideazionari, IA e giochi d’imprenditorialità: benvenuti nella Galleria della Mente…

di Piero Formica* ♦︎ Grazie al lavoro automatizzato, che affranca i lavoratori dalla routine e dalla fatica, questi si possono dedicare all’innovazione. Che è la via per il progresso: tecnologico e umano. L’intreccio tra intelligenza umana e artificiale: prestazioni superiori acquisendo nuove conoscenze altrimenti non ottenibili. E sul nuovo mondo digitale…

Nelle grandi economie ad alto reddito, Italia inclusa, perde quota il lavoro nell’industria, come mostra il grafico recentemente pubblicato sul Financial Times. Le macchine rimpiazzano il lavoro umano. La sorveglianza esercitata dalle neurotecnologie che registrano e analizzano gli impulsi elettrici del sistema nervoso erodono le libertà dei lavoratori, a cominciare dal pensiero e dal giudizio indipendente soffocati dal controllo automatizzato. La preoccupazione è tale che i legislatori si propongono di inserire i neurodiritti nelle Costituzioni. Il Cile è il primo Paese al mondo che si appresta a legiferare per regolamentare le tecnologie in grado di registrare e alterare l’attività cerebrale.

Se il lavoro automatizzato affranca i lavoratori dalla routine e dalla fatica, cosa resta loro da fare?

Va tracciato e reso percorribile il passaggio dal lavoro all’ideazione. Lavorare porta le persone a dimenticare sé stesse e a nascondere la testa sotto la sabbia, scriveva l’umanista Aldous Huxley (1894-1963) nel 1928. Nel 1936, lo scrittore e poeta Cesare Pavese (1908-1950) consigliava, nella sua raccolta di poesie Lavorare stanca, di guardare con più attenzione alle rappresentazioni degli uomini al lavoro. Huxley e Pavese hanno anticipato il momento in cui far indossare ai lavoratori l’abito mentale degli ‘ideazionari’. Costoro traducono le idee in azione, concependo modi rivoluzionari di progettare e operare per fornire prodotti e servizi e vedere il mondo. La loro è un’esperienza umana vivibile, collettiva, co-creativa (trasferiscono i pensieri da una mente all’altra), costruttiva e transdisciplinare. Gli ideazionari arricchiscono la cultura dell’intuizione e dell’immaginazione, dell’empatia verso la società e il pianeta. Educano i giovani a farsi guidare dal bene e incorporare la comunicazione nell’azione attraverso la visione, la progettazione dell’esperienza vissuta, i modelli mentali e le metafore significative. Spetta agli studiosi farsi carico criticamente di questa visione, affinché le nuove generazioni possano frequentare aule e laboratori di ricerca sul modello della Bottega rinascimentale. Lì gli allievi erano co-creatori rivoluzionari piuttosto che meri esecutori di compiti assegnati dall’alto.







Entriamo nella Galleria della Mente……..

È qui che incontriamo gli ideazionari, gli atleti per eccellenza della ginnastica mentale e del progresso sociale alimentato da uno sviluppo economico sostenibile e rispettoso dell’ambiente nell’attuale momento di certezza dell’incertezza sui cambiamenti rivoluzionari in corso. Sono loro che esplorano territori cognitivi vergini dove generare idee e indirizzarle verso un’imprenditorialità accessibile e inclusiva. La cognizione (la ricerca di una nuova percezione) e la conazione (il passaggio all’azione) rafforzano il potere ideativo della mente. Gli ideazionari sono collegati agli acquirenti per co-ideare prodotti e servizi – uno scenario completamente diverso da quello che la fabbrica fordista ha disegnato, azzerando il potenziale imprenditoriale del lavoratore. Dall’intreccio tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, gli ideazionari ottengono prestazioni superiori acquisendo nuove conoscenze altrimenti non ottenibili. Il salto più impegnativo è la transizione delle persone da risorse da sfruttare adattandole al posto di lavoro a esseri umani che valorizzano le associazioni di idee, frutto della loro immaginazione. Gli ideazionari contribuiscono all’imprenditorialità creativa sotto forma di imprese ad alta intensità di conoscenza, non vincolate dalla geografia e dalla cultura.

Occupazione nell’industria in % dell’occupazione civile in ordine di diminuzione della quota dal 1970 al 2019

……dove si svolgono inediti giochi d’imprenditorialità

Per molto tempo i giochi d’imprenditorialità si sono organizzati secondo una serie di regole cavillose che hanno fatto perdere al gioco creatività e spontaneità, e hanno trascurato il valore delle qualità umane dei giocatori e della stima reciproca. La rivoluzione digitale e cognitiva apre nuove prospettive imprenditoriali che vanno oltre il sostegno e il miglioramento dei modelli di business esistenti. Gli spiriti inquieti abbandonano il campo del sapere disseminato di molti pozzi di conoscenza frazionata, superspecializzata e regolata. Credere che la spontaneità della sorpresa nel viaggio verso il nuovo mondo digitale possa essere progettata secondo regole precise equivale a perdere la serendipità, l’arte della scoperta casuale le cui sensazioni ed emozioni favoriscono l’immaginazione necessaria a risolvere i problemi posti dalla trasformazione. Angosciati dall’incertezza del loro futuro, i lavoratori mettono in discussione la trasformazione, temendo che l’era concettuale possa portare all’automazione del cervello come la prima rivoluzione industriale ha automatizzato i muscoli.

Con l’occhio del detective, spetta agli evangelisti dell’imprenditorialità trasformativa aprire percorsi di incertezza e abituare le persone coinvolte nel cambiamento a seguirli. Gli ideazionari si sforzano di realizzare l’imprenditorialità trasformativa sperimentando un percorso sfuggente piuttosto che preciso. Nuove competenze cognitive li accompagneranno nel viaggio da una cultura del “noi vinciamo, loro perdono” a una cultura dell’interdipendenza, del “vinciamo tutti insieme – noi umani e tutte le altre specie viventi”. La “vittoria contro” può portare guadagni di produttività a breve termine al vincitore, ma questa vittoria, a lungo termine, causerà fragilità e mancanza di vitalità. Il bilancio dei danni è ancora più grave se si aggiungono le conseguenze indesiderate dell’estrazione delle risorse naturali più velocemente di quanto queste possano rigenerarsi.

Intelligenza artificiale: un supporto per le imprese

Nella Galleria della Mente gli ideazionari fronteggiano l’intelligenza artificiale nel ruolo di Robur il Conquistatore

Gli ideazionari si concentrano sul disaccordo intelligente piuttosto che sul consenso passivo, e il contrarianismo costruttivo si traduce in un accordo che è un veicolo di trasformazione. Pensato per il mondo soggettivo e qualitativo della possibilità, non per quello matematico e statistico della probabilità, il linguaggio condiviso dell’incertezza facilita il consenso. Nuove tecnologie e metriche, apprendimento e sperimentazione permettono agli ideazionari di arrestare il pensiero convenzionale che assomiglia alla pianta parassita dell’abitudine morbosa. Non c’è altra alternativa alla regressione verso la mediocrità. Ciò che si deve cogliere da questa esposizione è che il cervello è un vasto e profondo mare di memoria.

Navigando in quel mare, gli ideazionari ricordano cosa è successo in passato all’apparire di innovazioni dirompenti. Hanno in mente il potere di Robur il Conquistatore, un personaggio della fantasia di Jules Verne. Robur è l’ingegnere costruttore di una macchina volante rivoluzionaria. Robur è ambizioso, prepotente e incurante della libertà degli altri. L’intelligenza artificiale del Robur di oggi è concepita come una tecnica che deve funzionare, indipendentemente dalle sue conseguenze? Lo Stato, le forze di mercato e il contesto sociale regolano l’attività umana. La preoccupazione di perdere il controllo dei sistemi digitali in continua evoluzione sta crescendo nelle nostre menti. La conseguenza sarebbe l’ascesa di uno stato di sorveglianza con l’intelligenza artificiale regolatrice delle nostre vite. Sempre meno lavoratori; indifferenza e ombre fitte a circondare gli ideatori in azione rivoluzionaria: è così che appassisce la vita. Per evitare che ciò accada, la conversazione sugli ideazionari qui proposta va estesa e approfondita.

*Piero Formica, Professore di Economia della conoscenza e Senior Research Fellow dell’International Value Institute della Maynooth University (Irlanda), ha vinto l’Innovation Luminary Award 2017, assegnato dall’Open Innovation Science and Policy Group sotto l’egida dell’Unione Europea “per il suo lavoro sulla moderna politica dell’innovazione”. Dirige la Summer School del Contamination Lab dell’Università di Padova ed è docente del Master “Open Innovation Management” della stessa Università














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