Stimolare le imprese nelle attività di r&s in ambito automotive: la partecipazione di Enea al Consorzio Mobas 4.0

di Marco de’ Francesco ♦︎ L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ha svolto un compito interdisciplinare nel progetto: condividendo con i partner industriali della propria competenza e esperienza nel campo della mobilità sostenibile. Servizi e tecnologie per il potenziamento dell’infrastruttura: capillarità della rete di stazioni per la ricarica. Disseminazione dei risultati: workshop, pubblicazioni. Il programma “Mobilità sOstenibile in BASilicata 4.0”: finanziato dalla Regione Basilicata con il contributo dell’Ue. Ne parliamo con Piero De Fazio

Pianificare la distribuzione dell’infrastruttura per la ricarica delle auto green (le “colonnine”) sul territorio lucano, per consentirne l’impiego anche su tragitti non consueti, e fornire un’alternativa a chi non possiede un garage. È il principale contributo “pratico” che l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha fornito nel contesto del progetto di R&D Mobas 4.0 (acronimo di “Mobilità sOstenibile in BASilicata 4.0”), uno dei dieci co-finanziati nel 2021 dalla Regione Basilicata (nell’ambito dell’asse I – ricerca, innovazione e sviluppo tecnologico del Po Fers 2014-2020, azione 1B.1.2.1.). Il progetto è stato realizzato con il contributo dell’Unione Europea. Nell’ambito dello stesso piano Enea ha svolto nel progetto un ruolo trasversale a tutte le attività, mettendo a servizio dei partner industriali il proprio know how e la propria esperienza nel settore della mobilità sostenibile ed in particolare di quella elettrica; inoltre, ha svolto attività di disseminazione dei risultati, con workshop, pubblicazioni e altro.

L’Enea è presente sul territorio regionale con il Centro di ricerche Trisaia, a Rotondella (Matera), attrezzato per fare ricerca e sviluppo, su scala ingegneristica e preindustriale, su una grande varietà di attività: ingegneria avanzata per lo sviluppo ecosostenibile; servizi tecnico-scientifici avanzati; centri di innovazione integrata. Trisaia è anche sede legale e operativa di alcune società partecipate, tra cui il Consorzio Train. Il Centro, con oltre 100 ettari di estensione, ha al proprio interno 60 edifici, 20 laboratori, 15 impianti pilota, 8 hall tecnologiche e ha 144 dipendenti. L’obiettivo di Mobas 4.0 era quello di sviluppare nuove soluzioni tecnologiche legate al settore automotive per migliorare i servizi della mobilità sostenibile pubblica e privata, e per creare i presupposti di una rafforzata competitività del sistema produttivo della Basilicata. Pertanto, le attività di ricerca e sviluppo sperimentale hanno riguardato ad esempio la pianificazione delle citate “colonnine” di ricarica per le auto green; una piattaforma e delle App per prenotare le corse del trasporto pubblico locale; una “carrozzina” per disabili geolocalizzata, sensorizzata per evitare ostacoli e per raccogliere informazioni sullo stato di salute degli utenti; un prototipo di bus elettrico dotato di intelligenza artificiale e lo sviluppo di tecnologie finalizzate al recupero delle parti metalliche ad alto valore e ad elevato impatto ambientale, nonché quello di un sistema “second life” per accumulatori già impiegati nella trazione elettrica. (Per maggiori informazioni sul progetto Mobas 4.0, leggere questo articolo di Industria Italiana).







Le attività hanno avuto inizio nel gennaio 2022 e sono terminate nel dicembre 2023. Capofila del progetto è stata la C.o.m. Società Cooperativa Officine Meccaniche di Palazzo San Gervasio (Potenza); a parte l’Enea, erano della partita la cooperativa di ingegneri elettronici Coing di Matera, iI Consorzio Train “Consorzio per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per il TRAsporto INnovativo” di Rotondella (Matera), il Gruppo Digimat di Matera (aerospaziale, Ict), la start-up innovativa Luxant (trasformazione digitale, sempre a Matera), la Plasticform di San Nicola – Melfi (Potenza) e l’Università della Basilicata. Ne abbiamo parlato con Piero De Fazio, ricercatore dell’Enea responsabile del progetto Mobas 4.0.

D: Quali obiettivi ha perseguito l’Enea con Mobas 4.0? A quali esigenze si intende rispondere? Quali competenze particolari può portare l’Enea?

Piero De Fazio, ricercatore dell’Enea e responsabile del progetto Mobas 4.0

R: Enea è un organismo di ricerca radicato sul territorio regionale, dotato di laboratori all’avanguardia nei diversi settori di ricerca in cui è impegnata oramai da anni. Per la sua storia, i collegamenti di Enea con le imprese sono molto stretti e su di esse principalmente ricadono le conseguenze della ricerca svolta nei laboratori. La condivisione di obiettivi comuni tra mondo della ricerca e imprese nel Cluster Automotive regionale ha quindi “naturalmente” portato a pensare e sviluppare un progetto assieme: appunto il Mobas 4.0 che ha quindi consentito al settore imprenditoriale regionale di poter “fare” ricerca e sviluppo anche non disponendo di grandi mezzi per poter operare in autonomia, in modo da presentarsi sul mercato con maggiori chance ed un bagaglio di innovazione significativo. Riassumendo: l’obiettivo è stato quello di contribuire a sviluppare nuove soluzioni tecnologiche connesse al settore Automotive per migliorare i servizi della mobilità sostenibile pubblica e privata, partecipando alla realizzazione di concreti presupposti di una più rafforzata competitività del sistema produttivo Lucano.

D: Enea ha giocato un ruolo interdisciplinare nel progetto, condividendo con i partner industriali la propria competenza e esperienza nel campo della mobilità sostenibile, con un focus specifico sulla mobilità elettrica. La sua partecipazione ha coperto tutti i Work Package (i diversi ambiti operativi). Nel concreto, come è avvenuta questa attività generale? Cosa ha fatto l’Enea da questo punto di vista?

R: Enea mette il proprio know how nei diversi settori a servizio del progetto, anche consigliando e guidando chi ne avesse bisogno nell’esperienza di ricerca che il progetto Mobas 4.0 realizza concretamente.

D: Perché Enea ha aderito a Mobas?

Il percorso del progetto Mobas 4.0

R: Ci si ricollega a quanto già detto: si intendeva supportare le imprese nelle attività di Ricerca e Sviluppo stimolando la nascita di nuovi progetti imprenditoriali in grado di determinare ricadute sul territorio regionale in termini economici, occupazionali, sociali.

D: Enea era responsabile del Wp2 – Servizi e tecnologie per il potenziamento dell’infrastruttura a supporto della mobilità sostenibile nel territorio lucano. Qual era l’attività di Enea in questo settore?

R: Il Wp2 affronta innanzitutto il tema della mobilità sostenibile regionale dal punto di vista dell’impiego di mezzi elettrici, sia pubblici che privati: Enea ha studiato la presenza sul territorio regionale dell’infrastruttura materiale vera e propria (le cosiddette “colonnine”) e le possibilità di potenziamento in termini di diffusione sul territorio. La capillarità della rete di stazioni per la ricarica è uno degli elementi fondamentali per la diffusione dell’elettrico; un adeguato numero di colonnine può consentire l’impiego dei veicoli anche su tragitti non consueti e fornire un’alternativa a chi non possiede un garage in cui installare una Wall Box o non ha accesso a uno spazio condominiale di ricarica.

D: Enea era responsabile del Wp7 – Disseminazione. Qual era l’attività di Enea in questo settore? Cosa è stato realizzato in questo campo grazie ad Enea?

Le competenze di Enea a servizio del progetto Mobas. Enea si occupa anche della disseminazione dei risultati. Un’attività importante per: generare interesse negli obiettivi del progetto; attirare l’attenzione delle autorità regionali o dei fondi di investimento pubblici o privati sul risultato della ricerca; contribuire al Piano Strategico per la crescita digitale; supportare la diffusione di nuovi modelli di mobilità sostenibile come gli output previsti dal progetto, come la carrozzina in foto; e valorizzare gli ambiti tecnologici di eccellenza lucani

R: Il Wp7 riguarda lo svolgimento di attività di disseminazione attraverso le quali dare risalto alle finalità del progetto ed ai risultati conseguiti dai partner. È quindi stato realizzato un sito web, sono stati organizzati workshop sulla mobilità sostenibile e sui vantaggi che essa può comportare sull’ambiente, sono stati pubblicati articoli scientifici e divulgativi per descrivere i risultati conseguiti all’interno del progetto. Le attività di disseminazioni sono importanti per: generare interesse negli obiettivi del progetto; attirare l’attenzione delle autorità regionali o dei fondi di investimento pubblici o privati sul risultato della ricerca; contribuire al Piano Strategico per la crescita digitale; supportare la diffusione di nuovi modelli di mobilità sostenibile come gli output previsti dal progetto (bus elettrico e carrozzina); e valorizzare gli ambiti tecnologici di eccellenza lucani.

D: Quali risultati vi attendete da Mobas 4.0?

R: I risultati sono legati alle molteplici attività sviluppate nel progetto che è stato “costruito” volutamente in maniera modulare. Quindi, alla luce di questo i risultati attesi dal progetto, ovviamente inquadrati in un contesto regionale, sono quelli di sviluppare servizi e tecnologie per il potenziamento dell’infrastruttura a supporto della mobilità elettrica e per migliorare la mobilità urbana per diversamente abili; nonché, di fornire servizi avanzati per la mobilità sostenibile. Ancora, di sviluppare tecnologie meccaniche di trazione connesse alla mobilità elettrica e soluzioni in termini di metodologie e processi per il recupero dei metalli ad alto valore e ad elevato impatto ambientale dalle celle elettrochimiche destinate alla mobilità elettrica. Infine, di coinvolgere i cittadini, assieme al mondo imprenditoriale, nella promozione a livello regionale della “cultura della mobilità sostenibile”.

D: Cosa significa per voi operare in Basilicata? Quali sono le differenze rispetto ad altri territori?

R: Enea è un ente di ricerca nazionale organizzato sull’intero territorio in centri di ricerca, tutti in collegamento tra di loro e con il mondo della ricerca nazionale ed europeo. Operare in Basilicata è del tutto simile a come si lavora in Lazio o in Emilia. La ricerca non ha confini e questi non determinano limitazioni alla ricerca.














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