La media company Bea compie 3 anni: in arrivo nuova identity, sito web e testata giornalistica. Obiettivo: superare i 2 milioni di fatturato

Tra le aziende che hanno scelto la società di narrazione strategica spiccano tra gli altri A2A, Terna, Webuild, Key2people, STMicroelectronics, Sella e Intesa Sanpaolo, senza dimenticare le partnership con I Mille, Dalk e Chora Media

L’analisi dei dati e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sono interpretati da Bea come grandi opportunità per arricchire il lavoro di esperti di comunicazione, storytellers, creativi e designer

Fondata nel 2021 da Marco Bardazzi e Salvatore Ippolito, a cui si è aggiunto Corrado Paolucci, Bea – Be a Media Company spegne quest’anno la terza candelina, rinnovando la sua identità e lanciando una testata giornalistica dedicata alla comunicazione d’impresa, “Cipolla”. Nata per accompagnare aziende, istituzioni, organizzazioni e personaggi pubblici nella creazione di una narrazione efficace e autentica del proprio brand (attraverso la realizzazione di uno storytelling genuino e reale), la sua vocazione è quella di aiutare le aziende a navigare il cambiamento con il potere delle storie, supportando le organizzazioni a raccontarsi con gli strumenti delle media company internazionali.

Bea si propone come la casa della narrazione strategica d’impresa, grazie a un team con competenze trasversali che unisce le tecniche giornalistiche alla capacità di parlare fluentemente i “linguaggi” delle varie piattaforme digitali. Un approccio che in questi anni ha portato le quindici persone della squadra di Bea e il vasto network dei collaboratori a realizzare progetti editoriali e di narrazione strategica per grandi gruppi e realtà piccole e medie del panorama imprenditoriale italiano e internazionale. Le partnership con I Mille, Dalk e Chora Media hanno permesso di realizzare soluzioni di comunicazione di alto profilo, tra gli altri, per A2A, Terna, Webuild, Key2people, STMicroelectronics, Sella, Intesa Sanpaolo e Gruppo Teddy. La media company entra nel quarto anno di vita innovando i propri strumenti narrativi, sperimentando le nuove opportunità offerte dall’AI e approfondendo la vocazione a esplorare nuovi territori della comunicazione. Un approccio che ha permesso una continua crescita della squadra e del fatturato, che dopo i circa 2 milioni di euro del 2023 punta a superare abbondantemente quella soglia nel 2024.







«Le piccole e grandi storie restano la cifra distintiva del nostro mondo e lo strumento attraverso cui le imprese possono creare un rapporto sincero e profondo con le proprie community. Noi come Bea aiutiamo le aziende a superare la Fomo del proprio settore e più in generale sulla società, con un approccio strategico di lungo periodo e attraverso progetti editoriali di forte impatto. Abbiamo tantissimi piani per il futuro e stiamo maturando conoscenza e coscienza dell’AI come sparring partner per la costruzione delle grandi storie, che restano la cifra distintiva del nostro mondo» – commenta Salvatore Ippolito, ceo e co-founder di Bea.

Bea si propone di superare le sfide comuni del settore, come la fuga dal cliché dell’essere solo un fornitore di servizi, definendosi come partner strategico dei propri clienti, attraverso un dialogo autentico che aiuti le aziende a restare al passo con il cambiamento, offrendo supporto nella comprensione dei tempi e dei mezzi di comunicazione, attraverso le transizioni digitali e sociali. Il sito web rinnovato, il magazine “Cipolla”, i social media dedicati e altri strumenti in arrivo si propongono quindi come un vero e proprio osservatorio sulle potenzialità della comunicazione “owned”, per aiutare aziende, istituzioni e organizzazioni a riappropriarsi della propria narrazione e a raccontarsi in modo efficace nel complesso scenario degli Anni Venti.

L’analisi dei dati e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sono interpretati da Bea come grandi opportunità per arricchire il lavoro di esperti di comunicazione, storytellers, creativi e designer, che lavorano fianco a fianco con data analyst e data scientist nell’affrontare progetti al passo con l’innovazione e portare valore reputazionale ai clienti.

«In Bea consideriamo già l’AI come parte del team: insieme all’analisi dei dati, ci permette infatti di confrontare moltissimi input per avere un quadro della situazione più chiaro, di analizzare il comportamento ed i percorsi dei clienti, fornendo informazioni utili per le strategie. Il nostro punto di forza resta sempre la creatività delle nostre persone e un approccio “sartoriale” e non standardizzato alle esigenze di comunicazione dei clienti, ma viviamo l’AI come un’opportunità di arricchire ancora di più la nostra offerta», sostiene Marco Bardazzi, co-founder di Bea.














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