La pandemia non ha fermato Marchesini, gruppo da 441 milioni di fatturato, che oltre ad avere mantenuto le prospettive economiche, ha finalizzato due nuove partecipazioni e un’acquisizione.
«Queste operazioni permetteranno alle aziende interessate di incrementare la propria quota di mercato e a Marchesini di rafforzarsi ancora su due segmenti imprescindibili per il suo business, quello dell’automazione e del controllo dei processi produttivi. Due settori che avranno per noi sempre priorità perché consentono ai nostri clienti di ottenere un pieno beneficio in termini di performance e qualità delle linee», spiega Pietro Cassani, amministratore delegato di Marchesini.
La prima acquisizione è relativa a Carlo Corazza, azienda da 2 milioni di fatturato con la quale il gruppo collabora da tempo, specializzata in lavorazioni meccaniche di precisione e processi speciali. La seconda riguarda Fmv, impresa toscana con fatturato di 800.000 euro che produce piccole macchine automatiche e componentistica per il settore farmaceutico, diagnostico, cosmetico ed alimentare. La terza realtà che entra nel gruppo è Auteco Sistemi, software house di Pavia specializzata nello sviluppo di soluzioni nel campo dell’automazione, del controllo di processo e della digitalizzazione dei flussi operativi.
Queste acquisizioni si inseriscono nella strategia sempre più vitale di interconnettere la meccanica con la robotica ed il software, la manifattura con la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale.
«È indispensabile, per noi come Marchesini e per l’Italia come paese, che l’intera filiera delle imprese italiane fornitrici venga consolidata per garantirne crescita dimensionale e geografica», ha dichiarato Maurizio Marchesini, presidente di Marchesini. «Si tratta di un ecosistema prezioso ma fragile, che va supportato con processi aziendali più efficienti, investimenti costanti e sostenibili, un accrescimento delle competenze tecniche e manageriali e con la garanzia di una corretta etica dei comportamenti nei rapporti economici. Senza tralasciare la rimodulazione degli incentivi legati all’Industria 4.0, per rendere la tecnologia disponibile a tutte le aziende».