Carlyle torna all’attacco di Maccaferri: proposto l’acquisto della totalità delle quote

Il fondo di private equity vuole acquisire la totalità delle Officine. L’offerta è stata formalizzata alla holding Seci. Gli investitori hanno in mano le obbligazioni, propongono un prestito ponte di 40 milioni e non vorrebbero spezzettare il gruppo.

La sede del Gruppo Maccaferri

Nuovo episodio della saga Maccaferri. Dopo l’interesse del colosso delle costruzioni francesi Vinci, Carlyle torna all’attacco della storica azienda bolognese controllata da Seci.

Infattiil 26 settembre la holding della famiglia Maccaferri ha ricevuto un’offerta vincolante per l’acquisto della totalità delle azioni delle Officine, presentata da un gruppo di investitori titolari della maggioranza delle obbligazioni senior 5,75% con scadenza 2021, composto da Carlyle Global Credit Investment Management, Man Glg e Stellex Capital Management (Ahg).







Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, l’offerta è accompagnata da un finanziamento ponte da 40 milioni di euro, da erogare entrola fine di quest’anno. Inoltre, Ad-Hoc Gruop manterrebbe l’attuale integrità del gruppo e delle varie società controllate.

 

La crisi del Gruppo Maccaferri

La crisi di Maccaferri è stata determinata dalle attività estere nel settore energia, che hanno creato un’esposizione debitoria tale da determinare una richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Bologna il 31 maggio 2019. Bisognerà attendere gennaio 2021 per l’omologa del piano e per l’approvazione delle banche creditrici. Ma si tratta di una mera ratifica. Le Officine Maccaferri finiscono nelle mani della multinazionale americana di private equity Carlyle (guidata in Italia da Marco De Benedetti), che insieme ad altri soci finanziari ha trovato i capitali per acquisire la storica industria bolognese. Sarà una transizione legata alla ristrutturazione e poi ci sarà un ulteriore nuovo proprietario.

Il piano di concordato in continuità è accompagnato da un intervento di Ad-Hoc Gruop – gruppo di tre investitori internazionali, Man Glg, Stellex Capital Management e Carlyle, che è di fatto il dominus dell’operazione; l’azione di nuova finanza prevede: per Seci, l’erogazione di nuova finanza per 10 milioni di euro; per Officine Maccaferri, l’iniezione di nuova finanza per 60 milioni di euro; per Samp, il conferimento di denaro fino a 25 milioni. La proposta di Ahg è stata accettata il 20 marzo da Seci. Ciò però comporterà grossi cambiamenti proprietari una volta che tutta la procedura sarà conclusa.

Seci, la cassaforte dei Maccaferri, resterà padrona della meccanica, vendendo una quota di Samp non superiore al 10%; ma cederà quasi in toto l’ingegneria ambientale, visto che Ad-hoc Group acquisirà il 96% delle quote di Officine Maccaferri. Che facevano quasi la metà del fatturato del gruppo e ne rappresentava l’origine e il cuore produttivo. In vista di ciò, Ahg, tramite il Cda di Officine Maccaferri, ha già nominato un chief restructuring officer, Sergio Iasi, che dispone di un’esperienza pluriennale nell’ambito della ristrutturazione d’impresa e al quale sono state attribuite le deleghe per la revisione del piano industriale e finanziario della società.














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