Da un’idea della start-up italiana Moi Composites è nata Mambo, la prima barca realizzata con una stampante 3D robotizzata. A occuparsi della sua produzione sono i robot Kuka che nello stabilimento di Autodesk a Birminghan realizzano la prima metà dell’imbarcazione. Questa viene poi spostata a Milano, dove un robot Kr Quantec (sempre di Kuka) completa la seconda metà prima di consegnarla ai cantieri navali dove verrà rifinita. Le singole parti vengono aggiunte strato dopo strato, in modo da realizzare una struttura semplice senza suddivisione del ponte. Con questa realizzazione in due sedi separate, i produttori intendono dimostrare la potenza della stampa 3D con robot industriali, che ha nella flessibilità della produzione in loco un punto di forza. Questa procedura è basata su cloud, in modo che il team di Moi Composites possa continuamente monitorarne l’andamento.
In Mambo tutte le singole componenti sono prodotte da fibre di vetro, stampate in 3D con la procedura Continuous Fiber Manufacturing (Cfm) brevettata da Moi Composites. Questa innovativa procedura di stampa 3D inizia da un modello tridimensionale, che viene elaborato tramite software e realizzato poi con robot come il Kr Quantec.
La procedura Cfm consente da una parte di risparmiare il peso inutile, e d’altra parte di stampare un nucleo che renda più stabile la barca. La tecnologia offre anche molti vantaggi, tra cui l’indurimento in tempo reale, senza necessità di utilizzare forme predeterminate. Questo consente di contenere i costi, abbassando il punto di pareggio per le imprese anche con commesse di piccole dimensioni, che possono persino essere personalizzate.
«L’intento di stampare una barca in 3D è quello di offrire l’opportunità di vivere il mare in modo personalizzato. Moi estende le possibilità di design creando una barca personalizzata secondo i desideri del proprietario», ha dichiarato Gabriele Natale, amministratore delegato e fondatore di Moi Composites.