Tra elettrificazione e guida autonoma: che cosa c’è nel futuro di Kia?

di Marco de' Francesco ♦︎ Sono 4 i driver di crescita del carmaker (Gruppo Hyundai) in Italia: macchine connesse, e-car, pbv, autonomous driving. L’obiettivo è mantenere la quota di mercato del 3,01%. Il prossimo passo? Diventare fornitore di “soluzioni di mobilità”... Ne parliamo con Giuseppe Bitti

Kia Optima Sw Gt-Line

È centrale, nella strategia di crescita di Kia, lo sviluppo del Pbv (purpose built vehicles). Kia è un carmaker sudcoreano partecipato (33,88%) del colosso Hyundai (che ha anche il brand Genesis); con revenue pari a 56 miliardi di dollari e oltre 52mila dipendenti, Kia è guidato dal presidente e Ceo Song Ho-Sung. A livello globale, Kia prevede di incrementare le vendite dagli attuali 3,15 milioni ai 4 milioni di auto del 2030, con un aumento del 27%. Alla base del forecast, una precisa strategia, il “Piano S”, che punta alla graduale trasformazione dell’azienda in fornitore di “soluzioni di mobilità”: soprattutto in ambito urbano, e nei segmenti in cui Kia è più forte (A, B, e C), il modello proprietario è destinato via-via a declinare a favore di altre modalità di utilizzo, come il noleggio o il car-sharing, che saranno strettamente collegate ai trend fondamentali dell’automotive, l’elettrificazione e la guida autonoma. Ecco, il Pbv mette insieme tutto questo.

Ma che cos’è il Pbv? Con l’elettrificazione (e Kia prevede di produrre, nel 2030, 1,2 milioni di auto green) le macchine saranno costruite sopra la stessa piattaforma, contenente i sistemi di propulsione, di trasmissione e la batteria. Potranno dunque essere fortemente personalizzate in base alla funzione che sono destinate ad assolvere: ad esempio, il trasporto delle persone e quello delle merci leggere. In questo contesto, il guidatore diventa sempre più inutile, perché occupa spazio prezioso. Kia sarà pronta, nel 2030, per realizzare auto che si gestiscono da sole.







In Italia, Kia è una realtà commerciale, non industriale: le “fabbriche” sono altrove, in Slovacchia per la produzione europea – anche se l’azienda si serve della componentistica del Belpaese. Qui ha raggiunto una quota di mercato pari al 3,01%, un po’ inferiore a quella media europea (4,5%) e assai inferiore a quella conseguita in altri Paesi: in Regno Unito è il marchio numero uno, in Svezia è secondo solo a Volvo, in Spagna è primo nel canale privato. La strategia per l’Italia è anzitutto tenere la posizione conseguita; ma l’arretratezza del Paese, quanto a infrastrutture per l’elettrico e per altro, pone alcuni punti interrogativi. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Bitti, managing director & Coo di Kia Italia.     

 

I driver per la crescita di Kia

1)     Macchine connesse come smartphone

Giuseppe Bitti, managing director & Coo di Kia Italia

«L’auto sarà sempre più connessa, come uno smartphone, perché la connettività consente all’utente di disporre di tutta una serie di servizi di grande impatto» – afferma Bitti. La connettività in Kia ha diverse declinazioni. Già nel 2017 l’azienda ha sviluppato il Kia Remote Assitant, un sistema basato sulla piattaforma di trasmissione dei dati Atlas (advanced telematic & location automotive system) che consentiva di tenere sotto controllo l’auto (dal proprio Pc o smartphone) ovunque si trovasse: quando è al parcheggio, quando è guidata da terzi. In buona sostanza, era possibile ottenere in real time e h24 dati relativi a queste circostanze: consumi, localizzazione, sosta, allarmi satellitari, diagnostica, cruscotto virtuale, marcia, archivio storico dei percorsi. Era infine possibile acquisire una valutazione dello stile di guida, e localizzare l’officina Kia più vicina al mezzo. Tutto questo era presente già nel 2017, come accennato, ma nel corso del tempo l’offerta si è evoluta.

Partendo dalla base del Kia Remote Assistant, oggi Kia propone alla propria clientela i servizi di Kia Connect Live, un sistema integrato di infotainment che  mette a disposizione del conducente  informazioni in tempo reale su limiti di velocità, meteo, traffico e altro ancora, direttamente sul display del veicolo. Ma non solo: grazie all’app dedicata Kia Connect è in grado di comunicare con la propria vettura in remoto, consentendo la gestione delle funzioni di ricarica, gestione del climatizzatore nonché verificare lo stato di autonomia residua nel caso di automobili elettriche o plug-in. Per il futuro, l’azienda godrà degli sviluppi sul tema che il gruppo Hyundai sta portando avanti: si prevede di sviluppare auto connesse simili a quelle dei computer ad alte prestazioni, collegando auto, case, aree circostanti, dispositivi intelligenti e persino città.

 

2)     L’elettrificazione

Kia Optima Sw plug-in hybrid. Su elettrificazione e servizi per la mobilità, entro il 2025 saranno 87 i miliardi di dollari investiti dal Gruppo Hyundai, dei quali 25 miliardi attraverso il marchio Kia. Kia punta all’aumento della vendita di veicoli ecologici inclusi BEV, veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) e veicoli elettrici ibridi (HEV)

Su elettrificazione e servizi per la mobilità, entro il 2025 saranno 87 i miliardi di dollari investiti dal Gruppo Hyundai, dei quali 25 miliardi attraverso il marchio Kia. Kia punta all’aumento della vendita di veicoli ecologici inclusi BEV, veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) e veicoli elettrici ibridi (HEV). La percentuale di auto eco-friendly passerà, infatti, dal 17% delle vendite totali nel 2022 al 52% nel 2030. «Non è, come possono immaginare i più, una strategia diretta esclusivamente all’Europa. Certo, nel Vecchio Continente la politica della Commissione Europea e quella dei singoli Stati hanno posto dei limiti molto stringenti alle emissioni dei veicoli; pertanto per i carmaker l’elettrificazione su larga scala è diventato un mezzo per evitare pesanti sanzioni. E in certi Paesi, come quelli del Nord Europa, acquistare un’auto a benzina o a gasolio non conviene più, per via dei tanti limiti imposti alla circolazione di questo mezzo. Ma anche in certi Stati degli Usa, come la California e la Florida, si assiste ad una crescente sensibilità sul tema green; e in Cina, a causa dell’inquinamento delle metropoli, la modalità elettrica è in crescita. In Corea del Sud, infine, il trend green è al rialzo» – afferma Bitti.      

L’elettrificazione è già iniziata con l’introduzione di EV6, il cavallo di battaglia di Kia, un cross-over con 510 km di autonomia e batterie al litio da 800 volt che si ricaricano in 18 minuti. «La versione la versione GT da 586 CV può accelerare da 0 a 100 km all’ora in 3,5 secondi con una velocità massima di 260 km all’ora» – afferma Bitti. Insomma, la macchina è stata disegnata per fare concorrenza alla Tesla. Kia prevede di introdurre due o più nuovi veicoli elettrici ogni anno dopo il 2023, seguendo il grande crossover Kia EV9 che dovrebbe essere rilasciato nel 2023. Al 100% elettrica, quest’auto sarà dotata di un tetto panoramico, di un display da 27 pollici, di un pannello solare integrato nel cofano e di interni realizzati in materiali sostenibili. Avrà un’autonomia di circa 540 km. Successivamente, prevede di dar vita ad una gamma di 14 veicoli completamente elettrici entro il 2027. La base per l’elettrificazione è la piattaforma, lo skateboard attorno al quale vengono piazzati tutti gli elementi fondamentali di un veicolo green: motogeneratori, batteria, elettronica di gestione, trasmissioni, sistemi di ricarica, sono disposti su un telaio leggero e resistente, e sono vicendevolmente integrati per ottimizzare gli ingombri. La standardizzazione è centrale: la piattaforma sarà basata su sistemi modulari in grado di modificare in modo flessibile il design e lo spazio interno. 

 

3)     PBV, i veicoli commerciali leggeri ad utilizzo urbano

Kia EV6 GT

L’altro pillar della crescita è il PBV. Ma che cos’è, esattamente? «L’ecosistema del settore della mobilità sta cambiando molto rapidamente. L’idea di condividere un’auto invece che possederla si sta diffondendo, e infatti servizi come il car-sharing e il ride-hailing (quando un cliente ordina una corsa personalizzata online tramite un’applicazione per smartphone. In sostanza, è simile a un servizio taxi) sono in crescita. Anche il settore dell’ultimo miglio delle consegne sta proliferando, con l’e-commerce. Inoltre, come si è già detto, le stringenti normative ambientali nei paesi sviluppati come gli Stati Uniti e l’Europa stanno accelerando la transizione verso una mobilità ecologica. Mettendo tutto questo insieme, si comprende perché Kia punta ai Pbv eco-compatibili» – afferma Bitti. In pratica: con la diffusione dell’elettrico, le macchine, come si è già notato, sono fabbricate sulla stessa piattaforma; la base è la stessa, ma i veicoli possono essere molto diversi. Ecco, per Pbv si intende un veicolo dalla struttura semplice, compatto, studiato non in base al gusto del guidatore, ma in rapporto alla finalità di utilizzo. È pensato per la città.

Ad esempio, si pensi ad un veicolo (elettrico e a guida autonoma) studiato per il trasporto delle persone. Secondo Kia, ci si inserisce in un settore molto promettente: a livello globale, i servizi di condivisione della mobilità dovrebbero esplodere da 1,2 milioni di unità nel 2021 a 4,9 milioni di unità nel 2030. Kia vuole essere della partita. Si pensi poi ai veicoli commerciali leggeri. Sono quelli con una carrozzeria bassa e porte scorrevoli, e quindi con una struttura che facilita sia il carico-scarico che la guida; sono economici, e a differenza dei grandi camion che operano principalmente su lunghi percorsi, sono utilizzati per la logistica urbana di breve distanza. Secondo Kia, il mercato europeo dei veicoli commerciali leggeri dovrebbe crescere costantemente fino al 2027; ma ci sono buone prospettive in Usa, Canada e Messico. Si tratta di fare evolvere il veicolo commerciale leggero in Pbv, con l’elettrico e con la guida autonomaIn realtà, si possono immaginare molteplici personalizzazioni per soddisfare scopi specifici dei clienti.    

 

4)     Kia è lanciata verso la guida autonoma

Kia Optima sw plug-in hybrid. Con l’elettrificazione (e Kia prevede di produrre, nel 2030, 1,2 milioni di auto green) le macchine saranno costruite sopra la stessa piattaforma, contenente i sistemi di propulsione, di trasmissione e la batteria

«Ci sono vari livelli di guida autonoma, e ora siamo al secondo livello in una scala di cinque: la macchina svolge da sola alcune funzioni fondamentali. Ad esempio, frena in caso di emergenza. Quanto alla guida senza conducente, la vedremo nel 2030, 2035. Non tanto a causa delle difficoltà tecnologiche, quanto per via dei problemi legali e assicurativi da superare. Possono essere appianati solo a livello globale, ma è una cosa che si farà».

Per Bitti, il gruppo Hyundai, e quindi anche Kia, rappresenta l’avanguardia della guida autonoma. Il primo modello dotato di guida autonoma di livello 3, che per Kia si chiamerà AutoMode e che riguarderà anche il “Highway Driving Pilot” e cioè un insieme di sottosistemi automatizzati per il controllo laterale e longitudinale del veicolo, sarà implementato sul citato SUV EV9. AutoMode, garantirà il controllo della velocità, il mantenimento della corsia e l’uscita e l’ingresso dalla corsia, quello della distanza dagli altri veicoli, le funzioni stop-and-go e altro. 

 

Una strategia di crescita glocalizzata

Kia Niro plug-in-hybrid. Kia prevede di introdurre due o più nuovi veicoli elettrici ogni anno dopo il 2023, seguendo il grande crossover Kia EV9 che dovrebbe essere rilasciato nel 2023. Al 100% elettrica, quest’auto sarà dotata di un tetto panoramico, di un display da 27 pollici, di un pannello solare integrato nel cofano e di interni realizzati in materiali sostenibili. Avrà un’autonomia di circa 540 km

Le piattaforme, come ad esempio la citata skateboard, sono condivise a livello globale, e sono il frutto di investimenti centralizzati. «Poi, c’è una grande differenziazione della gamma, a livello “regionale”. Nello stabilimento slovacco di Zilina, in Slovacchia, aperto nel 2007, si producono solo macchine per il mercato europeo. Ad esempio la Kia Ceed, una berlina media (benzina/diesel mild hybrid e plug in) a cinque porte progettata in Germania e molto ben equipaggiata, è diretta al Vecchio Continente» – afferma Bitti. Si tiene conto, cioè, di differenze culturali che caratterizzano i diversi mercati. Fin dal design: quello europeo è realizzato a Francoforte, quello americano in California e quello asiatico in Cina.   

 

La strategia di crescita per l’Italia

In realtà, in questo momento la strategia per l’Italia è quella di mantenere la citata quota di mercato. «Il problema è quello delle dimensioni di quest’ultimo. Gli ultimi anni hanno segnato una contrazione; ma se il mercato si riprendesse, e tornasse a quota 2 milioni di auto vendute, il nostro 3% varrebbe 60mila vetture. Ma non è scontato» – afferma Bitti. Secondo Bitti, troppe sono le variabili che caratterizzano il mercato dell’auto nel Belpaese. «Si pensi all’elettrificazione. è un fenomeno mondiale, ma la sua affermazione territoriale dipende dalle infrastrutture. Altrimenti è inutile costruire macchine a ricarica veloce, come la citata EV6. E poi, quale peso avranno i segmenti A e B, dove noi siamo molto ben posizionati? Chi comprerà una macchina da 20mila euro, se oggi costa 12mila euro? La tecnologia avrà un peso considerevole nel rialzo dei prezzi, ma è evidente che in questo gioco conterà anche il reddito medio, che in Italia non è alto come nel Nord Europa».       

 

Una strategia globalizzata per l’approvvigionamento in tempi di crisi

«Kia ha sofferto un po’ meno per lo shortage di materie prime e di microchip, rispetto alla concorrenza. Anche sotto questo profilo, hanno contato molto l’appartenenza a un gruppo come Hyundai così come gli accordi con i produttori asiatici» – afferma Bitti. Ad esempio, quanto alle batterie, quelle con i colossi coreani come Lg. La lamiera arriva da una acciaieria eco-friendly coreana. Anche sotto il profilo logistico e dei costi di trasporto, la centralizzazione del controllo delle attività si è rilevato un fattore positivo. «Finora siamo riusciti a limitare i danni» – afferma Bitti.  

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 2 maggio)














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